Le prospettive per la stagione commerciale 2021/2022 delle mele sembrerebbero essere buone, anche se certamente non come nelle precedenti due annate. La produzione attesa è regolare, in linea con la media degli anni precedenti nonostante le gelate primaverili e forte grandinate che hanno colpito diverse aree produttive, in Italia così come in Europa.
Le stime di produzione per il 2021 di Prognosfruit prevedono un raccolto di mele in Europa a 11.735.000 tons., con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno, ma perfettamente in linea (1%) con la media dei tre anni precedenti.
La produzione di mele nell’Unione Europea
Dopo il raccolto inferiore della scorsa stagione, la produzione attesa dovrebbe crescere in diversi paesi Europei.
Si stima un incremento per il raccolto della Polonia che torna ai livelli elevati con una produzione di 4.170.000 tons.(22% sul 2020). Paesi come Ungheria, Spagna, Croazia e Portogallo segnano a loro volta un aumento della produzione, rispettivamente del 49%, 28% 18% e 12%. È prevista una produzione in aumento per la Germania (6%), un paese rilevante per l’export italiano in Europa, così come per la Francia (3%) e il Belgio (14%). Perdono quote importanti la Slovenia (-59%) e la Grecia (-28%) e si registra una diminuzione della produzione nel nord Europa come la Danimarca (-25%), Lituania (-47%), Lettonia (-14%) e la Svezia (-16%), in ogni caso con un evidente effetto dei ritorni di freddo in fioritura. La produzione del Regno Unito cala leggermente (-3%).
Tabella 1 - Previsione della produzione di mele (t) in Europa
Fonte: WAPA
Dal punto di vista qualitativo si attendono calibri leggermente inferiori dello scorso anno, sia per effetto delle temperature che hanno influito sullo sviluppo cellulare sia per la scarsità di pioggia in alcune regioni, ma comunque in linea con la media degli anni precedenti. Si prevede anche un ritardo generalizzato della raccolta di almeno una settimana nella maggior parte dei paesi europei.
L’andamento varietale
Tabella 2 - Previsione della produzione (t) di mele europee distinte per varietà
A livello varietale la Golden delicious, dopo il calo dello scorso anno, si riporta a 2.120.000 tons., con una crescita dell’8% rispetto al 2020, ma resta comunque lontana dai volumi record del 2015, 2016 e 2018.
Continua a crescere la Gala, per la quale è previsto un record di produzione a 1.563.000 tons (+8%). La cultivar Jonagold segna un aumento della produzione di 34%.
Per la Red Delicious, si prevede una riduzione del 3% rispetto allo scorso anno e si stima una diminuzione anche per le Granny Smith (-18%), Cripps pink (-12%) e Fuji (-4%).
Continua la corsa delle cosiddette “Nuove varietà” (club) che superano le 375.000 t e segnano una crescita del 12% rispetto allo scorso anno.
Uno sguardo alla produzione di mele italiana
Le gelate primaverili hanno certamente influito anche sui danni qualitativi, con calibri inferiori al 2020, ma comunque in linea con le annate precedenti ed un ritardo della raccolta di circa una settimana nella maggior parte delle aree produttive italiane. Dal punto di vista fitosanitario non si rilevano problemi particolari. La cimice asiatica risulta essere al momento meno presente del 2019 ma la popolazione sembra maggiore dello scorso anno e quindi la situazione è monitorata con molta attenzione.
Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.769.377 t, in leggero calo rispetto allo scorso anno, un volume 6% inferiore allo scorso anno e 8% inferiore alla media dei cinque anni precedenti (tranne il 2017).
Tabella 3 - Previsione della produzione (t) di mele italiane a livello regionale
Fonte: Assomela/CSO
Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.045.611 t, leggermente inferiore a quella dello scorso anno (-4%). Per quanto riguarda le singole regioni, risale del 5% la produzione dell’Alto Adige, ma torna sotto le 500.000 t. il Trentino, mentre calano tutte le altre regioni a causa delle gelate primaverili che hanno provocato danni rilevanti in diversi territori di pianura e su alcune varietà in particolare.
La produzione biologica nel nostro paese fa segnare un record, con oltre 203.400 t, pari al 9,9% del totale, che porta l’Italia ancora una volta ad essere il primo produttore di mele biologiche in Europa.
Tabella 4 - Previsione della produzione (t) di mele italiane distinte per varietà
A livello varietale è stabile la Golden Delicious per la quale ci si attende un raccolto superiore del 4% rispetto alla scorsa stagione ma che rimane comunque del 14% inferiore alla media degli ultimi 5 anni (escluso 2017). Stabile rispetto allo scorso anno anche la Gala, che con le 378.000 t rimane la seconda varietà in Italia.
Calano del 18% la produzione della Red Delicious, così come la produzione di Granny Smith (-31% sul 2020) e la Renetta (-31% sul 2020), varietà più interessate dagli effetti del freddo primaverile. La Fuji cala del 9% rispetto allo scorso anno. Così come a livello europeo, toccano invece un record di 138.000 t le nuove varietà, in particolare le varietà club, che aumentano del 37% rispetto al 2020.
Le prospettive per la stagione 2021/2022
Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.769.377 t, in leggero calo rispetto allo scorso anno (-6%) e alla media dei cinque anni precedenti (-8%) (escluso il 2017).
La raccolta si stima molto buona in Polonia, paese fondamentale nel determinare l’equilibrio del mercato europeo. Con la crescita della raccolta polacca aumenta la competizione per i volumi di varietà sul mercato export oltre al volume destinato al settore della trasformazione, settore che appare al momento abbastanza recettivo. Anche la Spagna segna una maggiore produzione che di conseguenza porta maggiore livello di competizione per l’export italiano. In tal senso la disponibilità di calibri medi, apprezzati da diversi mercati, rappresenta un elemento importante di aiuto per il settore.
Per le vendite nel 2021 bisogna tenere monitorata la situazione trasporti, soprattutto quelle oltremare dove c’è ancora mancanza di container per il settore ortofrutta in generale.
Sempre più importante rimane anche la produzione biologica di mele, un settore che vede Italia come protagonista in Europa, dove si è registrata una crescita importante dai 5% nel 2018 al 9% nel 2020, oltre ai quasi 10% stimati per il 2021. In questo caso sia a livello nazionale che europeo bisognerà monitorare e sostenere le dinamiche di consumo al fine di garantire il corretto differenziale di prezzo.
I piani di vendita del 2020-2021 sono stati ben rispettati e la campagna commerciale si avvia alla sua fase finale senza particolari problemi, con l’obiettivo di terminare le giacenze di mele del raccolto 2020 entro settembre ed aprire così la prossima annata nelle migliori condizioni.
Il settore melicolo italiano continua a lavorare per migliorare gli aspetti ambientali, oltre agli aspetti sociali ed economici della sostenibilità delle produzioni, forte di una organizzazione che favorisce l’adozione di strategie e decisioni che fondamentali sia l’ambiente che la redditività dei produttori, obiettivi di spiccato significato nella nuova Politica Agricola Comunitaria appena approvata.