Pere, danni da cimice asiatica identificati grazie all’infrarosso

    La cimice asiatica può causare grandi danni alle pere, dimezzando le rese
    L’imaging spettrale permette di rilevare i danni interni non visibili a occhio nudo. Nuove prospettive per i sistemi di cernita automatizzati

    La regione Emilia-Romagna è una delle principali aree di produzione di pere, sia a livello nazionale che europeo. Negli ultimi anni questa coltivazione è stata fortemente colpita dall’invasione della cimice asiatica (Halyomorpha halys) a causa dei danni provocati dalle sue punture, che possono più che dimezzare i raccolti. La modalità di alimentazione della cimice asiatica può provocare diverse tipologie di danni sulle pere in funzione della fase di sviluppo del frutto: le punture precoci, che avvengono durante la crescita del frutto, portano a deformazioni ben visibili; mentre punture tardive, in prossimità della raccolta, determinano la formazione di suberificazioni e necrosi della polpa che non sono visibili esternamente a occhio nudo.

    Una tecnologia per il post-raccolta

    Una delle soluzioni per far fronte al problema della cimice asiatica e migliorare la qualità dei frutti commercializzati è lo sviluppo di sistemi di cernita automatizzati, da utilizzare in fase di post-raccolta per scartare tempestivamente i frutti danneggiati. In particolare, l’imaging iperspettrale nel vicino infrarosso (Near infrared hyperspectral imaging, Nir-hsi) è una tecnologia che consente di analizzare in modo rapido e non distruttivo la composizione interna dei frutti. Le alterazioni chimico-fisiche della polpa causate dalla cimice, infatti, sono rilevabili a livello spettrale anche in assenza di sintomi visibili.

    Le immagini iperspettrali vengono definite anche ipercubi, in quanto sono matrici di dati tridimensionali caratterizzate da due dimensioni spaziali (ovvero righe e colonne di pixel) e da una dimensione spettrale. Questa struttura può essere vista come una serie d’immagini sovrapposte, ciascuna delle quali è stata acquisita a una determinata lunghezza d’onda, oppure come un insieme di spettri, ciascuno corrispondente a un pixel dell’immagine.

    Lo studio sperimentale

    Una ricerca dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si è occupata della valutazione delle potenzialità dell’imaging iperspettrale nel vicino infrarosso per la visualizzazione di danni non rilevabili ad occhio nudo sulle pere causati dalle punture della cimice asiatica, al fine di implementare sistemi di cernita in post-raccolta in grado di separare le pere danneggiate da quelle sane.

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    Pere, danni da cimice asiatica identificati grazie all’infrarosso - Ultima modifica: 2025-08-25T12:19:05+02:00 da Roberta Ponci

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