L’attuale Pac, in scadenza 2020, per molti imprenditori è una risorsa a supporto dell’economia aziendale, ma l’interpretazione dei testi elaborati dalle Regioni non è alla portata di tutti e a volte nemmeno il supporto di chi è davvero bravo riesce a chiarire le cose.
Editoriale del numero 4 di Terra e Vita Magazine
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Un caso interessante si può individuare nei meandri della Misura 4-Investimenti in immobilizzazioni materiali, che contiene gli oltre 3 miliardi di euro allocati per il risparmio idrico. Gran parte sono andati nelle Sottomisure 4.1 e 4.3, che con le Operazioni 4.1.4 e 4.3.2 indicano in sostanza cosa può essere finanziato e a quali condizioni.
Se è oggettivamente definibile la procedura per quantificare l’incidenza del risparmio ottenibile dallo stoccaggio in forma di minor prelievo da corpi idrici, appare quantomeno forzata l’attribuzione della stessa capacità a un impianto irriguo, che altro non è che un insieme di elementi assemblati per uno scopo. Basterebbe una vaga idea della complessità dell’efficienza per non autorizzare l’accostamento.
Risparmio idrico con tecnologia e gestione
È ampiamente dimostrato che il risparmio idrico, ovvero la riduzione dello spreco o l’incremento dell’efficienza dell'irrigazione, sia la combinazione di tecnologia e gestione e che quest’ultima sia di gran lunga la componente più importante.
Gestire l'irrigazione implica conoscenze che servono a organizzare gli interventi in modo corretto, con un impianto ben dimensionato e di cui si conoscono caratteristiche di funzionamento, prestazioni, adeguatezza al contesto pedoclimatico e colturale, ovviamente nell’incertezza ineludibile dell’andamento meteorico.
Invece il più delle volte si elimina la complessità e ci si affida a ciò che qualche dettaglio ci induce a credere.
Si potrebbe insinuare, a pensar male, che caricare tutto sulle spalle dell’impianto possa in qualche modo sollevare dalle responsabilità chi quell’impianto deve farlo funzionare. Quindi, cercare di rispondere a una richiesta nata sbagliata può essere lodevole, ma sconcerta che non si siano levate subito richieste di rettifica, soprattutto di fronte alla difficoltà di riconoscere incentivi a chi li avrebbe meritati.
Irrigazione, speranze con la nuova Pac
A dire che forse il “re era nudo” ci ha pensato Irstea, l’istituto nazionale francese che si occupa di ambiente e agricoltura, che a fine 2019 ha organizzato a Montpellier una Conferenza europea sulle strategie per il risparmio idrico adottate nei Paesi dell’Unione europea rispetto alla Pac, coinvolgendo rappresentanti esperti per cercare risposte scientificamente basate a partire da esperienze documentate.
Le conclusioni dicono che sostanzialmente non esistono metodologie per la quantificazione ex ante del risparmio idrico e che l’utilizzo di strumenti di gestione è più efficace del cambiamento della tecnologia. Quindi niente di nuovo sotto il sole della conoscenza, ma la sensazione netta è che sia stata persa un’opportunità per gli agricoltori attenti alle esigenze della moderna agricoltura e, in cascata, per le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo per proporre sul mercato attrezzature evolute e sistemi integrati.
Qualcosa è lecito aspettarsi dalla nuova Pac, che sembra orientata a sostenere il risparmio idrico attraverso ricerca e innovazione, favorendo sinergie di settore nel rispetto della direttiva-quadro sull’acqua.