Senza irrigazione non c’è agricoltura competitiva, perché l’acqua è garanzia sia di quantità delle produzioni, in termini di riduzione dell’alternanza, mantenimento di quote di mercato e costanza del reddito, sia di qualità delle produzioni, cioè delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali, nonché di rafforzamento di esternalità positive, come il presidio del territorio e la cura e la tutela del paesaggio.
Tuttavia oggi la conversione dei sistemi irrigui verso quelli tecnologicamente più moderni è fondamentale e imprescindibile per contenerne i consumi irrigui. È quanto ha sostenuto Jacopo Fratus De Balestrini, consigliere Unacoma e amministratore del Gruppo Irrimec in occasione del convegno “Acqua per l’agricoltura, una sfida tecnologica”, organizzato da Ente Fiere di Foggia e FederUnacoma.
«L’acqua è una risorsa esauribile e sempre più costosa. È perciò necessario fare ricorso a politiche di risparmio idrico e introdurre nuove tecniche irrigue per mitigare i consumi. Il miglioramento dell’efficienza distributiva impone l’abbandono delle tecniche irrigue idroesigenti, come quella per scorrimento, e l’adozione di tecniche di somministrazione razionale dell’acqua. Le più efficienti sono sicuramente l’aspersione, realizzata con impianti fissi, gli irrigatori a pioggia lenta, i pivot, oppure mobili, i rotoloni, e la microirrigazione o irrigazione a goccia».
…
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 25/2016 L’Edicola di Terra e Vita