Sistemi irrigui, quale scegliere?

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Senza irrigazione non c’è agricoltura competitiva, perché l’acqua è garanzia sia di quantità delle produzioni, in termini di riduzione dell’alternanza, mantenimento di quote di mercato e costanza del reddito, sia di qualità delle produzioni, cioè delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali, nonché di rafforzamento di esternalità positive, come il presidio del territorio e la cura e la tutela del paesaggio.

Tuttavia oggi la conversione dei sistemi irrigui verso quelli tecnologicamente più moderni è fondamentale e imprescindibile per contenerne i consumi irrigui. È quanto ha sostenuto Jacopo Fratus De Balestrini, consigliere Unacoma e amministratore del Gruppo Irrimec in occasione del convegno “Acqua per l’agricoltura, una sfida tecnologica”, organizzato da Ente Fiere di Foggia e FederUnacoma.

«L’acqua è una risorsa esauribile e sempre più costosa. È perciò necessario fare ricorso a politiche di risparmio idrico e introdurre nuove tecniche irrigue per mitigare i consumi. Il miglioramento dell’efficienza distributiva impone l’abbandono delle tecniche irrigue idroesigenti, come quella per scorrimento, e l’adozione di tecniche di somministrazione razionale dell’acqua. Le più efficienti sono sicuramente l’aspersione, realizzata con impianti fissi, gli irrigatori a pioggia lenta, i pivot, oppure mobili, i rotoloni, e la microirrigazione o irrigazione a goccia».

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Sistemi irrigui, quale scegliere? - Ultima modifica: 2016-06-29T08:00:06+02:00 da Sandra Osti

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