Made in Rete è l’associazione di categoria costituita su iniziativa dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che riunisce le imprese agricole, alimentari, agroalimentari e agroindustriali che hanno formato già una “Rete” o che intendono formarla.
Un network agroalimentare, dunque, che vede nell’aggregazione il vero punto di forza sul quale costruire percorsi futuri di settore sempre più competitivi.
«Confagricoltura lavora sullo strumento della “Rete” dal 2012, quando avviò un progetto specifico su questa materia. Il contratto di rete è un istituto che fino al 2014 ha subito una continua evoluzione normativa, sulla quale abbiamo e stiamo ancora lavorando al fine di garantire più semplificazione e implementazione delle specificità del settore agricolo».
A spiegarlo è Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, che durante la presentazione di Made in Rete, svoltasi a Roma, ha sottolineato come il successo di questo moderno strumento di associazione sia dimostrato dai numeri: 3.056 i contratti stipulati, 15.443 le imprese coinvolte in tutte le regioni d’Italia, con la maggiore concentrazione in Lombardia (2.647), Emilia-Romagna (1.509), Toscana (1.544), Veneto (1.373), Lazio (1.342), Puglia (950).
Tra i settori interessati il 38% è rappresentato dai servizi, il 37% da industria/artigianato, l’11% da agricoltura/pesca, il 9% dal commercio, il 4% dal turismo, l’1% da altri comparti. Nello specifico, per quanto riguarda il settore agroalimentare, sono stati siglati a oggi circa 450 contratti, che hanno coinvolto circa 2.000 imprese, di cui 1.450 del comparto agricolo. Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Toscana le regioni con il maggior numero di imprese di settore
Oltre 70 i contratti seguiti direttamente da Confagricoltura, che ha fornito attività d’assistenza e consulenza legale nella redazione e gestione dei contratti, creato una piattaforma informativa, formato 31 manager di rete, realizzato una comunità professionale, organizzato incontri formativi e informativi sul territorio e lavorato alla normativa agricola.
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