Qualche anno fa un amico agricoltore in una zona collinare ci raccontava della sua difficoltà nel produrre un reddito sufficiente per la sua famiglia (il prezzo basso del latte derivante dalle sue mucche, la mancanza di un canale di sbocco dei suoi formaggi ecc.); gli abbiamo chiesto perché non pensasse di diventare un operatore agrituristico, tenuto conto che possedeva, tra l’altro, anche una casa tipica da ristrutturare e che, come sue ospiti, avevamo sempre assaggiato ottimi pranzetti. Ci disse che lo spaventavano le difficoltà burocratiche, i limiti per l’esercizio di tale attività e non era troppo fiducioso sul passaggio di turisti nella zona… o, comunque, di avventori di un suo ipotetico locale.
Ora, dopo un’attenta valutazione dei possibili costi e ricavi, nonché dei possibili finanziamenti della nuova attività, è partito con l’avventura “agrituristica”; orbene, da un lato, ha un locale piccolo ma sempre pieno di ospiti; dall’altro, lui si dice economicamente soddisfatto… anche se il lavoro suo e della sua famiglia è decisamente aumentato!
Ecco che qui, nelle pagine che seguono, analizziamo punto per punto l’attività agrituristica con la speranza di sfatare, per gli agricoltori ancora indecisi, eventuali dubbi in materia!
Aspetti generali e requisiti
L’agriturismo ha una sua specifica disciplina che lo rende speciale rispetto alle altre attività agricole e/o turistiche.
La L. n. 96/2006 delinea un quadro d’insieme, dettando i principi fondamentali ai quali le Regioni sono chiamate ad uniformare le loro norme locali (vedi tabella); mentre l’art. 5 della L. n. 413/91 instaura un apposito regime fiscale.
Attività in agriturismo
Sono molteplici e varie le attività che possono essere svolte da un’azienda agrituristica: quelle più conosciute e normate da moltissimo tempo sono l’ospitalità e la ristorazione, mentre le attività culturali, ricreative, didattiche, sportive e ambientali fanno loro da contorno, arricchendo l’offerta di servizi da proporre agli ospiti.
L’imprenditore agricolo può così dar sfogo alla propria fantasia elaborando tantissime idee, purché abbiano uno stretto legame con la ruralità e il suo territorio.
Caratteristiche dei locali
L’articolo 3 della L. n. 96/2006 prevede che:
“ 1. possono essere utilizzati per l’attività agrituristica solo gli edifici o parte di essi già esistenti sul fondo;
- le Regioni disciplinano gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio esistente ad uso dell’imprenditore agricolo ai fini dell’esercizio di attività agrituristiche, nel rispetto delle specifiche caratteristiche tipologiche e architettoniche, nonché delle caratteristiche paesaggistico-ambientali dei luoghi;
- i locali utilizzati ad uso agrituristico sono assimilabili ad ogni effetto alle abitazioni rurali.”
Alcune considerazioni:
a) molto spesso le azienda agricole si ritrovano strutture non più necessarie alle attività tradizionali (es. stalle, fienili, barchesse) perché sono cambiati i sistemi e le metodologie di lavoro.
Questi spazi, adeguatamente risistemati e ristrutturati, possono ospitare le attività agrituristiche quali ristorazione e alloggio, ma anche tutte le nuove destinazioni legate alla polifunzionalità sopra descritta.
Ciò consente di avviare dei percorsi di sostenibilità nell’utilizzo di queste strutture, che altrimenti sarebbero gravate comunque da tasse e oneri senza produrre alcun reddito.
b) Le varie normative regionali prevedono, inoltre, la possibilità di ampliamenti dei volumi esistenti nell’azienda, purché siano giustificate dalle attività di cui si propone l’attivazione.
In linea di massima, le Regioni, nel normare questi aspetti, fanno riferimento ai parametri minimi previsti dai Regolamenti edilizi comunali per le case di abitazione.
Quando i fabbricati sono di particolare pregio architettonico, nella loro ristrutturazione occorre sottostare alle normative di settore per la conservazione dei beni architettonici.
c) Per quanto riguarda invece l’agricampeggio.....
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