Si è svolto (il 18 dicembre) in modalità online, il convegno “Novità economico-fiscali 2021” organizzato da ConsulenzaAgricola.it, l’evento che, da qualche anno, approfondisce le materie fiscali presenti nella manovra di bilancio e non solo, tramite l’intervento di alcuni fra i maggiori esperti del settore.
Luciano Mattarelli, amministratore delegato di ConsulenzaAgricola.it, ha aperto i lavori con un messaggio di speranza, auspicando di poter tornare presto ad una ritrovata “normalità”, sottolineando che i momenti di formazione, come quelli organizzati nel convegno, sono maggiormente significativi con la possibilità di una interazione diretta tra relatori e pubblico, affermando, ciò non di meno, che le tecnologie oggi disponibili ci danno comunque la possibilità di continuare a interagire anche da remoto.
Credito di imposta, attenzione alla cumulabilità
«Contrariamente a quanto accadeva prima, - spiega Gian Paolo Tosoni, tributarista - il Credito di Imposta riguarda anche il settore agricolo, non come il precedente credito di imposta, previsto per il Mezzogiorno, che riguardava i soggetti che rientravano nel reddito di impresa. Il credito di imposta spetta a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dal settore economico di appartenenza e dal regime fiscale adottato ad eccezione di quelle in liquidazione volontaria e di quelle assoggettate a procedure concorsuali».
Tale credito di imposta per gli investimenti riguarda i beni strumentali nuovi, acquistati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020, oppure entro il 30 giugno 2021, a condizione che entro il 31 dicembre 2020 l’ordine sia accettato dal venditore e siano stati pagati acconti in misura pari almeno al 20 del costo di acquisizione.
Gli investimenti che possono beneficiare del credit di imposta sono:
- I beni strumentali nuovi con esclusione di veicoli, fabbricati e beni gratuitamente devolvibili;
- i beni immateriali di cui all’allegato B della Legge 232 2016 (industria 4.0);
- Il credito spetta in misura differenziata, in vari step, dal 6 al 40 %, a seconda della categoria di beni ed è utilizzabile, in compensazione in 5 quote annuali di pari importo (ridotte a 3 per gli investimenti di cui all’allegato B), a decorrere dall’anno successivo a quello di entrata in vigore del bene.
Agevolazione sicuramente molto interessante, ma va tenuto in considerazione un recente chiarimento della Commissione Europea, secondo cui vi è incompatibilità con il Psr, infatti, anche se il credito di imposta non è aiuto di Stato, occorre comunque rimanere all’interno dei limiti di aiuto previsti dal regolamento Ue, con percentuali che variano in funzione del regime di aiuto.
Complessità della norma, vantaggi e rischi
Sull’argomento interviene Maurizio Leo, docente Scuola Nazionale dell’Amministrazione: «Un esempio di norma di complessa applicazione è il bonus ristrutturazioni, le cui difficoltà operative sono note a tutti; molti altri esempi sono rinvenibili nel Ddl Bilancio 2021. Mi riferisco, fra le altre, alla norma sul credito d'imposta per investimenti in beni strumentali che ha sostituito, dal 2020, le tradizionali proroghe di super e iperammortamento, agevolando gli investimenti effettuati nel 2020. Complicare è facile, mentre semplificare è difficile, però semplificare è anche necessario, soprattutto in questo momento.».
Nel Ddl Bilancio 2021 è ormai certo che saranno previsti rilevanti interventi di modifica alla versione 2020 del credito di imposta, che, a quanto si prospetta, spetterà in misura del 10% agli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021, estendibile al 30 giugno 2022 al termine lungo, per tornare ad una agevolazione pari al 6% per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 fino al termine lungo del 30 giugno 2023, rispettando sempre il limite di 2 milioni di euro.
Prosegue Leo: «Si tratterà di effettuare, dunque, nelle prossime settimane, piani d'investimento mirati, scelte e valutazioni prospettiche (anche su più anni) per ottimizzare i benefici, tra agevolazioni vecchie e nuove, magari modificando decisioni già prese soltanto qualche mese fa, facendo molta attenzione ad evitare di vanificare l'agevolazione per errori da cui possa conseguire il disconoscimento e il recupero, da parte dell'amministrazione finanziaria, del credito d'imposta».
PSR, più fondi grazie al Next Generation EU
Angelo Frascarelli, docente Politica Agroalimentare - Università di Perugia, interviene sulla recente delibera del Parlamento Europeo ed il Consiglio che, lo scorso 16 dicembre, hanno dato il via libera al regolamento transitorio prorogando l'attuale Pac fino alla fine del 2022, inoltre hanno anche approvato il pacchetto europeo per la ripresa Next Generation Eu, con una dotazione di 8,07 miliardi di euro come fondi aggiuntivi per lo sviluppo dell’agricoltura, già disponibili dal 2021.
Queste risorse addizionali sono finalizzate al “sostegno per riparare l’impatto della pandemia di Covid 19 sull’agricoltura e lo sviluppo rurale e preparare la ripresa dell’economia”. Gli 8,07 miliardi di aiuti straordinari per l'agricoltura, stanziati dal pacchetto Next Generation Eu, saranno dunque disponibili già nel biennio 2021-2022, suddivisi nella misura del 30% per il 2021 e del 70% nel 2022, con le dovute proporzioni, saranno dunque disponibili circa 2,4 miliardi e 5,6 miliardi di euro rispettivamente. La quota parte spettante all’Italia per questo pacchetto di misure ammonta a 925,1 milioni di euro, a cui si somma il cofinanziamento nazionale. Bisognerà però perseguire l’obiettivo di introduzione di cambiamenti strutturali nelle zone rurali, in linea con:
- Green Deal europeo, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici;
- “Strategia sulla Biodiversità”;
- Strategia “A Farm to Fork.
Per quando riguarda la Pac, fino al 2022, non ci sono novità rilevanti, si prosegue con le regole del periodo 2014/2020, viene data facoltà agli stati membri di continuare con il meccanismo della convergenza dei Titoli.