L’agricoltura non perde la voglia di credito, ma la crisi si fa sentire e nel 2007 si registra un primo segnale di inversione di tendenza. La crescita continua e rispetto al 2006 con gli impieghi bancari che hanno segnato un ulteriore aumento del 6%, superando quota 35 miliardi di euro, comincia a cambiare la mappa degli interventi. Con uno spostamento dai finanziamenti a medio lungo termine, che in questi ultimi anni avevano messo a segno aumenti a due cifre, a quelli a breve termine. Per ora non suona ancora il campanello d’allarme, ed è solo una tendenza, ma certo lo spostamento induce a qualche riflessione.
Intanto, sicuramente si assiste a un raffreddamento degli investimenti dovuto alle difficoltà che hanno contrassegnato il 2007 con un costante calo di valore aggiunto e reddito.
Perché se è vero che alcuni settori hanno beneficiato dell’impennata dei prezzi delle materie prime, dall’altro per la gran parte delle imprese l’emergenza è rappresentata dalla corsa dei costi di produzione che spesso ha eroso anche i vantaggi conseguiti. Ed è sempre più ampia la platea delle imprese in crisi di liquidità e che sono dunque costrette a rivolgersi alle banche per garantirsi la gestione quotidiana.
La liquidità dunque si è ridotta e per le imprese c’è stato meno spazio per investimenti in immobili e macchinari che negli anni scorsi hanno fatto la parte del leone. La ripresa dei finanziamenti a breve termine che nel Sud, in particolare, ha messo a segno un balzo del 30%, si traduce in una crescente domanda di risorse finanziarie per l’ordinaria amministrazione aziendale. E il dato ancora più allarmante per le regioni del Mezzogiorno è che i finanziamenti di medio-lungo termine, destinati agli investimenti aziendali, subiscono livelli di crescita di poco superiori al 3% (ovvero la metà della media nazionale).
Certo la nuova programmazione dei Piani di sviluppo rurale potrebbe contribuire a riavviare la macchina degli investimenti, ma per ora il segnale è di sofferenza. Una ripresa del «breve termine» confermata anche sul fronte dell’osservatorio delle garanzie ex Fig, rilasciate dall’Ismea. Complessivamente si registra infatti una riduzione dei valori delle garanzie, quanto alla durata si passa sui comparti del medio da 1,3 a 1,2 miliardi di euro, sul lungo termine da 1,2 a 1,1 miliardi di euro, mentre per il breve termine, la tendenza è alla ripresa che porta gli ammontari da 119 milioni di euro del 2006 a 125 milioni di euro nel 2007. E intanto anche la garanzia Ismea a escussione diretta si allunga al breve termine. Un recente decreto infatti ha modificato l’intervento dell’istituto. Positivo l’andamento delle sofferenze in agricoltura che si attestano intorno al 6% come dato medio nazionale, con una riduzione molto forte che anno per anno vede allineare il dato alle medie registrabili negli altri settori della produzione. Restano però alte le incidenze in regioni come la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Puglia con punte che superano il 27% di incidenza media.
Ma restano sul campo molte altre problematiche con cui fare i conti. A partire dalla questione ancora irrisolta del rating, e cioè il criterio di valutazione adottato alle banche per assegnare il grado di solvibilità alle imprese. Basilea 2 è ormai operativa, dopo una serie di proroghe, e le banche hanno applicato le nuove regole. Ma il settore agricolo è ancora in cerca di princìpi contabili ad hoc.