Attivi, svegli, molto occupati. Sono i contoterzisti operanti in Puglia e Basilicata, appassionati del lavoro, attenti a modernizzare l’attività, specchio di un contoterzismo giovane, da poco seriamente affermatosi, ma ricco di slancio e intraprendenza. Ragazzi che hanno raccolto il testimone dai padri, non per dovere ma per passione, e affermano una nuova moderna figura di agromeccanico. Come i fratelli Alessandro e Giuseppe Festa di Orta Nova (Fg), i cugini Dario e Giuseppe Ortuso di Foggia, Michele Pellegrino di Palazzo San Gervasio (Pz).
«Lavoriamo non per i clienti, ma insieme con essi – afferma Alessandro Festa –. Nella nostra azienda di famiglia, 70 ettari coltivati a ortive come pomodoro da industria, cavolo broccolo, finocchio e carciofo e a grano duro e condotta da nostro fratello Francesco, proviamo nuove varietà e tecniche colturali, poi le proponiamo ai clienti, valutiamo e decidiamo insieme come meglio operare in campo. I clienti tendono a economizzare sempre e comunque, ma noi dimostriamo che, ad esempio, tagli ad agrofarmaci per risparmiare pochi euro non solo si ripercuotono negativamente sulle rese ma rendono necessario intervenire ancora più drasticamente per la successiva esplosione di malattie fungine o di erbe infestanti. Grazie a questa attenzione, nel giro di 10 anni abbiamo aumentato la superficie gestita a grano duro da 300 a 1.000 ettari e acquisito ben 500 ha a ortaggi».
Affidabilità significa assicurare al cliente un lavoro perfetto e completo, realizzato secondo le sue precise intenzioni, spiega Dario Ortuso, che con il cugino Giuseppe gestisce 2mila ettari a cereali, pomodoro da industria e leguminose. «E l’affidabilità la dimostriamo ogni giorno nelle forme più varie: dialogo cordiale con il cliente per decidere insieme l’impostazione della tecnica colturale, tempestività, velocità e perfezione nell’esecuzione dei lavori, tariffe accettabili, assenza per il cliente di qualsiasi problema, presenza sul campo del contoterzista, senza dimenticare qualche consiglio o aiuto per stoccare o collocare sul mercato il prodotto alle migliori condizioni. Il contoterzista deve trasmettere serietà e fiducia a tutto tondo, questo conta prima ancora dell’ampiezza e modernità del parco macchine».
Tessuto sociale in evoluzione
La richiesta di affidabilità è aumentata con i cambiamenti intervenuti nel tessuto sociale della clientela, aggiunge Giuseppe Ortuso.
«Cinquant’anni fa, quando i nostri genitori intrapresero questo lavoro, i loro clienti erano piccoli e medi agricoltori, con i quali era facile intendersi, proprio perché si dialogava fra agricoltori. Ora anche nel Foggiano l’agricoltura è notevolmente cambiata. Molte piccole e medie aziende agricole sono scomparse, sono invece cresciute le grosse. Inoltre oggi molti proprietari di aziende non sono agricoltori a titolo principale ma professionisti, i quali, dall’inizio della crisi economico-finanziaria, investono sempre più il loro denaro non in titoli di Stato o in case, ma in aziende agricole, considerate più redditizie a medio-lungo termine. Sia il grosso proprietario terriero sia il professionista, per diverse ragioni, esigono il massimo. Il primo teme che lavori eseguiti male gli compromettano l’annata agraria e forse anche il futuro dell’azienda; il secondo, sprovvisto di competenze e preso da altre urgenze, teme di affidarsi a contoterzisti inesperti e vuole che il lavoro venga svolto velocemente e bene».
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