L’introduzione di trattori con motorizzazione elettrica può rappresentare un importante obiettivo per un futuro che ci si augura essere imminente. Diverse case costruttrici hanno, infatti, iniziato a lavorare su questo fronte, si pensi per esempio a John Deere, Fendt e Antonio Carraro, e le opportunità offerte, soprattutto nell’ambito dell’arboricoltura, sono notevoli.
Questo comparto specifico in effetti si presta in modo particolare all’adozione di trattrici elettriche, in funzione del tipo di utilizzo e delle caratteristiche richieste, tanto da lasciar pensare che proprio i frutteti e vigneti potrebbero essere i primi ad adottare questa particolare innovazione.
Partire proprio dall’arboricoltura
L’azienda viticola o frutticola ha diverse peculiarità che la rendono particolarmente adatta all’introduzione di macchine a motorizzazione elettrica, a partire dal fatto che per buona parte delle operazioni colturali non servono potenze esagerate. Questo aspetto dovrebbe semplificare la complessità delle batterie, anche dal punto di vista di pesi e ingombri, che al momento sembra essere una delle criticità più ostiche da risolvere, favorendo l’introduzione di queste trattrici se non altro per la classe di potenza più modesta. In effetti, le operazioni che richiedono la potenza più elevata, superiore ai 100 hp, sono la vendemmia meccanica, nel caso di trattrici che debbano trainare la vendemmiatrice, e l’esecuzione dei trattamenti fitosanitari solo quando si utilizzano nebulizzatori. Operazione che richiede non più di 12-20 ore di utilizzo per ettaro l’anno della trattrice, che per questo rappresentano solo una piccola percentuale del monte-ore complessivamente necessario in ambito aziendale (esclusi i trasporti stradali). Tutte le altre operazioni colturali (gestione dei sarmenti, trinciature, diserbo, concimazione, lavorazioni interceppo, spollonatura, cimatura, defogliatura, raccolta e potatura) nel loro complesso richiedono invece dalle 30 alle 50 ore per ettaro a seconda dell’organizzazione aziendale e del fatto che si attui o meno la vendemmia meccanica. La potatura e la raccolta in modo particolare, che da sole richiedono un utilizzo del trattore di 20-35 ore complessive, trarrebbero considerevoli benefici dall’introduzione di trattrici elettriche. In questi casi in effetti la potenza richiesta non è mai eccessiva, essendo la funzione della trattrice quelle di semplice traino di piccoli carrelli, e le operazioni vengono eseguite in presenza di un elevato numero di persone.
Con la motorizzazione elettrica delle trattrici si otterrebbe il grande beneficio dell’assenza di gas di scarico vicino al personale e della silenziosità del trattore.
Oltre a questo si arriverebbero a evitare frequenti accensioni e spegnimenti abbinabili peraltro alla possibilità di elettrocomandare la guida a mezzo di un radiocomando che andrebbe sicuramente a migliorare la qualità del lavoro. Nel caso della potatura, oltretutto, le batterie che forniscono energia al trattore potrebbero al tempo stesso alimentare forbici elettriche, oggi peraltro molto diffuse, e per certi versi anche più sicure rispetto a quelle pneumatiche, oltre che più silenziose e di minore necessità di manutenzione. Per chi già adotta forbici elettriche il beneficio si tradurrebbe nell’eliminazione del peso dello zaino sulle spalle del potatore e nell’aumento dell’autonomia di lavoro.
Durata delle batterie
Uno degli aspetti più importanti, e sul quale permangono le maggiori perplessità da parte degli agricoltori, è rappresentato dall’autonomia della batteria. In Italia la dimensione media delle aziende viticole o frutticole necessita raramente di utilizzare la stessa trattrice in modo ininterrotto o eccessivamente prolungato nel corso della giornata e già questo è un buon punto di partenza. Allo stesso modo è sempre più raro che l’azienda fruttiviticola disponga di un solo trattore in funzione sia delle dimensioni aziendali sia della necessità di utilizzare sempre la macchina più adeguata allo scopo in relazione alla sua potenza.
La durata delle batterie, così come il loro peso, l’ingombro e la velocità di ricarica, sono i fronti sui quali in questo momento è più vivace la ricerca, tanto da lasciare ottime speranze di ulteriore miglioramento rispetto ai risultati già interessanti fino a oggi raggiunti. Nel caso di trattrici di utilizzo nelle aziende viti-frutticole va oltretutto considerata la tranquillità che offre la frequente presenza del centro aziendale che, per questo tipo di azienda, è praticamente la norma. Questo rappresenta una ulteriore garanzia sia nel caso di necessità di ricarica sia, se diventasse una opzione possibile, di sostituzione del pacco batteria. Immaginiamo per esempio una trattrice che effettua i trattamenti di difesa fitosanitaria che di tanto in tanto deve rifornirsi e che in quell’occasione potrebbe, in presenza di un sistema rapido e funzionale, sostituire il pacco batterie e posizionarne sempre uno di scorta a ricarica.
Presto in commercio
Fendt si schiera a favore dell’utilizzo della motorizzazione elettrica in agricoltura con la produzione di un trattore, l’e100 Vario, quest’anno già in fase di valutazione presso un numero limitato di aziende agricole. Si tratta di un trattore compatto, esclusivamente elettrico e con una potenza di 50 kW (87 hp), che può essere impiegato negli usi convenzionali con un’autonomia di almeno 5 ore. La fonte di energia è rappresentata da una batteria agli ioni di litio di elevate prestazioni, che può essere ricaricata all’80% già in 40 minuti. L’e100 Vario dispone sia della classica presa di forza adatta a far funzionare attrezzatura standard sia dei classici distributori idraulici sempre più indispensabili per la maggior parte delle attrezzature. Ciò nonostante Fendt ha pensato il suo nuovo trattore elettrico per una possibile installazione di attrezzi elettrici, che a sua volta potrebbe riservare ulteriori interessanti prossime opportunità. Non da ultimo la climatizzazione della cabina, oltre che delle batterie e delle apparecchiature elettroniche che potrebbero essere soggetti a problemi di surriscaldamento, e la gestione tramite smartphone di informazioni o funzioni sofisticate come per esempio il preriscaldamento in inverno o la climatizzazione in estate.
Assistenza e competenza
I produttori viticoli e frutticoli sono pronti, a parità di costo e di prestazioni, a introdurre nelle loro aziende trattrici elettriche. Questo tipo di macchine potrà offrire interessanti vantaggi come la riduzione dell’immissione nell’ambiente dei gas di scarico, che in questo comparto peraltro avviene spesso anche in presenza di personale addetto alla potatura o alla raccolta, e alla riduzione del rumore. Si pensi per esempio ai benefici che potrebbe avere l’irrigazione notturna. Con i motori elettrici le trattrici dovrebbero inoltre diventare macchine più semplici e con minori esigenze di manutenzione. A questo proposito basti pensare alle comuni manutenzioni come la sostituzione di olio motore e filtri di olio e gasolio.
Dovranno ovviamente nascere centri di riparazione specializzati e nuove forme di assistenza e nuove competenze oggi ancora da preparare. Dal punto di vista operativo è interessante osservare che importanti benefici della motorizzazione elettrica sono la scomparsa del motorino di avviamento e il fatto che il trattore sia costantemente acceso e costantemente spento. Oltretutto il superriduttore diventa un accessorio a regolazione micrometrica in grado di offrire opportunità infinite. Prima fra tutte l’avanzamento continuo, sia in automatico sia con radiocomando sia per le operazioni come la raccolta o la potatura, è un fattore sempre più ricercato ed importante.