Tempo di bilanci in casa RV-Venturoli per quanto riguarda la campagna vendite autunnali 2018, relativa ai cereali a paglia. “Ancora una volta – commenta Giovanni Toffano, responsabile commerciale RV-Venturoli - i risultati si confermano di assoluta eccellenza, in linea con le nostre aspettative”.
Il comparto “frumenti teneri ibridi” ha fatto registrare per l’ennesima volta un significativo incremento di vendite, forte di prodotti quali Hystar, Hyfi, Hybiza e Hydrock , varietà ormai entrate in pianta stabile nel gradimento di tanti agricoltori della nostra Penisola. Per quanto riguarda i frumenti teneri “tradizionali”, Nestore e Aiace si confermano prodotti leader di mercato relativamente ai frumenti di forza, mentre Cameleon e Miroir, confortati dalle ottime “performances” produttive manifestate in occasione dell’ultimo raccolto, proseguono nel loro inarrestabile trend di richieste.
Venendo al settore frumenti duri Tredur è risultato particolarmente apprezzato per le proprie caratteristiche di elevata produttività coniugata ad un ciclo colturale decisamente precoce, mentre la notevole richiesta di Portofino è dipesa in gran parte dalle ottime caratteristiche molitorie di questa varietà. Da segnalare anche l’interessante “debutto” di Paroli (varietà di orzo distico al 1° anno di commercializzazione), andato ad affiancare l’ormai consolidato orzo polistico Laverda all’interno di un catalogo RV-Venturoli sempre più ricco e diversificato.
“Confortati dal crescente gradimento delle imprese cerealicole per le nostre varietà, apprezzate per la stabilità produttiva e la adattabilità ai più svariati areali – continua Toffano – RV-Venturoli si sente concretamente impegnata a fianco dei produttori nella sfida su qualità e tracciabilità, elementi cardine per dare più valore aggiunto al prodotto nazionale e più margine alle imprese agricole. Con queste premesse ricordiamo che solo l’uso di seme certificato garantisce all’agricoltore il ritorno del proprio investimento e la tracciabilità della propria produzione. Chi utilizza seme non certificato, nella maggior parte dei casi senza alcuna garanzia di germinabilità, purezza e sanità, mette a rischio il buon esito del proprio raccolto. In sostanza, il gioco non vale la candela”.
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