Molto spesso quando si parla di tecnologie legate ad una maggior efficienza d’uso dell’azoto contenuto nei fertilizzanti, “cessione controllata” e “lento rilascio” vengono impropriamente utilizzati come sinonimi.
Sul mercato sono disponibili diverse tecnologie che riducono le perdite di azoto nell’ambiente e/o rendono la disponibilità nel suolo graduale nel tempo. I diversi formulati possono essere classificati in:
- fertilizzanti a cessione controllata (CRF – Controlled Release Fertilizers),
- fertilizzanti a lento rilascio (SRF – Slow Release Fertilizers).
CRF, il meccanismo di rilascio programmato
Nei CRF rientrano le tecnologie in cui il rilascio azotato è influenzato da fattori noti, il meccanismo d’azione è ben definito e i tempi di rilascio sono identificabili e quantificabili. La principale tecnologia vede l’avvolgimento dei granuli mediante membrane semipermeabili di diversa natura. È il caso di E-Max, tecnologia ICL che caratterizza la linea Agromaster®, in cui i granuli di urea vengono avvolti da un polimero semipermeabile che, all’aumentare della temperatura reagisce allargando il diametro dei pori e permettendo all’umidità di permeare e dissolvere gradualmente il fertilizzante.
Cosa regola il rilascio?
La cessione controllata è influenzata direttamente da:
- temperatura del terreno: si evitano rilasci incontrollati durante i periodi freddi in cui le asportazioni colturali sono minime o assenti;
- umidità del suolo: le piogge o l’irrigazione promuovono la graduale solubilizzazione del granulo;
- spessore della membrana: grazie ai diversi spessori disponibili, è possibile ottenere longevità di rilascio differenti (1-2 mesi, 2-3 mesi, 3-4 mesi, 4-5 mesi ecc.).
ICL e il futuro: biodegradabilità con eqo-x
Oltre al rilascio controllato, l’azoto viene protetto anche dalla lisciviazione e dalla volatilizzazione.
Inoltre, al fine di rispettare i criteri di biodegradabilità imposti dall’Unione Europea, obbligatori dal 2028, ICL si prepara al lancio di eqo-x, la nuova membrana semipermeabile costituita da uno strato di zolfo ed un polimero totalmente biodegradabile.
SRF, caratteristiche e limiti dei fertilizzanti a lento rilascio
I fertilizzanti a lento rilascio, invece, a differenza dei CRF, si caratterizzano per un rilascio non controllato che dipende, oltre che da temperatura e umidità, anche dall’attività microbica del suolo. È il caso di inibitori della nitrificazione (es. 3,4 DMPP, DCD), inibitori dell’ureasi (es. NBPT) ma anche fertilizzanti azotati condensati e organo-minerali ad elevato tasso di umificazione. Tali tecnologie, oltre a non garantire tempi di rilascio programmati, nella maggior parte dei casi non sono in grado di proteggere l’azoto da perdite sia per lisciviazione che per volatilizzazione.
Localizzazione del fertilizzante, un’opzione strategica per le semine
Infine, nel caso di Agromaster®, l’avvolgimento dei granuli consente la localizzazione dei diversi formulati in fase di semina, anche in prossimità del seme, senza alcun problema di fitotossicità. Tale pratica risulta molto vantaggiosa nelle semine primaverili, come nel caso di mais, girasole e altre colture a semina di precisione.