Le serre semichiuse rappresentano per Marc Celis, crop specialist di Rijk Zwaan, il prossimo passo nella coltivazione high-tech degli ortaggi a foglia. «Nonostante questo tipo di serre sia nato per la coltivazione di frutta, sono sempre di più i produttori che scelgono di utilizzarle per produrre lattuga in idroponica. Negli Usa, in Canada, Giappone ed Europa, la produzione in serre semichiuse è associata all’utilizzo del sistema Nft (Nutrient film technique) e talvolta all’aggiunta di sistemi di illuminazione artificiali per incentivare o controllare la crescita delle piante in determinati periodi, al fine di favorire la produzione durante tutto l’anno».
Le serre semichiuse continuano a riscuotere successo tra i produttori perché consentono di produrre ortaggi sicuri e di alta qualità. I sistemi di areazione posti al di sotto delle grondaie permettono di controllare perfettamente i valori di temperatura e di umidità.
Quest’ultima viene ridotta anche grazie ai sistemi di climatizzazione che evitano la formazione di funghi; la leggera pressurizzazione all’interno della serra e le reti a maglia fitta tengono a bada gli insetti. In questo modo si evita il ricorso ai pesticidi. Le serre a clima totalmente controllato rappresentano la soluzione ideale per i climi caldo-umidi.
Rijk Zwaan segue i produttori nella scelta degli ortaggi e delle varietà che meglio si adattano a questo tipo di coltivazione.
«Consigliamo varietà resistenti al tip burn e a crescita rapida come le Salanova® Bobal RZ, Stefano RZ o Xem RZ».
Il crop specialist ritiene che l’impiego di serre semichiuse decollerà nei prossimi 5-10 anni. «La resa della lattuga è più alta e questo equivale a un buon ritorno sugli investimenti – aggiunge Celis –. Inoltre, la qualità del prodotto è migliore, così come l’affidabilità del raccolto. La lattuga prodotta nelle serre idroponiche ha un costo notevolmente più basso rispetto a quella coltivata tradizionalmente. Sebbene sia necessaria l’elettricità per abbassare la temperatura e ridurre l’umidità, le serre semichiuse godono di abbondante luce solare. Naturalmente le serre tradizionali rappresentano ancora la soluzione più indicata laddove le condizioni sono sfavorevoli, ad esempio in zone soggette a forti grandinate o a terremoti, ma credo fortemente che questi due mondi così diversi si avvicineranno gradualmente fino a far fondere le rispettive tecniche».
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