Grano duro, in Capitanata le piogge stanno ostacolando le semine

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Seminatrice all'opera nella pianura foggiana a fine dicembre
Dopo due lunghi anni di pressoché continua siccità è piovuto per così tanti giorni tra la metà di novembre e la prima settimana di dicembre che gli agricoltori hanno iniziato a seminare tardi e continueranno anche a gennaio

In provincia di Foggia, cuore della produzione di grano duro in Italia, dopo due anni di siccità persistente, con effetti disastrosi sulle rese, sono tornate le piogge e, ironia della sorte, hanno condizionato negativamente le semine per la nuova annata agraria. È quanto rileva Marcello Martino, agricoltore (nel 2025 37 ha a grano duro tra Foggia e Manfredonia) e agronomo responsabile della conduzione di diverse aziende agricole rappresentative del Foggiano.

Grano duro, semine tardive in Capitanata

Marcello Martino
Marcello Martino

«Quest’anno la maggior parte delle semine di grano duro sono state tardive in Capitanata. Dopo un lunghissimo periodo di siccità le piogge sono finalmente arrivate in autunno, soprattutto nella seconda parte del mese di novembre, ma così insistenti e continue che non hanno reso possibile le consuete semine dello stesso mese di novembre.

La maggior parte del grano duro è stata seminata a partire dalla seconda settimana di dicembre e una parte non trascurabile sarà seminata anche a gennaio. Di norma la programmazione colturale e la prenotazione delle sementi avvengono a ottobre, ma quest’anno quasi nessuno lo aveva fatto sino ai primi di novembre, tant’è che nelle aziende sementiere a ottobre non si muoveva nulla».

Il grosso delle semine è partito dopo l’8 dicembre

Dopo gli ultimi sei-sette mesi di siccità assoluta, finalmente a metà ottobre è caduta una prima pioggia discreta che ha permesso di lavorare i terreni per preparare un adeguato letto di semina.

«Qualcuno ha cominciato a seminare ai primi di novembre, su terreno asciutto, ed è stato fortunato, perché dopo un po’ sono iniziate le piogge. Dopo la prima decade di novembre è piovuto quasi di continuo: non sono cadute grandi quantità di acqua, le piogge sono state in genere brevi, solo a volte consistenti, ma tali da impedire le semine per quasi un mese. Soltanto con l’arrivo di tali piogge gli agricoltori hanno cominciato a prenotare le sementi di grano duro. Quasi tutti hanno iniziato a seminare dopo l’8 dicembre. È stata una corsa alla semina per recuperare il tempo perduto, ma con grandi difficoltà, a causa dei terreni bagnati e delle erbe infestanti che nel frattempo si erano sviluppate molto in virtù delle piogge e delle temperature miti. In una situazione meteorologica più normale, con piogge cadute nei tempi giusti, sarebbe stato possibile eliminare le malerbe ancora piccole con opportune lavorazioni del terreno, per le quali non c’è stato tempo».

Riduzione delle superfici inferiore alle aspettative iniziali

Nella scorsa estate la delusione scaturita da rese molto basse a causa della siccità e da prezzi pessimi aveva spinto gli agricoltori foggiani a preventivare una consistente riduzione delle superfici, ma questa, evidenzia Martino, sarà inferiore alle aspettative iniziali.

«Le prime piogge di novembre sono apparse come un buon segnale per l’inizio della nuova annata, per cui gli agricoltori, nella speranza di una campagna migliore di quella precedente, si sono organizzati per le semine. Tuttavia una corretta preparazione dei terreni è molto importante per gli esiti produttivi del grano duro. Nei terreni secchi non si può seminare: se i semi germinano e non trovano l’umidità necessaria per sopravvivere muoiono. Purtroppo le piogge continue hanno fatto ritardare molto le semine. Il periodo ideale per la semina del grano duro va da metà novembre a metà dicembre. Quest’anno, invece, il grosso delle semine è avvenuto dalla seconda settimana di dicembre in poi. Tale ritardo non è positivo dal punto di vista agronomico, perché riduce il ciclo biologico della coltura. Inoltre per il grano duro le piogge davvero importanti non sono soltanto le autunnali, bensì anche quelle invernali, da gennaio a marzo, per effettuare bene le concimazioni azotate e il diserbo, e soprattutto quelle primaverili, di aprile e maggio, che consentono alle spighe di svilupparsi e di riempirsi».

Semine su terreni l’anno scorso coltivati a maggese

Martino sottolinea che tanti agricoltori si sono orientati comunque a seminare grano duro, malgrado il prezzo sia inferiore a 30 €/q, oscillando attualmente tra 27, 28 e 29 €/q.

«Mancano reali alternative, per cui si spera che le cose vadano finalmente per il verso giusto, nelle rese e nei prezzi. Ma non sappiamo che cosa accadrà fino a giugno. Dobbiamo sperare che piova nei tempi opportuni e nelle quantità sufficienti e che non ritorni la siccità, altrimenti ci faremo male come e più della scorsa annata. È un dato di fatto, comunque, che molti agricoltori non hanno seminato su ristoppio di grano duro, cioè non hanno seminato grano su grano, ma solo su terreni che nell’anno precedente sono stati coltivati a maggese, quindi solo sui terreni più fertili. E tanto perché non tornano i conti con gli attuali prezzi di mercato, che non consentono di coprire neanche i costi di produzione. Anche nelle aziende da me assistite non è stata seminata una parte di grano duro sui terreni che nella scorsa annata hanno ospitato grano duro o altri cereali, essendo prevalsa la scelta di seminare soltanto su maggesi di pomodoro da industria, di peperoni, di leguminose o di avena da foraggio o su maggesi “nude” (set-aside). Verso la fine del mese di gennaio sarà possibile quantificare in modo più attendibile la riduzione delle superfici seminate a grano duro, che in ogni caso allo stato attuale è possibile ipotizzare in una misura pari ad almeno il 10-20%».

Grano duro, in Capitanata le piogge stanno ostacolando le semine - Ultima modifica: 2025-12-31T12:23:56+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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