COLTURE ESTENSIVE

Mais su strip till e sodo: Annata davvero positiva

I risultati delle prove realizzate da Ersaf presso l’azienda Carpaneta.

Il mais irriguo coltivato in Pianura padana è la specie che più di ogni altra è in grado di convertire l’energia luminosa in energia di legame chimico. La sostenibilità della specie, che è ricerca di mediazione economica, ambientale e sociale, sembra in questi anni entrata pesantemente nelle strategie di razionalizzazione dell’impiego dei fattori produttivi e ciò nonostante, occasionalmente, i prezzi “artificiosamente” salgano per la concorrenza esercitata, anche a livello internazionale, dalle azioni collegate ai processi di produzione delle energie rinnovabili, per altro, non significativamente in espansione dopo trend esponenziali durati oltre un decennio.

L’obiettivo del lavoro, non è tanto l’aumento della produzione per unità di superficie, come taluni addetti sostengono, ma il mantenimento delle attuali produzioni, con una forte semplificazione colturale e diminuzione dei fattori e dei costi della produzione: concime, acqua, lavoro, raccolta e conservazione.

Dopo 3 anni di agricoltura conservativa a minima lavorazione, a confronto con il sodo, nel 2012 la minima lavorazione su mais è stata sostituita con lo strip till, mantenendo il confronto con il sodo.

Lo strip till è un’operazione diffusa da parecchi anni negli Stati Uniti e ora da circa 3-4 anni è in prova dimostrativa anche in Italia con attrezzature semplici d’importazione o costruite totalmente nel nostro Paese.

Lavorazione a strisce in autunno

L’11 ottobre 2012 con un attrezzo dotato di 4 organi lavoranti, trainato da trattrice a guida satellitare, su paglia trinciata di frumento, è stata eseguita una lavorazione strip till in un unico passaggio alla velocità di circa 10 km/h (3 ha/h di capacità effettiva di lavoro).

Durante l’inverno si è notato che, a causa di una maggior temperatura del terreno lavorato e dell’assenza di pacciamatura, le malerbe erano cresciute soprattutto sull’area dello strip.

Per contro, l’interstrip a sodo, ha potuto ostacolare meglio lo sviluppo delle malerbe sia per la pacciamatura ordinaria di stoppie che per il supplemento di pacciamatura creato dal “lancio” dei residui posizionati in corrispondenza dello strip lavorato; a ciò si aggiunge il fatto che essendo il terreno dello strip leggermente sopraelevato rispetto al piano di campagna a sodo, le precipitazioni si sono raccolte quasi esclusivamente in questo leggero avvallamento di terreno interstrip, creando condizioni sfavorevoli alla germinazione-vegetazione delle malerbe.

Dopo la semina, grazie alle ormaie lasciate dal transito della trattrice, questo avvallamento si è ulteriormente approfondito, ciò ha favorito, nonostante le intense piogge, il mantenimento di un franco di coltivazione al mais in vegetazione sullo strip.

Molto probabilmente questo fatto ha influenzato la forte differenza di temperatura tra strip e interstrip che, sorprendentemente, è risultata maggiore rispetto a quelle riscontrate tra terreni lavorati a minima e a sodo (tab. 1). Nelle minime tradizionali infatti, al contrario dello strip till, le precipitazioni bagnano omogeneamente la superficie del suolo che è sostanzialmente piana.

La semina su strip till

Anche per questo aspetto le imprevedibili quanto eccezionali e frequenti piogge primaverili del 2013 non hanno ostacolato la semina su strip till che è potuta avvenire il 16 aprile; al contrario, su sodo, l’umidità elevata del terreno pacciamato ha comportato uno slittamento della semina al 28 maggio; un ritardo di ben 42 giorni.

Su strip till invece, l’asciugatura superficiale del terreno è apparsa veloce, e anche dopo la semina del 16 aprile, su strip till, al contrario del sodo, sarebbe stato possibile trovare altre 2 finestre utili di semina entro la fine di maggio.

Su strip till si è operato senza satellitare con seminatrice a 6 file Gaspardo, mantenendo abbassato il coltello anteriore e ciò per migliorare l’interramento del seme nei tratti nei quali l’operatore, per presenza di malerbe che nascondevano la traccia di semina, “usciva” leggermente dallo strip.

Il ritardo di semina, su sodo, ha fatto “saltare” il confronto “omogeneo” tra strip till e sodo. Infatti, mentre su strip till sono stati seminati due ibridi di classe 600, PR32F73 di Pioneer e Radioso di Syngenta, su sodo si è dovuto optare, alla fine di maggio, su Krebs di KWS, ibrido di classe 400, materiale a ciclo molto più breve.

L’investimento è stato pari a 7,8 semi/m2 su strip till e sodo, corrispondenti a 7,4 e 7,6 piante/m2 rispettivamente per strip till e sodo.

Concimazione alla semina

Con la semina su strip till, sono stati interrati 190 kg di concime D-Coder F1 [un concime NP (S) 14-20 (21) con microelementi] e circa 10 kg/ha di geodisinfestante (visualizza la scheda agronomica); mentre su sodo lo stesso concime, alla dose di 220 kg/ha circa, era stato distribuito a spaglio il 19 aprile. Anche su sodo la semina è stata integrata con il geodisifestante.

Alla maturazione lattea precoce, su aree di circa 4 m2, sono stati campionati e portati al centro aziendale gli ibridi in prova dimostrativa. Le spighe senza brattee da una parte e gli stocchi, foglie e brattee dall’altra, sono stati pesati, trinciati e campionati per la determinazione dell’umidità.

La raccolta della granella è avvenuta il 12 settembre per strip till (mais CL 600) e il 4 ottobre per il sodo (mais CL 400) pesando e campionando aree di saggio della superficie di circa 1.300 m2.

Questa prova dimostrativa su mais strip till e su sodo è stata presentata, il 19 luglio 2013, nell’ambito de “La giornata dell’Agricoltura Sostenibile e della Nòva Agricoltura”, organizzata daErsaf, con Il Sole24ore e Aigacos, presso l’az. agroforestale “Carpaneta”.

Diserbo e concimazione di copertura

Il diserbo su strip till, con mais allo stadio di 2°-3° foglia, è stato fatto con Merlin Flex + Trek-P, alla dose di 1,8+1,8 kg/ha; mentre su sodo, la stessa miscela, è stata impiegata alla dose di 2 + 2 kg/ha, ma con oltre un mese di ritardo per l’epoca di semina differita.

La concimazione di copertura su strip è stata fatta con urea il 3 giugno alla dose di 220 kg/ha di azoto; mentre su sodo è stata fatta l’1 luglio con Rizovit 35 N-Process alla dose di 210 kg/ha di azoto, interrando leggermente il concime.

Nel corso della coltivazione, allo stadio di 5°-6° foglia, dopo un evento ventoso-piovoso particolarmente intenso, una parte del mais a strip till dell’area nord, quella meno protetta dai frangivento forestali, è stata in interesata da piegamento di piante a circa 45 °C con piccole lacerazioni di una parte degli apparati radicali.

Questi danni erano evidenti anche in fase di fioritura per la ginocchiatura degli stocchi e il parziale anomalo e asimmetrico sviluppo delle radici secondarie e aeree. Probabilmente, una lieve compressione dello strip in presemina, davanti all’organo di semina, avrebbe aumentato la densità del terreno e contrastato, in presenza di suolo bagnato, il “cedimento” radicale, ragionevolmente causato dall’esplosione autunnale del terreno secco e dall’azione “dilatante” del gelo invernale.

La struttura degli apparati radicali

Se da una parte l’innalzamento della temperatura del suolo è favorita proprio da questi ultimi due fattori, dall’altra la probabile bassa densità del volume di terreno dello strip non offre sempre garanzie di forte ancoraggio della pianta al suolo, soprattutto nei terreni meno sciolti, bagnati e ciò, fino a quando gli apparati radicali secondari non iniziano a esplorare il terreno dell’interstrip a sodo, più compresso.

Seguendo poi questo filone d’indagine, si è cercato di verificare forma e sviluppo dell’apparato radicale su strip till, rispetto a un altro mais, della stessa classe e della stessa società, coltivato su terreno arato ed erpicato e seminato nella stessa epoca e con ugual investimento.

Ciò che è sembrato visibile, nel terreno lavorato tradizionalmente rispetto allo strip till, è stato un apparato secondario più profondo con scarsità di peli radicali assorbenti nei circa 20-25 cm di radici di conduzione prossimali.

Gli apparati radicali delle piante coltivate su strip till invece, sono apparsi leggermente meno profondi ed espansi e soprattutto caratterizzati da capillizio radicale fine anche sui grandi vasi di conduzione, fino a pochi cm dal soprasuolo.

Non è escluso che tale differente sviluppo sia stato influenzato dalle fortissime precipitazioni di aprile-maggio che su terreno strip till potrebbero essere sgrondate, presumibilmente, in modo meno veloce rispetto al suolo lavorato tradizionalmente.

Non è stato possibile invece, confrontare l’apparato radicale del mais su sodo con altro mais simile seminato su terreno lavorato tradizionalmente perché in azienda non c’era altro mais seminato così in ritardo, su terreno arato.

Rese a maturazione lattea precoce

Biomassa e spighe - I campionamenti e le pesate sono state effettuate alla fine di luglio, con un anticipo di oltre 20 giorni sullo stadio di maturazione “cerosa” della pianta.

Le tabelle 2-3 riportano, per la semina di mais CL 600 su strip till, 7,4 piante/m2 e tenori di sostanza secca della pianta intera e della spiga senza brattee pari rispettivamente a 23 e 28% circa, mentre su mais CL 400 seminato su sodo, gli stessi tenori sono calati rispettivamente a circa il 19 e 9% ss.

La produzione di biomassa su strip till è stata di 15,5 t/ha ss con 2,5 t/ha ss di spighe allo stadio di maturazione lattea precoce per i due ibridi seminati a metà aprile; mentre per il mais classe 400 seminato a fine a maggio la produzione di mais trinciato integrale è stata di sole 8,9 t/ha ss con una trascurabile presenza di abbozzi di spiga in fase di distensione cellulare e di completamento della fecondazione (0,1 t/ha ss).

Granella al 13% di umidità - Anche la produzione di granella ha evidenziato differenze produttive simili a quelle riscontrate per la biomassa (tab. 4).

Su strip till, l’umidità alla raccolta di mais PR32F73 e di Radioso sono state rispettivamente pari al 26,4 e 32,3% e la produzione si è assestata sulle 14,2 t/ha di granella al 13% di umidità, praticamente per entrambi gli ibridi.

Su sodo invece l’umidità di raccolta è stata dell’ordine del 23,5% e la produzione pari a 10,1 t/ha di granella al 13% di umidità. Considerando il ritardo di semina, il mais su sodo è risultato a vista, per omogenità d’investimento e bellezza, il migliore mais di questi ultimi 4 anni.

Campagna eccezionale

L’andamento climatico eccezionalmente piovoso sia nel periodo aprile-maggio che nel successivo periodo giugno-agosto, non consente di stimare con ragionevole accuratezza la differenza produttiva di biomassa e di granella tra lavorazione a strip till e sodo nel 2013.

Il confronto è infatti “sbilanciato” perché, mentre è stato possibile seminare il mais su strip till nel periodo ordinario di metà aprile; su sodo si è dovuto, eccezionalmente, seminare alla fine di maggio perché il terreno, bagnato da frequenti precipitazioni e pacciamato da stoppie si è mantenuto, in ampie aree, costantemente impraticabile.

Queste condizioni di semina, nel sodo, non sono da ignorare e sono tanto più limitanti quanto più forte è la presenza di residui e quanto più strutturato è il terreno. In relazione a questi aspetti logistici di tipo meteorologico che interferiscono con le operazioni di campo non sarebbe corretto limitare il confronto strip till/sodo alla sola produzione di granella o di biomassa, perché talvolta la flessibilità e l’ampiezza della finestra di lavoro dopo una o più precipitazioni sono aspetti determinanti sulla produzione media continuativa perché interferiscono sul momento di semina della coltura e quindi sul periodo utile di sequestro della luce, sull’epoca di fioritura e sugli stress estivi.

Gli autori sono di Ersaf - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste - Regione Lombardia - Struttura Produzioni e Filiere

Mais su strip till e sodo: Annata davvero positiva - Ultima modifica: 2013-12-12T17:38:34+01:00 da nova Agricoltura

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