Mais, i costi aumentano? La tecnologia fa risparmiare

mais
Parla il presidente dell’associazione italiana maiscoltori Cesare Soldi. Negli ultimi anni i mezzi tecnici hanno raggiunto prezzi elevati, necessario quindi ottimizzarne la distribuzione. Restano fondamentali formazione, incentivi e ruolo dei contoterzisti

«Puntiamo sul mais italiano, non solo per orgoglio» aveva scritto in un editoriale di Terra e Vita di qualche mese fa (n. 29/2023) il presidente dei maiscoltori italiani Cesare Soldi, coltivatore di mais in provincia di Cremona. Aggiungendo la necessità di una «continua spinta per ricerca e innovazione sul fronte agrotecnico». Innovazione che senz’altro, se introdotta e utilizzata correttamente, promette di risparmiare, migliorandone la distribuzione e l’utilizzo, fitofarmaci, fertilizzanti, acqua. Ne abbiamo parlato proprio con Cesare Soldi, che afferma che «L’agricoltura di precisione è tra le innovazioni più promettenti su cui puntare in futuro perché siamo di fronte a una vera e propria, inevitabile, rivoluzione agronomica che riguarda non solamente l’adozione di nuove tecnologie ma anche l’adozione di una diversa mentalità degli agricoltori per una diversa impostazione dell’attività».

Cesare Soldi

Perché queste nuove tecnologie sono adatte a essere utilizzate nel mais?

Prima di tutto sono compatibili, cioè posso integrarle alla tecnica agricola tradizionale senza fare un cambio completo, dato che sono integrabili a livello di operazioni: per esempio posso servirmene solo alla semina o solo al raccolto, con le mappe di produzione. E poi sono installabili sui macchinari, anche solo su una parte di essi. È il caso delle interfacce da utilizzare sulle macchine che sono prive di sensori. Ma ci sono altri vantaggi che le rendono “appetibili”.

Quali vantaggi?

La tecnologia di precisione è modulabile: cioé posso decidere se applicarla all’irrigazione, alla concimazione o alla semina, non è necessario comprenderla in tutte le operazioni. E poi è progressiva: nel caso dell’irrigazione, potrei utilizzare solo il monitoraggio satellitare, che per esempio mi dà informazioni sullo stress idrico della pianta, quindi sul suo vigore durante il periodo estivo, per poter intervenire nel momento opportuno. Oppure potrei andare sul rateo variabile fino ad arrivare alla microirrigazione. Poi ovviamente l’agricoltore deve fare la scelta giusta in base alla disponibilità finanziaria e alle conoscenze che ha, che in alcuni casi possono essere però una barriera all’accesso e all’utilizzo di queste tecnologie.

A proposito di conoscenze, ci sono degli studi svolti su mais?

Si, posso citare una sperimentazione dell’università Cattolica di Milano condotta dal professor Corsi e dalla professoressa Facchi svolta in un’azienda maidicola (vedi sotto). Da un’esperienza in campo è stata fatta una generalizzazione di sistema, per vedere quanto l’agricoltura di precisione può incidere sui risultati. Dalle analisi svolte sulla profittabilità è emerso che l’agricoltura di precisione diventa ancora più vantaggiosa quando i costi dei mezzi di produzione crescono come lo scorso anno, quando sono aumentati i prezzi dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari. Questa profittabilità deriva ovviamente dalla riduzione degli input di produzione perché concentro l’utilizzo dei fertilizzanti, dei prodotti fitosanitari e dell’acqua. Ma ci sono anche altri risparmi.

Di che risparmi si tratta?

A proposito di irrigazione, utilizzando dosaggi variabili in un pivot con mappe di precisione si è riusciti ad avere un risparmio energetico del 20% per il minor pompaggio.

Un altro aspetto affrontato dallo studio è quello del costo dei servizi che purtroppo è ancora molto elevato, e per noi è un impedimento notevole, dato che il capitale iniziale con la redditività anno su anno tende a diminuire. Ecco allora la necessità di un’azione politica che ci accompagni in questo percorso che è anche virtuoso, perché diminuisce l’impatto ambientale grazie al minor utilizzo di risorse. Oramai il contesto è avviato e noi agricoltori siamo su questa strada: ogni volta che compriamo un nuovo trattore ha già installata una tecnologia di precisione, lo stesso vale ovviamente per i macchinari del contoterzista.

Ecco, qual è il ruolo dei contoterzisti?

Alcuni macchinari completi di tutte le tecnologie per noi sono difficilmente accessibili, per questo i contoterzisti sono sempre di più un’opportunità, vista anche la difficoltà nel reperire manodopera in agricoltura. Ovviamente ci sono tecnologie per noi più a portata di mano, come la distribuzione a rateo variabile. Una cosa è certa: in tutto questo l’assistenza sarà fondamentale, per questo servirà molta formazione.

E molti incentivi.

In uno scenario come quello che stiamo affrontando in questi giorni, con una redditività prossima ai costi di produzione a causa di una rapidissima diminuzione dei prezzi, il tema dell’accesso a questa tecnologia è centrale. Gli investimenti necessari per acquistare un modulo di guida satellitare o una macchina che ha un controllo più completo rischiano di essere una barriera all’accesso. Sono quindi benvenuti gli incentivi per il 4.0 e gli interventi agroambientali.

Cosa deve cambiare?

La mentalità e l’impostazione delle attività in campo. Per esempio: eravamo abituati a irrigare a intervalli standard, oggi abbiamo le sonde e il monitoraggio satellitare, insieme ai sistemi di supporto alle decisioni, che ci aiutano a capire cosa succede alla coltura in ogni momento. Anche questo fa parte del cambiamento che verrà.


IL PROGETTO SOS-AP

Il progetto Sos-Ap, acronimo per “soluzioni sostenibili per l’agricoltura di precisione” è un progetto avviato circa tre anni fa in Lombardia dal Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’università di Milano e dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente, un dipartimento del Cnr. Obiettivo dello studio, valutare e diffondere tecniche di precisione in due settori fondamentali dell’agricoltura lombarda, come maiscoltura e viticoltura. La maiscoltura ha un ruolo fondamentale nel contesto agricolo lombardo. Le rese medie sono spesso ottenute con l’impiego di grandi volumi di acqua e alte dosi di fertilizzanti chimici azotati a cui va aggiunto l’azoto derivante dagli effluenti zootecnici.

In gran parte della pianura lombarda il mais è ancora oggi irrigato per scorrimento. In alcune aree, dove la disponibilità di acqua è storicamente limitata, nel corso degli ultimi decenni si verificata una conversione dei metodi nella direzione dell’aspersione. Macchine irrigue come pivot e ranger sono state introdotte soprattutto in territori caratterizzati da aziende e appezzamenti di dimensioni superiori a quelle medie. Nel caso della cerealicoltura lombarda e italiana, le ridotte superfici degli appezzamenti, il mancato ammodernamento del parco macchine e la scarsa informazione riguardo ai benefici economici e ambientali dell’agricoltura di precisione sono i maggiori ostacoli all’adozione di tali tecniche. Tornando al progetto, i ricercatori hanno individuato un’azienda cerealicola e hanno portato avanti due filoni di ricerca: un test di gestione dell’irrigazione e della concimazione con tecniche di precisione e, successivamente, la trasposizione dei risultati ottenuti su scala aziendale. Per i dettagli sul progetto: urly.it/3y0by

Mais, i costi aumentano? La tecnologia fa risparmiare - Ultima modifica: 2024-01-11T16:27:16+01:00 da K4

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