Dalle peculiari esigenze dei viti-frutticoltori di zone come il Trentino Alto Adige, che devono rispettare normative anti-deriva ancora più stringenti di quelle comunitarie e nazionali, nasce un nuovo modello di nebulizzatore Martignani: l’M 612 Multi-Flow "Südtirol 2015".
«Ci siamo seduti ad un tavolo ad ascoltare le istanze di questi produttori – ha spiegato Melchiorre Martignani, responsabile della storica azienda romagnola - a cui viene imposto, in prossimità di abitazioni o aree sensibili, di chiudere o solo l'aria o sia il liquido che l'aria delle irroratrici dotate di ventilatori. Non essendo per noi possibile chiudere l'aria, visto che utilizziamo il moderno e anticonvenzionale sistema di polverizzazione pneumatica, abbiamo cercato di individuare una soluzione alternativa, ma altrettanto efficace». L'idea di base, nata da un’originale intuizione del fondatore Claudio Martignani, è stata quella di considerare l'aria non un nemico, ma un alleato, studiando un modo per utilizzarla - a seconda delle esigenze – non solo come mezzo di polverizzazione e trasporto del liquido per il trattamento, ma anche come cortina protettiva per le zone di rispetto.
Bocchette a geometria variabile
Un risultato possibile grazie all'inserimento sul mezzo di molteplici bocchette erogatrici a geometria variabile, regolabili e orientabili. Se in una situazione normale queste possono essere tenute tutte a 90° rispetto al senso di marcia, e quindi completamente attivate per effettuare il trattamento su entrambi i filari, quando necessario le medesime possono essere orientate dal posto di guida in maniera diversa, con varie angolazioni, fino a raggiungere i 180°, in posizione dunque parallela e contraria al senso di marcia (o sul lato sinistro o sul lato destro). In questo ultimo caso, in particolare, viene bloccata l'uscita del prodotto, ma non quella dell’aria che crea, appunto, una barriera naturale, una sorta di invisibile muro protettivo in grado di arginare eventuali moti di deriva atmosferica (domanda di Brevetto n° BO2015A000214).
Carica elettrostatica potenziata
Il sistema anti-deriva, poi, è ulteriormente sostenuto dalla carica elettrostatica delle micro-gocce – introdotta per prima in Europa dalla Martignani nel 1981 - e qui ulteriormente potenziata. In sintesi, questo sistema collegato alla corrente 12V della batteria del trattore, conferisce alla nebbia chimica erogata dagli ugelli una carica elettrostatica (-) di 20milaV, ma a bassissimo amperaggio. Così la vegetazione si carica all’istante di segno contrario (+) innescando una reciproca attrazione anche in presenza di vento. Questa tecnica evita inoltre la confluenza delle goccioline che può causare ustioni, fitotossicità e accumulo di residui chimici sul raccolto, poiché - essendo tutte caricate dello stesso segno - le goccioline fra loro si respingono depositandosi in modo perfettamente uniforme su foglie e frutti.
Fondamentale, per assicurare le migliori performance, anche la dimensione delle gocce: non devono essere troppo grosse perché sarebbero più dispersive, né troppo piccole perché più facili a derivare e ad evaporare. La misura ottimale va da 100 a 150 micron, grazie ad una velocità dell'aria compresa tra gli 80 e i 60 m/s a livello dell’ugello micronizzatore (una velocità maggiore ne ridurrebbe troppo le dimensioni).
Basso a alto volume a confronto
Va inoltre sottolineato che questo tipo di nebulizzatore garantisce i migliori risultati con trattamenti concentrati piuttosto che diluiti, cioè “a basso volume d’acqua”, consentendo dunque di ridurre anche il prodotto utilizzato su qualsiasi forma di coltura. Per dimostrarlo sono state effettuate diverse prove tecniche nella zona di Cortaccia (Bz) con due diversi volumi di miscela, a 150 l/ha (concentrazione 10 v.) e a 300 l/ha. (concentrazione 5 v.), sfruttando la possibilità di variare all’istante qualsiasi volume grazie ai dosatori di precisione del liquido a scala graduata (vedi Box).
Il nuovo modello "Südtirol 2015" conta su un maggior rendimento del ventilatore che garantisce un minore consumo di gasolio (oltre ad essere decisamente poco rumoroso). Conta tre valvole ben evidenziate ed accessibili: una per escludere il liquido quando è necessario pulire il filtro, una per pre-miscelare nel cestello inox dove si versano i liquidi - e dove figura anche il lava-contenitori automatico – e, infine, quella per regolare l’agitazione continua. Va sottolineato che la pompa centrifuga, che funziona come tutto il circuito di distribuzione ad una pressione di 1,5 bar - ha una portata di 250 litri al minuto utili a mantenere una miscelazione potente, visto che per il trattamento più o meno concentrato ne bastano mediamente da 10 a 20 l/m. Il liquido che non viene irrorato rientra quindi nel serbatoio e crea l’agitazione, la cui intensità risulta direttamente proporzionale alla concentrazione della miscela.
La formula dose/tempo
Gli esclusivi ugelli micronizzatori, con apertura di 4 mm di diametro e che si possono singolarmente chiudere e regolare nell’erogazione, non hanno problemi né di usura, né di otturazione e sopportano qualsiasi tipo di concentrazione e volume (da 50 fino a 1500 l/ha). In base a determinati elementi, inoltre, è possibile fare una completa regolazione della macchina grazie ad una semplice formula che prende in considerazione i litri/ha, la velocità d’avanzamento in Km/ora e la larghezza in metri dell’interfilare, fornendo come risultato i litri/ora da puntare sulla scala graduata dei dosatori. Questo rapido e preciso metodo consente di prevedere il tempo necessario a fare il lavoro e, di conseguenza, di essere tempestivi, elemento molto importante in campagna, considerando i frequenti capricci meteorologici.
A questo proposito giova ricordare che è proprio quando si effettua il trattamento in presenza di vento anche moderato che si verificano le maggiori perdite per deriva, specie quando un’irroratrice, pur dotata di torretta, presenta una parte dei flussi inclinati verso l’alto. Di qui l’importanza di poter operare con efficacia a basso volume d’acqua, prerogativa peculiare del sistema pneumatico elettrostatico della Martignani. Solo così, infatti, si riduce nettamente il tempo del trattamento, consentendo all’agricoltore di poter scegliere le ore del giorno più propizie. Basti pensare che a 150 l/ha con un solo pieno di 1000 l di miscela concentrata 10 v. si trattano ben 6,66 ettari di frutteto, mentre a 600 l/ha concentrati 2 v., come oggi prevalentemente si usa con gli atomizzatori convenzionali, si tratta poco più di un ettaro e mezzo.
Vanno infine precisati ancora due elementi innovativi che garantiscono le eccellenti capacità anti deriva: il nuovo sistema anti-goccia integrato (brevetto Martignani), che garantisce l’assenza assoluta di tracce di prodotto anche quando si chiude il liquido per formare solo la cortina d’aria protettiva, e il dispositivo con comando a distanza che riduce il flusso d’aria, da attivare quando l’operatore decide di variare di alcuni gradi l’angolo di incidenza delle bocchette.
Siamo quindi di fronte ad un ulteriore esempio di sviluppo innovativo, coronamento di una lunga serie che dal 1958 caratterizza la storia dell’azienda Martignani e che spiega perché i nebulizzatori pneumatici elettrostatici si sono affermati presso le migliori aziende frutti-vitivinicole italiane e di altri 70 Paesi nel mondo.