Riduzione delle zone d'ombra all'interno del tunnel serra; aumento della fotosintesi; sviluppo più uniforme delle piante; diminuzione della temperatura interna, a inizio primavera, di almeno 3-4 °C rispetto a un tunnel serra con film plastico trasparente, evitando danni da eccesso di calore e da ustioni alle piante e disagi agli operai; offrendo migliore qualità dei frutti, senza perdite e con garanzia di migliore lavorabilità e maggiore durata al consumo. Sono gli interessanti vantaggi derivanti dall'impiego di film plastici a luce diffusa per la copertura di tunnel serra coltivati a fragola, secondo l'esperienza di Demetrio Nicodemo, responsabile tecnico della Nicofruit, azienda frutticola in agro di Marconia, frazione di Pisticci (Mt), che dedica 40 ha alla coltivazione di fragole della varietà Candonga.
L'illuminazione diretta
«La fragola Candonga coltivata in ambiente protetto richiede molta luce. Questa è una varietà a giorno lungo, infatti soffre un po' durante le corte giornate invernali. Nel Metapontino abbiamo luce sufficiente per coltivarla e produrre ottime fragole anche nel periodo di anticipo, da fine gennaio a tutto marzo. Ma, poiché la fragola si coltiva in ambiente protetto, è necessario utilizzare un film di copertura adeguato, capace di far passare la radiazione solare evitandone i possibili danni. Per molto tempo abbiamo utilizzato i classici film plastici trasparenti a luce diretta costituiti da etilenvinil acetato (EVA), ottenuto per co-polimerizzazione dell'etilene con acetato di vinile al 14%. Questi film garantiscono il recupero di qualche grado termico durante la notte e, se ben conservati, la durata e quindi l'utilizzo per almeno due anni. Ma hanno il difetto di essere a “luce diretta”: in pratica la luce solare, incidendo sul film, viene trasmessa all'interno della serra mantenendo la stessa direzione incidente in ingresso sul film, con non pochi effetti negativi».
Forte escursione termica
Gli svantaggi della luce diretta, sostiene il responsabile tecnico della Nicofruit, sono diversi e tutti di un certo peso: «In primo luogo determina, di giorno, un aumento molto rapido della temperatura interna del tunnel serra che poi, di notte, subisce un altrettanto veloce decremento, originando una forte escursione termica. Questa variabilità provoca diverse conseguenze: la pianta lavora, cioè fotosintetizza, in maniera troppo rapida, con un eccessivo sviluppo dell'apparato fogliare, ma senza portare frutti in più, anzi a scapito della fruttificazione; inoltre una variazione di 30 °C e più predispone facilmente la coltura a subire gli effetti di una gelata e può influire sulla qualità dell'allegagione causando frutti deformi».
Effetto lente
In secondo luogo la luce diretta crea un dannoso “effetto lente”: «Se sulle piante giovani sono presenti gocce, pure sottili, di acqua o anche solo un velo acqueo, per effetto condensa o formazione di rugiada notturna, la luce diretta del primo mattino “cuoce” i frutti ancora verdi, li rende cotti, molli, non più capaci di maturare; non crea danni invece sulle fragole già rosse e sulle piante più sviluppare, già ben accestite, che con le foglie proteggono i frutti. In terzo luogo, soprattutto se il sole illumina la serra senza essere coperto da nuvole, la luce diretta sviluppa all'interno del tunnel serra un calore immediato, stabile ed elevato, che rende difficile, persino insopportabile, lavorarci dentro».
La distribuzione in tutte le direzioni
È per evitare tutti questi svantaggi che la Nicofruit da alcuni anni sta utilizzando film plastici a luce diffusa. La luce diffusa è la frazione luminosa della luce solare che, incidendo sul film plastico, non mantiene l'angolo di incidenza originario passando attraverso il film, ma viene distribuita all'interno della serra stessa in tutte le direzioni in uguale intensità. «Pertanto - afferma Nicodemo - i film a luce diffusa, che costano tanto quanto i film plastici a luce diretta e durano anch'essi due anni, se li si conserva bene, assicurano vantaggi evidenti: riducono le zone d'ombra all'interno della serra; aumentano la fotosintesi e permettono uno sviluppo più uniforme delle piante; a inizio primavera garantiscono almeno 3-4 °C in meno rispetto a un tunnel serra con film plastico trasparente, senza danni alle piante e senza disagio per chi ci lavora dentro, tanto è vero che non abbiamo bisogno di spruzzare calce sopra i film per attenuare il calore interno, come è prassi nelle aziende serricole metapontine; poi magari a fine primavera il calore nelle due serre è equiparabile, ma intanto la raccolta delle fragole è terminata. La luce diffusa assicura una migliore qualità dei frutti, che non sono cotti o bollenti o deformi, evita perdite e ne favorisce sia la lavorabilità e il confezionamento sia la durata al consumo (shelf life). Le nostre fragole, confezionate, il giorno stesso della raccolta, in cestini, liberi o in flow-pack, da 250 o 500 g, sistemati in cassette, vengono commercializzate attraverso l'Op Assofruit Italia, in Italia, Germania, Polonia e altrove. Con piena soddisfazione dei consumatori finali».