In Spagna, la zona di Huelva rappresenta il principale bacino di produzione di fragole d’Europa (circa 6.500 ha). I fragoleti vengono costituiti con piante fresche, messe a dimora in ottobre, con varietà a basso fabbisogno in freddo invernale in grado di fruttificare per tutto il periodo invernale e primaverile. Il panorama varietale, rispetto al recente passato, ha fatto registrare una riduzione delle superfici di Candonga®Sabrosa (dal 40 al 26%) e Camarosa (dal 22 al 16%). Per contro, si è evidenziata Sabrina, una nuova varietà ottenuta da Planasa (7% degli investimenti) e la sostanziale stabilità di Splendor (22%), Florida Fortuna (5%), Primoris (4%) e Antilla (2%). A Huelva, l’Ifapa conduce da molti anni studi varietali finalizzati a verificare il comportamento delle numerose novità varietali realizzate sia dai programmi pubblici-privati spagnoli, sia da progetti di altri Paesi. In questa nota vengono riportati i risultati dell’attività condotta nel 2012 in cui sono state poste a confronto con Camarosa (californiana) e Candonga®Sabrosa (spagnola), 10 nuove varietà: Amiga, Antilla, Fuentepina, Primoris, Sabrina e Santaclara di origine spagnola; Benicia e Splendor di origine californiana; Florida Fortuna dell’Università della Florida e Nabila di origine italiana (CIV). Sono state adottate 3 tecniche di coltivazione: convenzionale, biologico e “fuori suolo”, con due date di piantagione: precoce (7 ottobre) e standard (21 ottobre). L'obiettivo di questo studio era quello di verificare l'influenza della data di piantagione e del sistema di coltivazione sulla produzione e la qualità dei frutti di queste nuove varietà. L’anticipo della data di piantagione è, infatti, una tecnica piuttosto utilizzata dai produttori spagnoli al fine di aumentare la precocità; tuttavia, può spesso determinare problemi alla qualità dei frutti aumentando l’incidenza di frutti deformati, abbassando il contenuto zuccherino (°Brix) ed i valori di consistenza della polpa (breve “shelf life”).
Valutazioni sperimentali
Gli studi sono stati condotti in cinque aziende localizzate nelle principali aree fragolicole della provincia di Huelva. In due di esse ("Caño Guaperal" ad Almonte e "Fresperiquito" a Palos de la Frontera) è stata utilizzata la tecnica tradizionale di coltivazione con piante fresche a radice nuda, messe a dimora in ottobre su terreno fumigato con la miscela cloropicrina e 1,3 dicloropropene direttamente sotto la pacciamatura della prode, mentre nell’azienda "El Cebollar" dell’Ifapa a Moguer, come disinfezione del suolo è stata effettuata la bio-solarizzazione (Medina et al., 2008). Nell’azienda "Flor de Doñana Biorganic" ad Almonte si è seguito il protocollo CAAE (Comité Andaluz de Agricultura Ecològica) per la coltura biologica, senza nessun intervento di disinfezione del suolo prima dell’impianto, e nell’azienda "CIT Adesva", a Lepe, lo studio è stato effettuato in coltura “fuori suolo” su un substrato di fibra di cocco utilizzato per il terzo anno. Tutte le aziende hanno adottato la protezione della coltura con tunnel multipli coperti con film plastico. In ciascuna realtà si è adottato un disegno sperimentale a parcelle suddivise con tre repliche per ogni località, dove la tesi primaria era rappresentata dalla data di piantagione (7 e 21 ottobre 2011) e la secondaria dalle varietà (12). In suolo ogni parcella elementare era costituita da 75 piante disposte in fila binata su un’unica prode ben baulata. In tutte le parcelle sono stati eseguiti i rilievi vegetativi (vigore delle piante rilevato mensilmente mediante la misurazione dell'area - cm2 - sottesa alla curva generata dalla misurazione del diametro della massa fogliare in cinque date del ciclo vegetativo dall'ultima settimana di dicembre all'ultima settimana di aprile); produttivi (produzione extra-precoce, precoce e totale rilevata fino alla fine di febbraio, marzo e fine ciclo e relativa incidenza percentuale di frutti piccoli e deformati); qualitativi (consistenza della polpa e residuo secco rifrattometrico). In un’azienda sono state rilevate ulteriori caratteristiche qualitative dei frutti (vitamina C e capacità antiossidante) e di “shelf life” post-raccolta (resistenza dei frutti alle ammaccature, freschezza del calice e percentuale di frutti marci).
Sviluppo vegetativo delle piante
La data d’impianto ha influito in modo significativo sullo sviluppo vegetativo delle piante. Le varietà in tutti i campi hanno mostrato un maggior vigore con la prima data di piantagione. Le piante coltivate fuori suolo hanno avuto un minor sviluppo vegetativo rispetto a quelle coltivate in suolo a causa della più elevata densità di piantagione (100.000 contro 72.000 piante/ettaro). La risposta delle singole varietà in ogni sistema di coltivazione è stata molto diversificata. Amiga e Splendor hanno mostrato un maggior vigore nelle coltivazioni convenzionali con la data di piantagione precoce, mentre Sabrina e Camarosa con la piantagione più tardiva. Benicia è sempre risultata la meno vigorosa. In coltura fuori suolo Fortuna e Fuentepina hanno presentato il maggior vigore nella piantagione precoce, al contrario di Antilla. Fuentepina si è ben comportata anche nella seconda epoca di piantagione (Tab. 1).
Produzione extra-precoce
La data di piantagione ha influenzato significativamente anche la produttività extra-precoce delle piante in coltura biologica, in fuori suolo e in due delle tre località in coltura convenzionale. Le produzioni extra-precoci più elevate sono state ottenute nelle coltivazioni convenzionali. Comunque, in tutti i sistemi colturali tutte le varietà hanno prodotto maggiormente quando le piante sono state messe a dimora più precocemente, ad eccezione di Camarosa che in coltura convenzionale ha avuto il miglior comportamento quando piantata in epoca standard (21 ottobre). In coltivazione convenzionale, Fortuna è risultata la varietà più produttiva sia nella piantagione precoce, sia in quella tardiva. Antilla e Candonga®Sabrosa hanno presentato i livelli produttivi inferiori nella seconda epoca di piantagione (Fig. 1). In coltivazione biologica, Benicia, Camarosa, Fortuna e Splendor sono risultate le varietà più produttive nella prima epoca, mentre Amiga, Antilla, Candonga®Sabrosa e 'Fuentepina' hanno presentato le produttività più basse (Fig. 2). In coltura fuori suolo tutte le varietà hanno prodotto di più quando piantate precocemente, ad eccezione di Benicia e Nabila (Fig. 3). Fortuna è risultata la varietà più produttiva nella piantagione precoce, come anche in quella standard, al pari di Benicia e Splendor.
Produzione totale
La data di piantagione non ha influito in modo significativo sulla produzione dell’intero ciclo nella coltura tradizionale, mentre nella coltivazione biologica ed in fuori suolo si è registrata una maggiore produttività con la piantagione precoce. Le varietà più produttive (come media delle due date di piantagione) sono risultate Amiga, Fortuna, Nabila, Primoris e Sabrina, con valori prossimi ai 1.600 g/pianta (Fig. 4). In biologico, la produttività totale delle piante è risultata decisamente inferiore a quella ottenuta in fuori suolo e convenzionale (Fig. 5); Splendor, Nabila e Fortuna hanno fornito i rendimenti più elevati, mentre Antilla, Candonga®Sabrosa e Fuentepina quelli più bassi.
Produzione di scarto e pezzatura dei frutti
Le percentuali di frutti piccoli (seconda classe) non sono state influenzate in maniera significativa dalla data di piantagione in coltura convenzionale e biologica; in fuori suolo, al contrario, la prima data di piantagione ha presentato la maggior percentuale di frutti di seconda classe. In generale, le minori percentuali di frutti di seconda categoria si sono registrate con la varietà Fuentepina in tutte le condizioni colturali. In tutti i campi la data di piantagione non ha influenzato la pezzatura dei frutti. Nell’azienda “El Cebollar” le varietà che hanno presentato i frutti più grossi sono risultate Antilla, Fuentepina e Splendor, mentre a “Fresperiquito” sono state Nabila, Antilla e Sabrina (Fig. 6). In coltura fuori suolo i frutti di Antilla e Nabila sono risultati i più grossi.
Caratteristiche qualitative dei frutti
I test condotti da febbraio a maggio hanno evidenziato che sia i valori di residuo secco rifrattometrico, sia quelli della consistenza dei frutti nei tre sistemi di coltura non è stata influenzata dall’epoca di piantagione. In media, la coltura convenzionale ha fornito frutti meno consistenti (381 g) rispetto al biologico (514 g) ed al fuori suolo (423 g). In “bio” tutte le varietà hanno presentato valori molto simili di consistenza. Amiga ha fornito i frutti più consistenti in coltura convenzionale (490 g), mentre Sabrina quelli relativi alla coltura fuori suolo. Splendor ha presentato i frutti meno consistenti in tutti e tre i sistemi colturali (Fig. 7). Per quanto riguarda la dolcezza dei frutti (°Brix), in biologico sono stati registrati, in media, i valori più elevati senza differenze significative tra le varietà (8,4 °Brix contro 7,2 e 7,3 in convenzionale e fuori suolo rispettivamente). In convenzionale si sono distinte le varietà Fuentepina, Antilla, Candonga®Sabrosa e Primoris per il maggior contenuto di zuccheri; al contrario, quelle meno dolci sono state Amiga, Benicia e Fortuna. In coltura fuori suolo il più alto contenuto in solidi solubili è stato rilevato sui frutti di Sabrina, Antilla, Candonga®Sabrosa e Primoris; al contrario, i frutti di Benicia e Nabila hanno presentato i valori più bassi (Fig. 8). I frutti di Santaclara e Amiga si sono distinti per i più alti contenuti di vitamina C; al contrario, quelli di Fortuna per i più bassi. La capacità antiossidante più elevata si è rilevata nei frutti di Benicia, Nabila e Santaclara, mentre nei frutti di Camarosa e Candonga®Sabrosa si sono registrati i valori più bassi. Le caratteristiche qualitative dei frutti rilevate nel post-raccolta non sono state influenzate dalla data di piantagione. I frutti di Amiga e Primoris sono risultati i più resistenti alle ammaccature e anche quelli che hanno mantenuto la miglior freschezza del calice, mentre Benicia e Nabila sono risultate le peggiori per questi caratteri. I frutti di Antilla e Sabrina sono risultati i più colpiti da marciumi nel post-raccolta, al contrario di quelli di Primoris.
Conclusioni
L’anticipo dell’epoca di piantagione delle piante fresche a radice nuda ha consentito di aumentare lo sviluppo vegetativo e la precocità di maturazione senza incidere significativamente sulla produttività totale delle piante, la pezzatura, la consistenza della polpa, il contenuto di solidi solubili dei frutti e la loro “shelf-life” in post-raccolta. Con la tecnica di coltivazione convenzionale si sono ottenute le maggiori produzioni a pianta. In coltura fuori suolo le rese sono state più basse, ma per via dei maggiori investimenti ettariali di piante (100.000 contro 72.000 p/ettaro); le rese unitarie sono state pressoché simili. In coltura biologica si sono registrati i più bassi livelli produttivi (1073 g/pianta in convenzionale e 337 g/pianta in biologico); i frutti “bio” hanno però presentato i valori più elevati di residuo secco rifrattometrico e consistenza della polpa.
J.J. Medina – P.D. Morales – L. Miranda – C. Soria – M. Torres – A.P. Domínguez – F.D. Martinez J.A.G. Mora – J.M. López-Aranda
IFAPA - Consejeria de Agricultura, Pesca y Medio Ambiente de la Junta de Andalucia