In Spagna, le pesche piatte (in spagnolo “paraguayo”) hanno assunto negli ultimi 15 anni un’importanza simile a quella delle pesche tradizionali, rappresentando attualmente il 16% dei volumi produttivi dell’intero settore peschicolo. Ciò grazie ai programmi di miglioramento genetico che hanno portato a varietà migliorate per il colore, la pezzatura, la chiusura della cavità pistillare e il sapore dolce ed aromatico, già tipico di questa specie.
L’espansione del settore è legata principalmente alla buona remuneratività garantita ai produttori registrata nell’ultimo decennio, confermando la validità dei programmi di miglioramento genetico quale motore per incrementare la competitività rispetto alle produzione di altri Paesi, ampliando e differenziando l’offerta. Rispetto poi alle pesche piatte, le nettarine piatte (“platerina”) hanno aggiunto alla particolare forma schiacciata la qualità e la comodità di consumo dei frutti con epicarpo glabro. Tuttavia, lo sviluppo delle nettarine piatte è stato limitato dall’indisponibilità di cultivar con una buona chiusura della cavità pistillare, esenti da lenticelle sull’epiderminde e con un buon comportamento post-raccolta.
Di seguito, si riportano le principali innovazioni registrate negli ultimi 15 anni in Spagna in termini di nuove varietà, parametri di qualità, evoluzione delle produzioni e delle esportazioni, costi di coltivazione e prospettive.
Origini della specie e innovazione varietale
Le pesche e le nettarine piatte si caratterizzano per la loro forma appiattita, che le rende facilmente riconoscibili al consumatore. Inoltre, il loro sapore dolce ed aromatico lo rendono un frutto gradito in diversi Paesi europei. É una specie molto popolare in Spagna, ottenuta da una mutazione spontana del pesco che ha originato la subspecie Prunus persica var. Platicarpa e che, successivamente, in seguito ad una seconda mutazione e ibridazione con le nettarine, ha dato luogo alle nettarine piatte. Questa specie si alleva in Cina già da 2500 anni col nome di “pan tao” (pesco misterioso).
Nonostante si tratti di una tipologia di frutto coltivata in diversi Paesi europei e non solo (anche negli Stati Uniti), fino ad oggi la specie non ha avuto grande diffusione su scala commerciale. Solo la tenacia di alcuni vivaisti e ricercatori ha portato alla ribalta questo frutto dal sapore dolce ed aromatico, facile da consumare ed apprezzato dai consumatori (Iglesias, 2013). I risultati ottenuti nell’ambito del Progetto “Isafruit” rivelano che circa il 70% dei consumatori, indipendentemente dal Paese, preferisce varietà dal sapore dolce (Bonany et al. 2014); su questo aspetto si sono concentrati gli obiettivi di diversi programmi di miglioramento genetico in Italia, Francia e Stati Uniti, già a partire dal 1960. Tra i più importanti, si citano i programmi francesi condotti dall’Inra di Bordeaxu (R. Monet) e Europepinieres (A. Maillard), quelli del CRA di Roma guidati dal A. Nicotra e L. Conte, quelli dell’USDA (USA) guidati da M. Ramming e dell’Università di Rutgers (New Jersey) da J. Goffreda. Altri programmi di “breeding” sono stati avviati successivamente, dai quali sono state ottenute numerose varietà sia già introdotte su scala commerciale, sia in fase avanzata di valutazione, come nel caso di Provedo, Proseplan, Novamed e ASF-IRTA-Fruit Futur.
Il gradimento da parte del consumatore per questa nuova tipologia di frutto ha avuto qualche incertezza nel primo periodo, mentre successivamente si è assistito ad un successo insperato, sia sui mercati spagnoli, sia in esportazione. Ciò si è tradotto in un aumento della remuneratività per i produttori che a partire dagli anni 2000 ha superato il valore di 1 €/kg, anche in annate di forte crisi di prezzo, come le stagioni 2005 e 2011.
A partire dal 2010, nuove cultivar hanno ampliato e/o completato la gamma varietale avviando di conseguenza la riconversazione dei primi impianti che utilizzavano, principlamente, Sweet Cap®, Ufo-3® e Ufo-4®. Si tratta di varietà selezionate da PSB Producción Vegetal (es. Cariocacov, Samantacov, ecc.), da ASF con la serie Regalcake (FlatchiefDcov, FlatreineDcov, FlastarDcov ecc.), dall’Inra-QN, da Provedo e da Proseplant serie GuayoxÒ.
Dal 2004 sono state introdotte nuove varietà per il completamento del calendario di maturazione quali FlatppretyDcov, FlatniceDcov, FlatqueenDcov o FlatlateDcov' (ASF) e Platifirstcov, Platibellecov e Platifuncov (Inra-QN serie "Platty"). Dalla metà della decade degli anni 2000 altre varietà sono state introdotte e selezionate dal CRA di Forlì, quali Sweet RingDcov e Pink RingDcov, nonchè la serie PlaneÒ di Provedo (PlaneÒStar, PlaneÒGem, ecc.), che hanno ulteriormente contribuito a completare il calendario di maturazione, riportato in figura 1.
La varietà più precoce è CariocaDcov di PSB, seguita da Ufo-3® e Ufo-4® che, nonostante riscuotano interesse limitato, sono ancora considerate le varietà di riferimento. Prima di Platibellecov matura FlatchiefDcov, caratterizzata da produttività e pezzatura eccellenti, qualità e buona chiusura della cavità pistillare, attualmente in valutazione presso l’Irta. Tra la seconda metà di luglio e la fine di agosto l’offerta aumenta in virtù della maturazione di numerose varietà particolamente produttive, tra le quali Sweet Cap®, considerata la varietà di riferimento per il periodo. Circa 10 giorni prima di Sweet Cap® si colloca Platibellecov, con ottime caratteristiche estetiche del frutto (colorazione rossa dell’epicarpo, ridotta peluria e con una buona chiusura della cavità pistillare anche in annate difficili. Flatreine Dcov (ASF 07-96), che matura 5 giorni prima di Sweet Cap®, negli ultimi anni ha garantito il miglior comportamento vegetativo dell’albero e le migliori caratteristiche qualitative del frutto. Si differenzia per l’intensa colorazione rossa brillante, la ridotta villosità, il calibro variabile tra 75 e 80 mm, la polpa consistente e di elevata qualità. L’albero ha vigoria media, fioritura abbondante ed eccellente produttività, rendendosi necessario un accurato diradamento.
Successivamente a Sweet Cap®, Plane Star® presenta una pezzatura dei frutti elevata e buone rese, abbinate ad una buona qualità organolettica, sebbene le caratteristiche estetiche (colorazione, peluria), non siano tra le migliori. Nell’ultima settimana di agosto FlastarDcov (ASF 07-98) è la varietà più importante, con buona chiusura della cavità pistillare, ottime produttività, pezzatura e colorazione dell’epicarpo. Il calendario di raccola si conlude (settembre) con Guayox-35® e FlatmoonDcov, che però presentano una pezzatura ridotta. Tra queste ultime due varietà si colloca FlatdivaDcov, interessante per l’epoca di maturazione tardiva ed attualmente in fase di valutazione.
Se comparata con le pesche piatte, l’importanza delle nettarine piatte è decisamente limitata, rappresentando solo il 6% dell’intero volume produttivo, poichè questo rappresenta un frutto ancora poco conosciuto dai consumatori e dagli operatori commerciali. La coltivazione delle nettarine piatte si concentra nelle zone di Lerida e del Bajo Cinca (Huesca), poichè le condizioni climatico-ambientali della Murcia sono meno favorevoli. Attualmente, il problema principale per le nettarine piatte allevate su scala commerciale è rappresentato dalla non perfetta chiusura della cavità pistillare.
Produzioni, esportazioni e costi di produzione
Le pesche piatte sono la specie che maggiormente si è sviluppata in Spagna negli ultimi 15 anni, passando dai 450 ha del 2002, agli attuali 11.700. In conseguenza, le produzioni sono aumentate da 4.500 a 215.260 t nello stesso peiodo, rappresentando il 16% del totale delle pesche prodotte in Spagna, che si attestano (dato 2014) a 1.342.300 t (Fig. 2). Gli areali di coltivazione delle pesche piatte si concentrano nelle regioni della Cataogna, Aragona e Murcia, con il 48, 26 e 21% rispettivamente sul totale prodotto. In questi areali, nonostante l’introduzione continua di nuove varietà, la produzione è principlamente offerta dalle varietà Ufo-4Ò e Sweet CapÒ.
Le remunerazioni al produttore hanno subito un andamento inverso rispetto ai volumi prodotti. Le esportazioni spagnole di questa tipologia di frutto hanno avuto inzio già alla fine degli anni ‘90, principalmente dirette nei Paesi già importatori di pesche e nettarine tradizionali quali Germania, Russia, Francia, Polonia e Regno Unito (Iglesias e Casals, 2013). Dal 2005 la Spagna è il principale Paese esportatore di pesche piatte in Europa, che nel 2013 hanno superato le 700.000 t (Fig. 3).
I costi di produzione dipendono principalmente dalla varietà e dall’epoca di maturazione ed, in generale, sono superiori, a parità di epoca di raccolta, a quelli delle pesche e nettarine tradizionali. La figura 4 riporta due esempi di costi di produzione per due varietà di riferimento con differente potenziale di produzione: Ufo-4 (fioritura abbondante e maturazione precoce) e Sweet Cap (fioritura media e maturazione tardiva). Per entrambe le varietà è stato considerato il diradamento dei frutti (ma non dei fiori) e si osserva come la mano d’opera (per le operazioni di dirado e raccolta), rappresenti la principale voce di costo.
Sulla base di quanto esposto, si conclude che il miglioramento varietale è cruciale per il contenimento dei costi di produzione e per ottimizzare la produzione commercializzabile. Varietà a fioritura intermedia, maturazione medio-tardiva, con buona colorazione, calibro e perfetta chiusura della cavità pistillare sono i caratteri che potranno garantire il successo e la remuneratività di questa specie anche in futuro.
Conclusioni
Lo sviluppo su scala commerciale delle pesche piatte in Spagna negli ultimi 15 anni rappresenta un chiaro esempio di successo di una nuova tipologia di frutto in virtù della sua qualità, sapore, comodità di consumo e facile identificazione. Le pesche piatte sono passate dall’essere sconosciute in molti mercati europei ad essere esportate e apprezzate da tanti consumatori. Lo sviluppo della specie in breve tempo dimostra la capacità di innovazione del settore produttivo che ha saputo adattare le sue strutture produttive, di post-raccolta e commerciali, ottenendo in cambio un ritorno economico ragguardevole. Come previsto, l’aumento delle produzioni ha determinato il livellamento del prezzo con quello delle pesche, sia per il produttore, sia per i consumatori.
Lo sviluppo commerciale della specie impone per il futuro la pianificazione dell’offerta e della domanda, offrendo prodotti di alta qualità durante tutto il periodo estivo, evitando periodi di picchi produttivi. A tal fine, si rende necessaria un’importante riconversione varietale che presuppone la sostituzione degli impianti obsoleti, in produzione da oltre un decennio, con nuove varietà caratterizzae da una buona colorazione dell’epidermide, elevate caratteristiche qualitative, completa chiusura della cavità pistillare, buona produttività ed eccellente comportamento post--raccolta. Inoltre, la valorizzazione commerciale risulta cruciale per il successo della specie. Senza dubbio, i costi di produzione più elevati dovranno essere compensati da un prezzo di vendita maggiorato rispetto alle varietà tradizionali di pesco e nettarine per le contemporanee epoche di maturazione.