Produzione, conservazione e confezionamento. Queste le tre aree nelle quali sono state introdotte novità nel Disciplinare della Pera Igp dell'Emilia Romagna, in corso di approvazione a Bruxelles. Ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta nel lontano 1998 la Pera Igp dell'Emilia Romagna rappresenta, ancora oggi, un valido strumento commerciale per gli operatori associati al consorzio.
«Il riconoscimento Igp - dichiara il presidente di Cso Italy Paolo Bruni - è una certificazione d'origine che sottostà ad un preciso disciplinare di produzione che certifica anche requisiti di qualità. Sappiamo che non possiamo considerare il marchio Igp un vero brand a sé stante ma sappiamo anche che è un formidabile rafforzativo delle marche dei produttori».
L'origine, secondo recenti ricerche, è uno dei fattori chiave per la scelta d'acquisto dei consumatori italiani e per questo è molto importante valorizzare al meglio i prodotti con l'identità certificata. E per la pera dell'Emilia-Romagna che conta 400 ettari certificati e un potenziale produttivo di 10.000 tonnellate. È stato realizzato un refresh del catalogo di qualità, un volume unico in Italia che rappresenta, in forma iconografica, la qualità del prodotto.
Il catalogo riporta anche le nuove indicazioni contenute nel disciplinare di produzione in fase di approvazione che andranno a semplificare e ad adattare alcune prescrizioni per l’ottenimento delle Pere Igp. Le modifiche più significative riguarderanno le modalità di conservazione, le forme di allevamento e di confezionamento. È stato inoltre allargato il territorio di produzione Igp e sono state inserite due varietà estive, Santa Maria e Carmen per completare la gamma varietale ed allargare così il calendario di commercializzazione della pera dell’Emilia Romagna Igp: «Oggi - dichiara Piergiorgio Lenzarini, presidente del Consorzio Pera Igp dell'Emilia Romagna - con il nuovo disciplinare, abbiamo uno strumento nuovo per competere sul mercato e possiamo rappresentare un vero rafforzativo delle marche italiane che potranno, se vogliono, caratterizzare il prodotto anche con una identità territoriale certificata».