Investire per crescere. In un’epoca in cui, anche nel comparto florovivaistico, è più facile chiudere o restare in attesa di tempi migliori, c’è chi investe in strutture e impianti. Come ad esempio l’azienda florovivaistica Paganopiante di Ruvo di Puglia (Ba), condotta dai fratelli Raffaele, Carlo e Stefania Pagano e specializzata nella coltivazione di piante tropicali da interno ed esterno.
«Dall’importazione alla produzione e vendita ad aziende floricole, vivaisti, garden center e rivenditori, il nostro obiettivo è fornire piante di prima qualità a prezzi nettamente competitivi, curando il servizio offerto ai clienti con il massimo impegno. – dichiara Raffaele Pagano – Qualità e competitività sono il risultato di una gestione aziendale che punta ad automatizzare le operazioni colturali e quindi a ridurre i costi di produzione. Ecco perché negli ultimi due anni abbiamo investito non solo nell’ampliamento delle strutture aziendali, ma anche e soprattutto nell’ammodernamento dell’impiantistica».
La gestione delle talee
I fratelli Pagano non hanno acquistato molti impianti, si sono limitati a comprane uno solo, «un impianto di gestione centralizzata e automatizzata di ultima generazione dell’intera azienda, capace di soddisfarne tutte le esigenze: è un sistema Nutriflex di Priva, azienda olandese all’avanguardia a livello mondiale nel campo dell’automazione delle serre. Questo impianto, affidabile e flessibile, efficiente e sicuro, gestisce la vita delle talee e di tutte le piante di piccola e media taglia; invece per la concimazione e l’irrigazione dei grossi esemplari coltivati in azienda finché riprendono una buona vegetazione e radicazione, i quali comunque dispongono ciascuno del proprio punto goccia, è ancora necessario il nostro controllo diretto, manuale».
La Paganopiante non produce nulla da seme, ma parte nel suo processo produttivo da talee erbacee, piccole piante da ricoltivare e grandi esemplari. «Le talee arrivano in Europa aerotrasportate, con scalo ad Amsterdam, da dove proseguono in Italia su ruote. Le piante da ricoltivare ci pervengono in parte aerotrasportate e in parte con i container in porti italiani come Napoli, Taranto, Bari e Gioia Tauro. Le une e le altre viaggiano in ambiente climatizzato per il controllo di temperatura, umidità relativa e ventilazione. Prima che le piante vengano messe a dimora, rinvasate o nel vaso in cui arrivano, le lasciamo a terra per qualche giorno, affinché possano ambientarsi: approfittiamo di questo tempo per eseguire una fertirrigazione, utile a dare forza alle piante, e un trattamento fitosanitario preventivo, anche se le piante sono state trattate prima della partenza dal luogo di origine».
Poi, aggiunge Pagano, le talee vengono collocate nella serra di radicazione, dove la temperatura rimane costante intorno a 20-24°C e l’umidità relativa è sempre pari al 65-70%, e le piante piccole nelle serre di mantenimento, o riscaldate se hanno bisogno di almeno 15-16°C o fredde se bastano temperature che non scendano sotto i 5°C.
«L’azienda è divisa in numerosi settori, ciascuno dei quali comprende precisi gruppi di piante. Prima dell’acquisto, nel 2014, dell’impianto di gestione automatizzata dell’intera serra, dovevamo, settore per settore, impostare di volta in volta tutto quanto era necessario, con notevole dispendio di tempo ed energie e un elevato margine di errore. Ora invece l’unità centrale del nuovo impianto, se opportunamente impostata, è in grado di gestire automaticamente, per tutti i settori della serra, l’irrigazione e la fertirrigazione. Per fertirrigare pesca i vari elementi nelle vasche, li dosa e forma le soluzioni con l’acqua, in gran parte piovana raccolta dai tetti delle serre con un apposito impianto, controlla per ogni singola coltura il consumo dell’acqua e dei vari elementi, il pH e la conducibilità elettrica della soluzione».
L’applicazione precisa di acqua e nutrienti è fondamentale per la buona prestazione delle colture. «Il Priva NutriFlex assicura che le colture sono fornite dei fertilizzanti corretti a ogni irrigazione. Questo garantisce una crescita ottimale, piante ben nutrite garantiscono maggiore resistenza alle malattie. Le soluzioni che impostiamo sono frutto del lavoro congiunto di un esperto aziendale di nutrizione delle piante e di un tecnico di Padova, che con visite mensili o da remoto ci dà preziosi consigli sulle procedure più corrette da seguire per tutte le piante nelle loro diverse fasi fenologiche».
Le variabili climatiche
L’unità centrale dell’impianto controlla anche temperatura, umidità relativa, ventilazione, luminosità, ecc. dei vari ambienti.
«Prima, in caso di tanto vento, era necessario azionare manualmente il comando opportuno per chiudere le aperture laterali e/o al colmo. Ora invece l’impianto misura la velocità del vento e aziona gli sportelli opportuni, sempre tenendo conto delle temperature interne: ad esempio se in estate spira un forte vento da Mezzogiorno, chiude solo gli sportelli rivolti a sud e lascia aperti quelli a nord, evitando un eccessivo riscaldamento interno. Oppure, se la temperatura esterna supera il limite preimpostato, aziona un sistema di ombreggiamento a schermi riflettenti; lo mette in funzione anche durante l’inverno, così i teli aperti trattengono il calore garantendo un notevole risparmio energetico, almeno un 30% del consumo di metano con il quale alimentiamo le caldaie aziendali. Inoltre l’impianto presenta opzioni di estensione flessibili, infatti è espandibile per effettuare la concimazione carbonica, il raffrescamento mediante cooling, l’illuminazione e così via».
Infine, conclude Pagano, questo investimento «ci è parso attraente anche in termini di durata: infatti l’impianto è molto resistente, poiché è realizzato in acciaio inossidabile e plastica durevole e il numero di parti in movimento è ridotto al minimo, cosicché richiede pochissima manutenzione».
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