«Coraggio e integrità
nel difendere la scienza».
Donato Boscia, responsabile della sede di Bari dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr e Giovanni Martelli, compianto docente di patologia vegetale dell’Università di Bari venuto a mancare in gennaio, hanno ricevuto una menzione speciale per aver continuato a studiare e combattere la Xylella «nonostante i procedimenti legali e una campagna diffamatoria».
Il riconoscimento internazionale arriva dal Premio John Maddox, un'iniziativa congiunta dell'organizzazione benefica “Sense about Science” e della principale rivista scientifica internazionale “Nature”.
L’assurda accusa di essere “untori”
La candidatura era stata proposta dall'Accademia Nazionale dei Lincei. I due scienziati erano stati i primi nel 2013 a identificare nella Xylella fastidiosa l'agente della malattia che aveva colpito gli ulivi pugliesi, ma dopo aver dato l'allerta erano finiti al centro di un acceso dibattito pubblico, venendo accusati, con un illogico colpo di teatro, di aver favorito la disseminazione della malattia. Boscia è stato anche coinvolto in una controversa inchiesta della Procura di Lecce, poi archiviata.
La vicenda ha colpito la giuria del premio Maddox che, dopo aver vagliato più di cento candidature provenienti da 34 Paesi, ha assegnato il riconoscimento ai due scienziati italiani per l'impegno nella difesa del metodo scientifico contro pregiudizi e ostilità del pubblico.
Urgono pubbliche scuse
Giunto alla sua nona edizione, il Premio Maddox viene assegnato ogni anno a ricercatori che hanno dimostrato grande coraggio e integrità nel difendere la scienza e il metodo scientifico e quest'anno è stato assegnato ad Anthony Fauci ed a Salim Abdool Karim, consulenti sanitari chiave nei governi degli Stati Uniti d'America e del Sudafrica, per aver difeso la scienza durante la pandemia di coronavirus.
La prestigiosa menzione internazionale costituisce un prezioso stimolo per Boscia e per i colleghi dell’Ipsp-Cnr di Bari per proseguire l’impegno nel fronteggiare l’avanzata della temibile epidemia di Xylella. E dovrebbe fornire lo spunto per fornire pubbliche scuse per l’assurda e strumentale campagna di diffamazione a cui è stato sottoposto il lavoro di Boscia, di Martelli e di chi, come loro, riscatta con dedizione e competenza l’immagine e la reputazione non solo scientifica del nostro Paese.