Paese che vai, olivo che trovi. Alla base della biodiversità olivicola della nostra Penisola ci sono infatti anni di selezione massale operata da generazioni di olivicoltori su materiale genetico locale.
Un’attività che ha prodotto un numero elevato di cultivar che, nella generalità dei casi, mantengono ancora oggi un’identità strettamente associata ai diversi territori vocati.
Il monovarietale più riconoscibile
Un discorso che vale anche per la Coratina, la varietà coltivata in Puglia nella zona a Nord delle Murge baresi, caratterizzata da folte chiome di colore verde cupo e fruttificazioni disposte a grappoli. Dalla spremitura delle sue olive si ottiene un olio di qualità, con un’acidità molto bassa, di colore giallo con riflessi dorati e aroma fruttato, con sentori di carciofo ed erba.
Sempre più consumatori ne apprezzano il caratteristico sapore leggermente piccante con retrogusto amarognolo, capace di donare originalità ad ogni piatto con cui si accompagna.
Il legame territoriale
La radice del suo nome non lascia alcun dubbio: la Coratina è indissolubilmente legata alla città di Corato, il Comune più a Nord dell’area della Città Metropolitana di Bari.
Qui l’amministrazione comunale è impegnata in una serie di attività per riappropriarsi del filo che unisce la Coratina al suo territorio di origine.
Tra queste il convegno “Oleoturismo, la nuova stagione dell’olio” organizzato assieme a Edagricole e che si terrà presso l’azienda Terra Maiorum, Cooperativa di lavorazione di prodotti agricoli il prossimo 1 luglio (vedi il programma in fondo).
L’impatto del decreto attuativo
L’olio extravergine d’oliva è oggi l’ultima frontiera del turismo made in Italy. Lo scorso febbraio è stato infatti pubblicato il decreto attuativo n. 36174/2022 inerente le “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica”. Un provvedimento che definisce l’ambito di applicazione per lo svolgimento delle attività previste dalla legge sull’oleoturismo promossa dal Sen. Dario Stefàno.
Una norma che risponde all’esigenza di tutelare, promuovere e valorizzare, nell’ambito di una offerta turistica di tipo integrato, le aree ad alta vocazione olivicola. Una tipologia di turismo, che grazie a questa cornice normativa specifica, può abbinare oggi alla degustazione ed alla commercializzazione delle produzioni olivicole olearie anche la possibilità di offrire alimenti, riconoscendo, altresì, la valenza culturale dell’olio e dei territori olivetati.
Un provvedimento che apre interessanti opportunità di valorizzazione territoriale anche per i produttori di olio extravergine d’oliva. Sfruttando l’altissimo potenziale delle sinergie tra il turismo nelle città d’arte e nei luoghi naturali e le visite in frantoio, passeggiate negli uliveti e degustazioni guidate.
Coinvolgere tutta la comunità
«Per le Città dell’Olio – spiega Michele Sonnessa, presidente di questa associazione, uno dei relatori del convegno del primo luglio – fare oleoturismo vuol dire fare “turismo di comunità”».
Le Città dell’olio hanno recentemente censito 257 esperienze nell’ambito del Concorso nazionale Turismo dell’Olio, giunto alla 2a edizione. «Queste esperienze – continua Sonnessa – dimostrano come sia necessario coinvolgere il territorio, nelle diverse declinazioni dedicate all’accoglienza, dal frantoio e azienda olivicola, fino al ristorante, all’agriturismo, ai musei, agenzie di viaggio e tutti i cittadini, per promuovere la cultura di un prodotto, l’olio extravergine, che ha una storia milenaria ed una identità radicata che può diventare opportunità di crescita dei territori in un’ottica di economia circolare».
Così i produttori contribuiscono a diffondere valore sul territorio, ma è un valore che poi torna indietro amplificato. «L’oleoturismo – ribadisce Sonnessa – è infatti anche una grande opportunità per dare “valore” al prodotto finito olio extra vergine di oliva, esaltando quell’insieme di valori che rappresentano i territori olivicoli che permettano una remunerazione adeguata del prodotto e dei produttori».
Diffondere la cultura dell’olio
«Risultato concreto e fattivo delle attività di educazione e conoscenza del prodotto e della sua cultura trasmesse ed “offerte” al turista consumatore attraverso i protagonisti del territorio, gli olivicoltori, i frantoiani, i ristoratori ed il patrimonio paesaggistico di un territorio».
«Il turismo dell’olio per le Città dell’Olio è strategico ed il nostro impegno continua, dopo aver contributo alla definizione dei decreti attuativi della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, art. 1 commi 513-514, abbiamo allestito molte iniziative ed eventi in tutta Italia».
Un obiettivo condiviso anche dal Comune di Corato. «L’iniziativa del 1 luglio – spiega l’Avv. Concetta Bucci, assessore alle attività produttive del Comune di Corato – si svolge nella cornice del progetto di valorizzazione della cultivar Coratina, intrapreso dall’amministrazione comunale con le aziende del territorio (v. riquadro), attente al valore della biodiversità e della tipicità e che stanno condividendo le loro esperienze per aumentare le chance di abbinare produzione di qualità e offerta oleoturistica». Iniziative che in questo territorio ruotano spesso attorno al ruolo imprescindibile della Coratina, un vero jolly di tipicità che fa da collante per tutte le aziende olivicole della zona, da giocare nelle attività di marketing territoriale che stanno intraprendendo.
Per informazioni: eventi.edagricole@newbusinessmedia.it
Il Convegno
Oleoturismo, la nuova stagione dell’olio
Un’opportunità per la Puglia, un’opportunità per Corato
1 luglio 2022, Corato (Ba)
> Introduzioni:
- Corrado Nicola De Benedittis, sindaco di Corato
- Sen. Dario Stèfano, promotore della legge sull’oleoturismo
- Tommaso Loiodice, presidente Unapol
> Le sfide e le opportunità della nuova normativa
Con il decreto attuativo sull’Oleoturismo in Italia, in vigore dal 15 febbraio, si aprono nuove opportunità. Le linee guida e i requisiti minimi per esercitare le attività
Antonio Greco PugliaOlive
> La rete delle strade dell’olio e le 257 best practice nell’oleoturismo
Insieme si vince la sfida di tutelare e difendere il paesaggio olivicolo e di rilanciare il ruolo culturale, sostenibile e salutistico dell’olio di oliva extravergine
Michele Sonnessa, presidente dell’associazione delle città dell’olio
> Coratina, l’impronta territoriale di una cultivar leader
Il valore storico, culturale, salutistico e sostenibile di una varietà di olivo di forte personalità. Caratterizzata da un legame con il territorio di Corato da ribadire anche in chiave valorizzazione
Dora Desantis, Capo Panel esperta in analisi chimiche e produzione olearia
> La definizione di corrette strategie di marketing territoriale dell’olio
Paolo Leoci Accademia dei Tipici
> Conclusioni:
- Giuseppe Caldara, presidente di Terra Maiorum Coop lavorazione prodotti agricoli
- Avv. Concetta Bucci, assessore alle attività produttive del Comune di Corato
A Corato l’oleoturismo fa rete
Le aziende coinvolte nell'iniziativa:
- Terra Maiorum //www.terramaiorum.it/
- Azienda Agricola Coppicelle //www.coppicelle.it/
- Azienda Agricola Lamacupa //lamacupa.it/
- La Preferita OP Pugliese //www.lapreferitaop.it/
- Società Agricola Petrizzelli //petrizzelli.it/
- Azienda Saporè //www.oliosapore.com/
- Terre D’Oria //www.terredoria.com/
- Tenuta Stolfa //tenutastolfa.it/
- Azienda Agricola Scisicioli "Gocce d’evo" //goccedevo.it/