Riforma della Pac post-2020 al centro della riunione del Consiglio Agricolo del 15 aprile. La Presidenza romena ha strutturato il dialogo attorno ad alcune domande (vedi in blu più sotto) che evidenziano i punti di maggiore criticità della nuova architettura verde secondo le varie delegazioni.
Le ambizioni di Hogan
Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, ha ricordato nel suo intervento che la riforma della PAC post-2020 deve mirare necessariamente ad obiettivi più ambiziosi sul fronte climatico e ambientale. «Dobbiamo dimostrare – ha detto - di essere una soluzione alle sfide ambientali e non parte del problema, per tale motivo l’agricoltura europea deve essere incentivata a ridurre le emissioni per raggiungere una maggiore efficienza carbonica».
Salvare il budget agricolo con il climate change
Le delegazioni agricole degli Stati membri hanno messo in evidenza l’impatto sui costi di un’asticella della Pac troppo alzata sui vincoli ambientali, mettendo in evidenza la necessità di opportuni finanziamenti sostenuti da un bilancio agricolo adeguato a tali obiettivi. Secondo il Commissario è proprio l’ambizione a incidere sulla mitigazione degli effetti del climate change l’unica chiave per salvare l’attuale quota del bilancio comunitario destinato alla PAC. «Perché la riforma della politica agricola europea è fondamentale non solo per il futuro dell’agricoltura, ma anche per quello delle zone rurali, dei cittadini europei e del pianeta».
Il realismo di Centinaio
Anche Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche agricole e del turismo, ha condiviso, nel suo intervento, l’obiettivo di una Pac più ambiziosa dal punto di vista ambientale, «ma ciò non deve tradursi in oneri eccessivi per gli agricoltori e le amministrazioni locali». Centinaio ha rilevato come gli obblighi previsti dalla nuova Pac non siano coerenti con i tagli di budget e con le caratteristiche strutturali e produttive dei settori agricoli, riferendosi in particolare all’obbligo di rotazione delle colture, il cui controllo determinerebbe un aggravio per le amministrazioni. «L’obbligo di una percentuale minima della superficie agricola destinata a elementi o zone non produttive – ha aggiunto Centinaio- insieme al vincolo del mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggi, non dovrebbe riguardare tutte le aziende agricole: occorrono distinzioni sulla base delle caratteristiche peculiari». La delegazione italiana ha poi accolto positivamente la proposta della Commissione di inserire la nuova app Fast (leggi qui) per un uso più sostenibile dei fertilizzanti tra gli strumenti a disposizione dei servizi di consulenza per le aziende agricole.
Regimi ecologici solo dove serve
Riguardo all’obbligatorietà o meno dei regimi ecologici, secondo la delegazione italiana dovrebbero essere gestiti con maggiore sussidiarietà dagli Stati membri, valutandone più efficace l’applicazione su base territoriale, in modo da compensare gli agricoltori che con la loro attività offrono servizi di grande valore soprattutto in quelle aree soggette a vincoli ambientali, nelle zone di natura 2000 o altre specificamente individuate dagli Stati membri. Centinaio ha infine ribadito che la sostenibilità ambientale deve procedere parallelamente con quella economica, dato che i maggiori vincoli ambientali sono inevitabilmente collegati a maggiori costi per gli agricoltori.
Più attenzione all'etichettatura
La delegazione italiana auspica quindi in un intervento della Commissione per armonizzare i diversi sistemi di etichettatura a livello comunitario in relazione ai prodotti agroalimentari ottenuti nel rispetto di regole più rigorose, dato che ciò consentirebbe da un lato di valorizzare le produzioni agricole comunitarie, dall’altro di migliorare il riconoscimento della qualità intrinseca dei prodotti da parte dei consumatori.
Botta e risposta sui quesiti
La Presidenza romena del Consiglio agricolo ha strutturato la riunione del Consiglio agricolo attorno a precise domande
- CONDIZIONALITÀ. Tenuto conto della maggiore ambizione in materia di ambiente e clima cui mira la PAC post-2020, come pure dell’obiettivo di semplificazione e della flessibilità conferita agli Stati membri per consentire loro di adattare l’architettura verde, quali delle norme e dei requisiti di base proposti dalla Commissione sostenete e quali no? Convenite inoltre sul fatto che la condizionalità dovrebbe applicarsi a tutti i beneficiari degli aiuti, oppure ritenete che i piccoli agricoltori debbano essere esentati dai controlli e dalle sanzioni in materia di condizionalità definiti nel regolamento orizzontale?
In relazione a questo quesito, Paesi Bassi, Francia, Repubblica Ceca, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Slovacchia, Spagna, Germania e Irlanda hanno sostenuto la proposta della Commissione circa la condizionalità applicata a tutti i beneficiari degli aiuti, che deve però essere accompagnata da una maggiore informazione e formazione dei singoli agricoltori, per aiutarli nella transizione verso un’agricoltura più sostenibile. Su questo punto a fine dibattito è intervenuto anche il Commissario Phil Hogan, per ricordare che«i piccoli agricoltori sono la maggioranza in molti Stati membri e che in quanto “custodi dell’ambiente” devono essere inclusi nei calcoli per incidere sugli obiettivi climatici e ambientali prefissati».
Al contrario, Polonia, Cipro, Grecia, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Italia, Portogallo, Lettonia, Lituania e Malta ritengono che i piccoli agricoltori debbano essere esentati dai controlli e dalle sanzioni in materia di condizionalità, sostenendo che altrimenti vi sarebbe un aumento sproporzionato degli oneri connessi ai controlli e un regresso rispetto alla situazione attuale. In particolare, il Ministro italiano ha affermato che includere anche i piccoli agricoltori determinerebbe un incentivo all’abbandono dell’attività agricola, soprattutto nelle aree più marginali, montane, svantaggiate o soggette a vincoli ambientali. - REGIMI ECOLOGICI. Convenite sul fatto che nel primo pilastro della pac i regimi ecologici debbano essere obbligatori per gli Stati membri, ma volontari per gli agricoltori come proposto dalla Commissione? Oppure ritenete che occorra maggiore flessibilità per gli Stati membri?
D’accordo con la Commissione si sono dichiarati Spagna, Portogallo Lettonia, Irlanda, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Belgio, Danimarca, Francia e Germania. Inoltre, alcune delegazioni (Portogallo, Danimarca, Svezia, Repubblica Ceca, Grecia e Slovenia) hanno affermato che i regimi ecologici non dovrebbero essere soggetti al sistema di capping, dato che ciò metterebbe a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali della riforma.
Contrari invece all’obbligatorietà degli eco-schemes per gli Stati membri: Polonia, Finlandia, Italia, Slovenia, Estonia, Cipro, Croazia, Lussemburgo, Bulgaria, Malta, Austria e Ungheria che auspicano in una maggiore flessibilità e sussidiarietà. Alcune delegazioni (Lettonia, Lituania, Svezia, Cipro e Ungheria) hanno posto l’accento sulla necessità di una maggiore coerenza tra le misure del primo e secondo pilastro, al fine di evitare inutili sovrapposizioni. - PIÙ AMBIENTE NEI PSR. Convenite in merito alla proposta di riservare almeno il 30% dei fondi del FEASR a misure per il clima e l’ambiente?
In generale tutte le delegazioni convengono in merito alla proposta di riservare almeno il 30% dei fondi del FEASR a misure per il clima e l’ambiente. Alcune tuttavia (Polonia, Slovenia, Portogallo, Cipro, Croazia, Lussemburgo, Bulgaria, Malta, Finlandia e Austria) hanno richiesto che vengano considerati nella riserva anche i pagamenti per i vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici e per le zone con svantaggi territoriali specifici. - OBIETTIVI CLIMATICO-AMBIENTALI PIÙ AMBIZIOSI. Convenite sull’invito a conseguire obiettivi climatico-ambientali più ambiziosi contenuto all’articolo 92? Le disposizioni generali sono sufficienti per incoraggiare gli agricoltori a contribuire a realizzare l’ambizione voluta, garantendo al contempo parità di condizioni tra gli Stati membri per quanto riguarda gli obiettivi ambientali e climatici?
La delegazione italiana e quella ungherese hanno chiesto l’eliminazione di questa proposta. In particolare Centinaio ha affermato che l’articolo non aggiunge nulla in più all’architettura verde della Pac. Le delegazioni del Belgio e del Lussemburgo hanno sottolineato che l’articolo in questione necessita di ulteriori chiarimenti tecnici, soprattutto circa gli obblighi in capo agli Stati membri e le modalità di verifica da parte della Commissione.