Dal 2023 pagamenti diretti destinati a calare nonostante l’aumento del sostegno accoppiato. A regime il taglio sarà del 36%. Per ora a premiare i produttori è il prezzo

A ottobre iniziano le semine del grano duro, che già dovranno fare i conti con la nuova Pac che prende avvio dal 1° gennaio 2023. I produttori di frumento si confrontano sul futuro della coltura, fortemente condizionata dai cambiamenti della Politica agricola comune e dalle evoluzioni del mercato.

La Pac 2023-2027 modifica radicalmente il sostegno al settore del grano duro. Da una parte, le imprese interessate subiscono una riduzione dei pagamenti diretti, in quanto il pagamento di base diminuisce per effetto della convergenza, il pagamento greening viene soppresso e gli ecoschemi non contemplano il grano duro. Dall’altra parte, il Piano Strategico Nazionale per la Pac (Psp) prevede un aumento del sostegno accoppiato al grano duro, che tuttavia non compensa la riduzione degli altri pagamenti.

Le migliori notizie arrivano dal mercato, dove si registrano livelli di prezzo straordinariamente elevati – ormai da 10 mesi sui 500 €/t – che tuttavia devono tener presente i forti aumenti dei costi di produzione e la volatilità delle rese per effetto degli andamenti climatici avversi.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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I nuovi pagamenti diretti

La Pac 2023-2027 prevede invece cinque tipologie di pagamenti diretti:

1. sostegno al reddito di base al reddito per la sostenibilità (48% del massimale nazionale);

2. sostegno ridistributivo complementare (10%);

3. sostegno complementare per i giovani agricoltori (2%);

4. regimi per il clima e l’ambiente: eco-schemi (25%);

5. sostegno accoppiato al reddito (15%).

Il nuovo pagamento di base 2023-2027 continuerà ad essere erogato sulla base dei titoli all’aiuto, ma sarà soggetto alla convergenza, che riduce il sostegno agli agricoltori con titoli elevati e incrementa il sostegno agli agricoltori con titoli bassi (vedi TerraéVita n. 3/2022).

I titoli saranno ricalcolati nel 2023; gli agricoltori con un valore dei titoli più elevato continueranno a beneficiare di un sostegno più elevato e, viceversa, gli agricoltori con un valore dei titoli più basso continueranno a beneficiare di un sostegno più basso.

Il pagamento di base è l’unico pagamento ad essere legato ai titoli, mentre tutti gli altri quattro pagamenti (ecoschemi, ridistributivo, giovani, accoppiato) non sono legati ai titoli.

Pagamento di base

Il grano duro è la coltura più diffusa in Italia con oltre un milione di ettari, presente in tutte le regioni italiane, in particolare nelle aziende a seminativo del Sud Italia.

Questa tipologia di aziende attualmente possiede titoli di valore leggermente più elevato (circa 240 €/ha) rispetto alla media nazionale (200 €/ha); al pagamento di base si aggiunge il pagamento greening (pari al 52,59% del pagamento base), che porta il sostegno totale a circa 370 €/ha.

Bisogna considerare che il vecchio pagamento di base + greening era pari all’85,08% del massimale dei pagamenti diretti. Invece il nuovo pagamento di base è il 48% del massimale. Va inoltre tenuto conto del processo di convergenza interna dei titoli.

Per l’effetto congiunto di questi due cambiamenti, il nuovo pagamento di base è inferiore (circa 172 €/ha) rispetto al vecchio pagamento di base + greening (300 €/ha).

Gli altri pagamenti per il grano duro

Nella nuova Pac 2023-2027, il grano duro potrà beneficiare del sostegno accoppiato in misura superiore alla Pac 2015-2022; infatti il plafond del sostegno accoppiato al grano duro è aumentato da 77,7 a 91,3 milioni di euro.

All’opposto, il pagamento redistributivo (10% della dotazione nazionale) e gli ecoschemi (25%) sono molto selettivi e non sono accessibili ai produttori di grano duro.

Infatti, il pagamento redistributivo (circa 81,7 €/ha per i primi 14 ettari di superficie ammissibile) è riservato alle aziende fino a 50 ettari. Quelle che coltivano grano duro, hanno normalmente dimensioni più elevate e quindi non accedono a questo pagamento.

Il Psp ha previsto 5 categorie di ecoschemi, ma nessuno è rivolto ai cereali a paglia.

Sostegno accoppiato per il duro

Nella Pac 2015-2022, i coltivatori di grano duro hanno beneficiato di un sostegno accoppiato, con importi di circa 90 euro/ha. Più precisamente, il premio, riconosciuto nel 2020, a favore del grano duro è stato di 90,09 €/ettaro, per una superficie di 874.509 ettari, e nel 2021 di 85,03 €/ha, per una superficie di 909.294 ettari.

Nella Pac 2015-2022, il premio a favore del grano duro viene riconosciuto nel Centro-Sud Italia.

Questa limitazione è confermata anche nella Pac 2023-2027 (tab. 1); pertanto il sostegno accoppiato al grano duro sarà applicato in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio.

Il premio è concesso per ettaro di superficie a grano duro, seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali e mantenuta in normali condizioni almeno fino alla piena maturazione delle cariossidi.

Oltre la Pac, l’impennata dei prezzi

La Pac assume sempre un rilevo importante nelle scelte dell’agricoltore; tuttavia, essa riduce i ricavi della coltura di 100-150 €/ha, un impatto secondario rispetto all’altro fattore, il mercato, ben più rilevante sui ricavi delle aziende (con i prezzi attuali sono sufficienti 2 q/ha di grano duro per compensare la perdita dei pagamenti).

Proprio dal mercato provengono i maggiori stimoli alla coltivazione del grano duro. I prezzi del mercato nazionale sono passati da 255 €/t di giugno 2021 a 515 €/t di giugno 2022 (fig. 1); il nuovo corso dei mercati ha migliorato la redditività della coltura in alcuni areali del Centro-Nord Italia, ma i forti aumenti dei costi di produzione e la volatilità delle rese per effetto degli andamenti climatici avversi hanno azzerato i vantaggi in altre zone del Paese.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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Alcune valutazioni

La coltivazione del grano duro è destinata a mantenere il primato delle colture a seminativo in Italia, sia nelle semine 2022 che nei prossimi anni.

Il sostegno della Pac 2023-2027 penalizza il grano duro, anche se in misura minore rispetto agli altri seminativi (grano tenero, orzo, mais). Infatti, in virtù della rilevanza strategica per il nostro Paese, il grano duro ingloba un rilevante sostegno accoppiato nella Pac 2023-2027, con un plafond che aumenta da 77,7 milioni a 91,3 milioni di euro. Ciononostante, i produttori di grano duro registrano una riduzione dei pagamenti di circa il 30%, seppure di minore entità rispetto a quella degli altri seminativi (mais, grano tenero e orzo).

Ci sono, comunque, i vantaggi di mercato che attirano gli agricoltori verso la coltivazione del grano duro, soprattutto i prezzi elevati e il fabbisogno nazionale che è largamente superiore rispetto alla produzione interna.


1. Simulazione per un’azienda specializzata a grano duro

La prima simulazione riguarda un’azienda specializzata con una superficie di 100 ettari, interamente coltivata a grano duro, con 100 titoli nel 2022 del valore di 240 €/ha. Si tratta di una simulazione prettamente “teorica”, in quanto la coltura del grano duro è generalmente in avvicendamento con colture miglioratrici. Tuttavia questa simulazione ci consente di valutare più precisamente i cambiamenti della Pac per il settore del grano duro.

Nel 2022, il sostegno complessivo (base+greening+accoppiato) è di 431,22 €/ha (tab. 2).

Nel 2023, il pagamento di base di quest’azienda viene ricalcolato e poi decresce gradualmente per effetto della convergenza fino al 2026.

Al pagamento di base si aggiunge il sostegno accoppiato, mentre il grano duro non accede agli ecoschemi.

I pagamenti complessivi passano da 431,22 €/ha nel 2022 a 277,71 €/ha nel 2026, con una riduzione del 36% del sostegno. La causa di questa riduzione deriva dalla convergenza dei titoli e dall’inaccessibilità del grano duro e di questa tipologia di azienda al pagamento ridistributivo e agli ecoschemi.


2. Simulazione per un’azienda a seminativi con grano duro e leguminose

La seconda simulazione riguarda una tipica azienda di 100 ettari a seminativi del Sud Italia, con una superficie di 50 ettari a grano duro e 50 ettari a leguminose da granella; questa azienda possiede 100 titoli nel 2022 del valore di 240 €/ha. Nel 2022, il sostegno complessivo (base+greening+accoppiato) è di 423,72 €/ha (tab. 3).

Nel 2023, il pagamento di base di quest’azienda viene ricalcolato e poi decresce gradualmente per effetto della convergenza fino al 2026.

Al pagamento di base si aggiunge il sostegno accoppiato per la coltura del grano duro (105 €/ha) e delle leguminose (90 €/ha), mentre entrambe le colture non accedono agli ecoschemi. In realtà, le leguminose potrebbero accedere all’Ecoschema 4 “Sistemi foraggeri estensivi”, ma senza utilizzo di prodotti fitosanitari, poco praticabile nella maggior parte degli areali di coltivazione.

I pagamenti complessivi passano da 423,72 €/ha nel 2022 a 270,21 €/ha nel 2026, con una riduzione del 36%, derivante dalla convergenza dei titoli, dall’inaccessibilità di questa tipologia di azienda ai sostegni selettivi (ridistributivo, ecoschemi).

Frumento duro aggrappato al mercato - Ultima modifica: 2022-09-01T12:32:49+02:00 da K4

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