Restano orientati al ribasso i prezzi delle principali materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, con ulteriori cali settimanali sia per i cereali foraggeri che per le farine di semi. A rendere il mercato pesante, spingendo in calo i prezzi, rimangono i ridotti consumi zootecnici, a cui si contrappone il buon afflusso di merce estera, favorita, come nel caso della soia, dal rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro. Nonostante la frenata delle ultime settimane, i prezzi attuali delle materie prime zootecniche restano più alti rispetto allo scorso anno.
La soia in caduta libera
La quarta settimana di novembre ha registrato un calo marcato per i prezzi della soia. Il prodotto di origine nazionale ha perso 30 €/t nell’arco di sette giorni, riportandosi sulla piazza di Bologna sui 560 €/t (franco partenza), un livello più basso del 9% rispetto alla scorsa annata. Ribasso a doppia cifra anche per la soia di provenienza estera (-20 €/t), arretrata sui 570-590 €/t (franco arrivo), ancora più alta però del 13% su base annua. Oltre al buon livello dell’offerta, sui ribassi della soia pesa anche il rafforzamento dell’euro sul dollaro, tornato a quota 1,04, dopo aver toccato a inizio mese quota 0,97.
Farine proteiche, prezzi in picchiata per il girasole
Il segno “meno” ha trovato ampio spazio anche nel comparto delle farine di semi. Spinta dall’effetto cambio e in linea con i cali sui mercati esteri, la farina di soia proteica ha accusato diffusi ribassi settimanali sulle principali piazze di scambio. A Milano i prezzi sono scesi su un valore medio di 580 €/t (franco arrivo), mantenendo comunque una crescita del +23% rispetto allo scorso anno. La settimana ha riservato un ribasso a doppia cifra anche per la farina di girasole proteico: a Bologna le quotazioni sono arretrate sui 380-385 €/t (franco arrivo). Meno accentuata la riduzione che ha interessato la farina di colza, che, dopo la prolungata stabilità delle settimane precedenti, torna in calo di 2 €/t a Bologna, fermandosi sui 395-400 €/t (franco arrivo). A dispetto della discesa settimanale, sia la farina di colza che di girasole restano più alti rispetto a dodici mesi fa, con un rialzo per entrambe del +15%.
Il grano tenero torna sui livelli del 2021
Tra i cereali foraggeri, perde terreno il grano tenero foraggero, che alla Borsa Merci bolognese si è portato su un valore medio di 354 €/t (-8 €/t su base settimanale, franco arrivo). Nell’arco di tre settimane le quotazioni hanno ceduto quasi 25 €/t, mantenendo ancora un leggero incremento su base annua (+4%).
In flessione anche orzo e sorgo
Seconda settimana di ribassi per l’orzo nazionale: a Bologna i prezzi sono indietreggiati di 5 €/t e si sono attestati sui 325-330 €/t (franco arrivo). Scenario simile per il sorgo nazionale, pur con una flessione settimanale meno marcata (-3 €/t). Sia per l’orzo (+11%) che per il sorgo (+19%) la variazione su base tendenziale rimane positiva.