Il mais nuovo raccolto è stimato a prezzi decisamente più elevati del pronto. Sarà un'inversione di tendenza duratura?
Che l’attuale livello dei prezzi sia molto basso è funzione sia dell’eccesso di offerta (nei mesi scorsi) da parte dei paesi extra Eu sia di una qualità nazionale ed europea non sempre perfetta. Chiaro che per l’agricoltore centro-europeo i prezzi prossimi all’intervento e la forte incertezza sull’evoluzione della crisi russo-ucraina si sommano a un euro che (agli odierni livelli) farebbe ipotizzare un notevole incremento dell’export comunitario 2015-16.
Tutto quindi parla di un futuro più roseo per i produttori, con il rafforzativo che ad oggi le condizioni agro-climatiche mondiali sono favorevoli ovunque e qualsiasi evento contrario nelle prossime settimane/mesi non farebbe che rafforzare questa sensazione di un mercato che dopo i minimi raggiunti di recente potrebbe riposizionarsi a livelli "medi" di annate con ampia disponibilità, ma in generale meno depresso. Molto dipenderà anche da come progrediranno le colture in Italia e nelle aree più rilevanti per il nostro mercato: Romania, Ungheria ed Ucraina, ma al momento l’inversione di tendenza acquisisce sempre più solide basi.