E’ ancora il segno “meno” a prevalere nei listini delle principali materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, con ulteriori cedimenti settimanali sia nel comparto dei cereali foraggeri che dei semi oleosi e delle farine proteiche. Il mercato rimane pesante dal punto di vista degli scambi, condizionato da una ridotta domanda zootecnica, a fronte di disponibilità di merce che appare invece ampia, grazie agli arrivi dall’estero. Peraltro, per i prodotti di provenienza estera a pesare sui ribassi è anche l’ulteriore rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro.
L'orzo si avvicina ai livelli del 2021
La settimana a cavallo tra la chiusura di novembre e l’avvio di dicembre ha registrato nuovi diffusi cali per i prezzi dei cereali foraggeri. I consumi zootecnici appaiono limitati, con effetti depressivi sulle quotazioni di orzo, sorgo e grano tenero. In particolare, sulla piazza di Bologna l’orzo nazionale ha perso 7 €/t, portandosi sui 318-323 €/t (franco arrivo). Le quotazioni attuali restano più alte rispetto alla scorsa annata ma la distanza diminuisce ancora ed è ora pari ad un +5,8%.
Sorgo in calo per la terza settimana consecutiva
La dinamica rimane simile per il sorgo nazionale, in calo (-6 €/t) alla Borsa bolognese per la terza settimana consecutiva, attestato sui 335-339 €/t (franco partenza). In questo caso, pur riducendosi, la crescita percentuale su base annua rimane a doppia cifra, pari ad un +15,6%.
Il grano tenero sotto la soglia dei 350€/t
Arretrano ancora anche i prezzi del grano tenero foraggero, complice anche l’offerta di merce estera. A Bologna il prezzo medio scende sotto la soglia dei 350 €/t (347-348 €/t, -6,50 €/t rispetto alla settimana precedente) ed è ormai in linea con i valori che si rilevavano un anno fa (+2,2%).
La soia in un mese ha perso 60 euro la tonnellata
I prezzi della soia hanno archiviato un’altra settimana di ribassi a doppia cifra nelle principali borse merci italiane. La soia di provenienza estera è scesa sulla piazza di Milano a ridosso dei 570 €/t (572,50 €/t, franco arrivo): nell’arco di poco più di un mese le quotazioni hanno ceduto oltre 60 €/t. Anche la soia di origine nazionale ha perso ancora terreno fino a giungere sui 560 €/t (557-562 €/t, franco arrivo), un livello che è più basso dell’8% circa rispetto alla scorsa annata. Resta invece positiva la variazione rispetto a dodici mesi fa della soia estera, pari ad un +13,4%. Oltreoceano, la settimana ha mostrato nel complesso una variazione contenuta per le quotazioni dei futures della soia scambiati alla Borsa di Chicago, attestate sui 14,40 dollari per bushel (pari 500 €/t). Le attenzioni degli operatori sono attualmente rivolte all’andamento del meteo in Sudamerica e all’eventuale impatto sui raccolti di Brasile e, soprattutto, Argentina.
Scende la farina di girasole, aumenta quella di soia di provenienza estera
Tra le farine proteiche, cedono ancora il passo all’ingrosso i prezzi della farina di girasole. A Bologna il ribasso è stato di 10 €/t, con le quotazioni che sono scivolate sui 370-375 €/t (franco arrivo), mantenendosi però più alte del 12% su base annua. Per la farina di soia proteica estera, la settimana ha evidenziato al contrario un rincaro (+10 €/t), in linea con la crescita che si è osservata alla Borsa di Chicago (da 408,8 $/t a 424,50 $/t). Come per il girasole, la variazione annua è positiva ed ancora ampia (+30% a Bologna). Stabili i prezzi della farina di colza.