L’aggravarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, con il blocco dei carichi in partenza dal Mar Nero e la conseguente necessità di reperire la merce su mercati alternativi, sta generando forti tensioni nel mercato italiano delle materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, con pesanti aumenti dei prezzi sia per i cereali foraggeri sia per le farine proteiche quotate nelle borse merci nazionali.
Mais, l'Italia perde il secondo fornitore
Il mais sta risentendo direttamente della perdita di un importante mercato di approvvigionamento quale è quello ucraino (secondo paese fornitore dell’Italia) e ha registrato incrementi di prezzo sulle principali piazze di scambio tra i 25 e i 35 €/t. Aumenti a doppia cifra si sono osservati anche per il grano tenero, l’orzo, il sorgo e, tra le farine proteiche, la soia, il girasole e la colza. In molti casi sono stati aggiornati i valori record che si erano raggiunti nell’ultima parte del 2021.
Grano tenero foraggero, +40% rispetto al 2021
Il blocco degli arrivi dal Mar Nero ha impresso da inizio marzo 2022 un aumento superiore a 30 €/t del prezzo del grano tenero foraggero, salito alla Borsa Merci di Bologna sui 342-355 €/t (franco arrivo), un livello superiore anche al picco che si era registrato a novembre 2021. Torna a sfiorare il +40% la crescita rispetto a un anno fa. In aumento anche l’orzo ad uso zootecnico, che sale sia a Bologna sia a Milano di 15 €/t rispetto all’ultima settimana di febbraio e con il prezzo massimo attestato sui 310 €/t (franco arrivo), più alto di oltre il 40% rispetto alla scorsa annata. Aumento di 20 €/t nell’arco di sette giorni per il sorgo, che raggiunge a Bologna un valore record di 306 €/t (franco partenza). Anche in questo caso la crescita su base annua si attesta oltre il 40%.
Oli vegetali tutti in rialzo
Il blocco alle forniture di olio di girasole proveniente dal Mar Nero (Russia e Ucraina sono i due principali produttori ed esportatori mondiali) sta spingendo al rialzo i prezzi di tutto il comparto degli oli vegetali, con ricadute sui prezzi dei semi oleosi e delle farine proteiche. Rispetto agli aumenti dei cereali foraggeri e del girasole sui listini internazionali, i rialzi per la soia sono stati più contenuti, risentendo probabilmente anche del miglioramento delle condizioni climatiche in Argentina, dove si sono registrate delle precipitazioni. Alla Borsa di Chicago le quotazioni dei futures hanno chiuso la settimana sui 16,60 $/bushel (pari a 561 €/t), in rialzo del 4,8% rispetto a sette giorni prima. Nel mercato italiano i semi di soia nazionali (no ogm) quotati alla Borsa Merci di Bologna hanno raggiunto i 657-660 €/t (franco partenza), guadagnando 21 €/t rispetto a sette giorni prima ed in crescita del +25,9% su base annua.
Farine proteiche, balzi a due cifre
Pesanti ricadute nel mercato delle farine, in particolare per il girasole. A Bologna la farina di girasole proteica è balzata sui 425-430 €/t (franco arrivo), mettendo a segno una crescita record di 84 €/t rispetto alla rilevazione della settimana precedente lo scoppio del conflitto russo-ucraino. I prezzi attuali sono più alti di oltre il 30% su base annua. Forte rialzo anche per la farina di colza, che a Milano nell’arco di sette giorni è aumentata di 32 €/t, superando la soglia dei 460 €/t (franco arrivo).