Caseari, quotazioni sospese quasi ovunque
Nel corso dell’ultima settimana le restrizioni date dall’emergenza sanitaria per via del coronavirus hanno determinato la mancata quotazione con sospensione delle attività sulla quasi totalità delle piazze sia lombarde che emiliane. Tra le piazze emiliane, Modena e Parma hanno proseguito con la sospensione delle attività inerenti alle contrattazioni dei prodotti, mentre Reggio Emilia ha ripreso le contrattazioni mostrando di fatto adeguamenti nei listini a quelli della piazza di Parma della scorsa settimana.
Lo zangolato si colloca a 1,05 euro al kg, mentre il Parmigiano Reggiano 12 mesi quota 8,50 euro al kg. Riguardo al Grana Padano Dop sia le piazze di Mantova e Milano che quella di Cremona hanno rispettato la chiusura imposta dalle restrizioni comportando di fatto, nel corso della settimana, la mancata quotazione di questo prodotto.
Bovini, variazioni minime
In termini generali la settimana in oggetto non fa pensare a variazioni dei prezzi di mercato sensibili e fuori dalla norma. Vediamo nuovamente la mancata quotazione da parte di Montichiari e Modena. Riguardo agli animali da allevamento Padova ha quotato regolarmente all’inizio della dodicesima settimana con flessioni minime sui baliotti da ristallo di pezzata nera (1,70 euro al chilo) e su quelli di pezzata rossa (3,68 euro al chilo). Sulle piazze di Cremona e di Vicenza i listini rimango ancorati sui precedenti livelli. Riguardo i tagli si registra un calo sulla piazza di Milano per mezzene di bovino adulto, che a titolo di esempio per la classe P passano da 1,40-1,80 Euro/Kg a 1,20-1,50 Euro/Kg.
Tali variazioni in ribasso per le carni di bovini adulti sono riconducibili primariamente alle vacche, alle maggiori difficoltà di movimentazione transnazionale delle merci per via del coronavirus e a un progressivo rallentamento delle attività di trasformazione a cui tale prodotto è spesso destinato. Sempre su quest’ultima piazza, si evidenziano recuperi omogenei per i busti di vitello sia extra che di prima e seconda qualità pari a 10 centesimi al chilo, Gli aumenti registrati invece sulle carni di vitello non sono riconducibili ad un comportamento del consumatore alterato dall’epidemia, piuttosto ad un andamento registrato sempre all’approssimarsi della Pasqua. Per ciò che concerne animali vivi da macello sulla piazza di Milano non si registra alcuna variazione alla stessa stregua degli altri principali centri di scambio.
Avicunicoli, dove si quota aumenti marcati
Il mercato degli avicoli mostra delle dinamiche di mercato condizionate dall’epidemia di coronavirus con gli scambi ridotti al minimo e la mancata quotazioni da parte dei principali centri di scambio, come Milano, Cuneo e Perugia. Quota invece la piazza di Forlì, evidenziando marcate variazioni in rialzo dovute all’eccesso di domanda e carenza di offerta nel pollame. Infatti, i polli balzano da 1,02-1,04 euro al Kg di peso vivo agli attuali 1,17-1,19 euro al Kg. Sulla medesima piazza anche le galline pesanti passano da 0,26-0,34 a 0,29-0,37 euro al Kg peso vivo.
La rete di rilevazione Ismea evidenzia spiccati aumenti anche sulle piazze di Padova e Verona. Nello specifico, su Padova i polli pesanti all’origine aggiungono ben 10 centesimi rispetto alla scorsa settimana (1,17 euro al chilo). Su Verona si passa, per lo stesso prodotto, da 1,15-1,17 a 1,20-1,22 euro al Kg peso vivo. Nel corso della dodicesima settimana dell’anno, la produzione di pollame tenta ancora di adeguarsi ad una domanda eccedentaria per via della concitazione generata nel consumatore dall’epidemia di Coronavirus. Spinta inflattiva anche per le uova su Padova Verona e Treviso. Su questa ultima piazza, recenti dismissioni di ovaiole hanno fatto sì che l’offerta si trovi più in difficoltà nel soddisfare la domanda, con un conseguenti rincari di ben 20 centesimi per tutte le categorie, sia per quelle destinate alla trasformazione che al consumo domestico.
Vino, prezzi stabili
Nel mercato nazionale del vino non si evidenziano variazioni sui livelli dei prezzi raggiunti prima del blocco per “Italia zona rossa” registrato, ormai, due settimane fa.
Il mercato appare bloccato e anche se le vendite verso la Gdo proseguono regolarmente, indubbiamente quello del vino è uno dei settori che ha risentito maggiormente della sospensione del canale dell’Horeca.
Diversi mercati, tra quelli monitorati, risultano fermi e senza quotazioni, per questo motivo i prezzi medi per prodotto/varietà sono stati, quindi, determinati sulla base delle quotazioni disponibili.
Olio, valori invariati, vendite crollate nella ristorazione
Nella terza settimana di marzo, la seconda del lockdown per coronavirus, non si evidenziano variazioni rilevanti a livello di prezzi medi registrati sul territorio nazionale.
Si registra un drastico calo delle vendite nel mercato Ho.Re.Ca. che, ovviamente, incide sui confezionatori e sui loro fornitori di olio. Costanti le vendite alla G.D.O nazionale.
Come detto restano stabili i listini medi dell’extravergine di oliva a 3,07 euro al chilo, fermi a 1,55 euro al chilo quelli dell’olio lampante. In lieve calo le quotazioni medie dell’olio vergine che si attesta a 2,17 euro al chilo perdendo l’1,5% circa. Senza variazioni significanti i listini degli olii raffinati di oliva e di sansa e quelli dei rettificati di semi.
Anche sui principali mercati esteri monitorati la situazione risulta sostanzialmente stazionaria, qualche lieve calo si registra sul mercato spagnola, che proprio negli ultimi sette giorni ha visto arrivare l’onda del contagio.
I prezzi dei prodotti agricoli del 24 marzo
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