Le incertezze che persistono nel mercato internazionale dei cereali e dei semi oleosi (evolversi del conflitto russo-ucraino, politiche commerciali restrittive, condizioni climatiche siccitose in importanti aree produttive globali tra cui Nord Europa e Nord America) mantengono i prezzi su livelli sostenuti anche nel mercato italiano. Tra le diverse materie prime utilizzate nell’alimentazione zootecnica, la terza settimana di maggio ha mostrato in particolare aumenti per il grano tenero foraggero e la soia, entrambi condizionati dai rialzi delle quotazioni estere. Tra i foraggi, si è osservato un ulteriore rimbalzo per l’erba medica, che amplia così la già robusta crescita rispetto allo scorso anno.
Grano tenero, settimana di ulteriori aumenti
Nel comparto dei cereali foraggeri la settimana è stata segnata da un consistente rincaro dei prezzi del grano tenero foraggero, in linea con i rialzi osservati per le varietà ad uso alimentare. Pesano in particolare le incognite legate al perdurare del conflitto russo-ucraino, con i grani ucraini bloccati ai porti del Mar Nero. Sulla piazza di Bologna i prezzi sono aumentati di 15 €/t, portandosi sui 415-430 €/t (franco arrivo). Si rafforza così la crescita su base annua, che torna a sfiorare il +70%.
Il sorgo vola a quota a 380 €/t
Il segno “più” si è osservato anche nei listini del sorgo nazionale, che si è riportato sulla soglia dei 380 €/t (franco partenza), più alto del 53% rispetto alla scorsa annata.
Orzo, ora è incubo siccità
Con i prezzi del prodotto nazionale ormai non quotati in attesa del nuovo raccolto, si è registrato un aumento per gli orzi di provenienza comunitaria, per i quali si registrano dei timori sui raccolti nelle aree del Nord Europa maggiormente colpite da condizioni siccitose. Sulla piazza di Milano l’orzo comunitario è salito sui 389-394 €/t (franco arrivo), 3 €/t in più rispetto alla settimana precedente e in crescita del 60% rispetto a dodici mesi fa.
Erba medica, continua la salita
Si confermano in rialzo i prezzi dell’erba medica, attestati a Milano sui 319-323 €/t (erba medica disidratata 1° qualità), in aumento di 10 €/t rispetto a sette giorni prima. Sale al +55% la crescita su base annua.
La soia nazionale registra un -2,7% rispetto a un anno fa
Dopo i ribassi delle settimane precedenti, torna il segno “più” nei listini della soia di provenienza estera. Sulla piazza di Bologna i prezzi hanno archiviato un rialzo settimanale di 17 €/t, salendo sui 685-690 €/t (franco arrivo), in crescita rispetto allo scorso anno del +28,7%. Leggero calo, invece, per la soia nazionale (-1 €/t, 676-679 €/t), che si conferma in ribasso anche rispetto a un anno fa (-2,7%). Mentre in Italia l’effetto combinato di alti costi dei fertilizzanti e carenza idrica potrebbero spingere a un aumento delle superfici coltivate a soia a discapito del mais, a livello mondiale le prime stime sulla produzione nell’annata 2022/23 prospettano una forte ripresa, con un output atteso dall’Igc (International Grains Council) sui 387 milioni di tonnellate, l’11% in più rispetto alla scorsa annata.
Farine proteiche, rallentano colza e girasole
Tornando ai listini, tra le farine proteiche, la settimana ha visto un nuovo arretramento dei prezzi della farina di girasole, scesa a Milano sui 408-417 €/t (-10 €/t, franco arrivo), riavvicinandosi ai livelli che si registravano a fine febbraio. I prezzi attuali rimangono più alti rispetto allo scorso anno (+28%). Prezzi in ulteriore calo anche per la farina di colza (-10 €/t), ma sempre su livelli più elevati su base annua (+32%).