Grano duro, le piazze comunitarie guardano all'Italia
Italia
Il panorama produttivo si è delineato. Responsi qualitativi dal campo eterogenei, con zone del Nord molto colpite da tossine, per una bassa qualità merceologica della granella. Di contro, eccellenze nell’Italia centrale e nel Sud (ma con basse rese/ha). Ancora non definitivo il valore della produzione 2024, stimata sui 3 mln/t ma con qualche fonte più ottimista. I prezzi si sono posizionati su livelli analoghi alle alternative comunitarie, con possibilità di stabilizzazione nei prossimi giorni in attesa di meglio capire dove si posizioneranno le origini estere. I molini e gli operatori hanno coperture e, in regime di incertezza di prezzo, l’attività di scambio resta limitata. Al Nord il “Fino” a Milano cede 8 €/t per un valore sui 325-330 €/t arrivo, su Bologna quotazioni invariate con il Centro arrivo a 325 €/t, sempre allineato ai prezzi di Foggia con Altamura a sconto di un 5 €/t; mercantili a sconto di un 10-30 €/t base specifiche reali dei lotti. Il sotto mercantile resta sui 240-250 €/t reso destino.
Europa
In sintonia con i grani panificabili, sulle piazze comunitarie si guarda all’Italia (compratore) e alle origini extra-Ue (Turchia e Canada) per identificare dove si consoliderà il mercato per questa campagna, che a livello produttivo è ai minimi degli ultimi cinque anni: 7,1 mln/t, meno 0,3 mln/t sul 2023 e sulla media 2020-2023. Offerta locale e intra-Ue che preme ad anticipare possibili ulteriori cali a livello dei prezzi “globali”, ma interesse compratore che resta limitato in regime di debolezza dei mercati. Sulla Borsa di Siviglia (Spagna) ribasso simbolico di un ulteriore 1 €/t, per un valore partenza di 274 €/t; in Francia l’offerta fatica a soddisfare le richieste di qualità e proteina dei compratori comunitari. Il prezzo Fob Mediterraneo per la qualità “milling” francese è sui 300-305 €/t.
Mondo
Dal Canada arrivano aggiornamenti più che rassicuranti sullo stato delle colture e i progressi di crescita, con ottimale umidità nel terreno. Si comincia a parlare di un raccolto 2024 che potrebbe posizionarsi tra 6,2 ed i 6,5 mln/t. La disponibilità nordamericana per la campagna è ai massimi degli ultimi anni. L’aggiunta del surplus turco-russo, al momento (e clima permettendo) fa stimare un’annata senza problemi e con un parziale ripristino delle scorte di fine campagna. L’offerta dal Mar Nero e l’incertezza di prezzo (valutaria) turca mettono pressione ai venditori nordamericani, ma ad oggi i produttori sono ancora attendisti e questo limita il calo dei prezzi; determinante sarà la qualità 2024 e le percentuali dei “gradi” in Usa e Canada. Il Cif Mediterraneo per il “milling” resta sui 330-340 $/t.
Grano tenero, la qualità detta il prezzo
Italia
Milano continua a non quotare la classe 1 (grani di forza) per problemi di reperimento di lotti con specifiche adeguate; si quotano tutte le altre classi (arrivo) con tendenza al rialzo ad allinearsi alle quotazioni di Bologna (partenza). Scambi nella media, con interesse per le qualità più elevate, anche se le alternative estere moderano la possibilità di rincari. Quadro colturale ormai definitivo, con le aree del Centro-ovest più colpite dai danni del maltempo occorso e le aree del centro Italia con buone caratteristiche (rispetto a un deficitario 2023). Offerta in generale adeguata rispetto alla domanda sempre più selettiva. Il “tipo Bologna” su Ager si consolida sui 300 €/t partenza con sconto di 55 €/t per la classe 2 e di 80 €/t per i “misti”; le alternative comunitarie “panificabili” sui 225 €/t arrivo, il grano di forza Ue 14 proteina apre a 305 €/t reso, con gli spring che scendono a 340 €/t arrivo.
Europa
L’inizio della raccolta coincide con l’aggiornamento dei dati globali da oltreoceano e lo scenario che si delinea in Europa sembra leggermente meglio del previsto, con la Francia che nonostante rese/ha inferiori alla media del 15-20% dovrebbe avere un raccolto a macchia di leopardo ma non completamente problematico. Attesa per le stime di qualità nelle aree del centro-est, dove è atteso un tenore proteico inferiore alla media. L’esportazione resta rallentata dalla concorrenza dal Mar Nero anche in presenza di nuove aste di acquisto dal Nord Africa. Scambi a livello locale limitati per scarso interesse dei detentori a prendere posizione. Il futuro” su Parigi vede il “milling” posizione di Settembre attorno ai 215 €/t (meno 8); il “panificabile” reso porto di Rouen sui 213 €/t (meno 5).
Mondo
Le prospettive di produzione nell’emisfero nord e di semina in quello sud si mantengono positive, con gli ultimi dati Usda che indicano stock in aumento. I riflessi sulle principali piazze sono stati di un ribasso delle quotazioni con volatilità per l’intenzione degli operatori di ridurre le posizioni “corte”. In Nordamerica l’attesa è per un raccolto importante di grani primaverili, dopo la conferma di un’annata positiva per i grani “vernini”, con mercati che si sono riportati sui livelli del 2019-2020. Nella regione del Mar Nero si conferma una produzione inferiore al 2023, ma l’aggressività commerciale russa non dà segnali di cedimento, aggiudicandosi la più parte delle aste di acquisto del nord Africa. Prezzi: l’argentino a 270 $/t, l’australiano Soft White a 276 $/t, il Dns a 252 $/t, il “milling” russo a 220 $/t.
Mais, le tante incognite sulla campagna agitano le borse
Italia
Gli echi rialzisti dal Mar Nero, le elevate temperature in Est Europa e il rapporto di luglio della Usda, affievolito in parte dal cambio euro/dollaro, si riflettono sulle nostre mercuriali che consolidano aumenti tra i 4 €/t di Ager ed i 5 €/t della Granaria. Le prospettive di produzione sono sotto osservazione con l’arrivo di temperature torride, ma nel complesso lo stato delle colture resta buono anche per la possibilità di irrigare. Scambi limitati per scarsità di prodotto locale sul pronto, con il mais “con caratteristiche” che quota un 230-234 €/t, con il “generico” a sconto di 4-6 €/t. Comunitari ed esteri che recuperano un 3 €/t e quotano arrivo a lieve sconto rispetto al nazionale con caratteristiche.
Europa
A fare mercato è il “weather market” nelle aree più a est del Continente e in particolare le elevate temperature in Romania e aree confinanti con l’Ucraina. L’incertezza sulla produzione si somma con uno scenario globale che suggerisce cautela. Gli operatori comunitari limitano gli scambi sia per la minore attrattività in prezzo, nelle miscele zootecniche, del mais rispetto ai cereali a paglia, sia per la non competitività sui mercati extra-Ue. Le quotazioni della settimana tendono al lieve rialzo con volatilità sulla piazza a termine di Parigi, dove la posizione a “futuro” di agosto che oscilla sui 217-218 €/t e con il mais franco porto di Bordeaux sui 220 €/t (più 2); su Euronext il nuovo raccolto (posizione Novembre) a 213-214 €/t (più 3).
Mondo
I prezzi del mais soffrono la pressione ribassista dagli altri cereali, ma il Cbot resta in tensione per le crescenti preoccupazioni climatiche (siccità) nel bacino del Mar Nero. Con le colture nell’emisfero nord in piena fase di rischio climatico a ridosso di delicate fasi del ciclo vegetativo, i mercati si irrigidiscono anche per la perdurante incertezza sulla domanda cinese, dove i consumi potrebbero scendere anche in presenza di un calo dei prezzi locali, e i ritardi dei flussi in uscita dal Brasile (ritenzione dei produttori e problemi di logistica interna). Nell’ultimo report dell’americana Usda è stato sottolineato un calo degli stock, ma la prospettiva di un ampio raccolto in Usa dovrebbe bilanciare il dato negativo. Prezzi Fob: l’Usa a 186 $/t, l’ucraino 194 $/t, l’argentino 182 $/t e il brasiliano a 193 $/t.
Settimana di consolidamento per gli orzi, soia estera ancora più giù
Italia
Cereali foraggeri: gli orzi consolidano un’altra settimana di rialzi dopo la scorsa, con Ager e Granaria (+5 €/t) che materializzano i riflessi e le preoccupazioni europee; l’orzo pesante vale arrivo un 205 €/t. I teneri restano invariati con Milano a 190 €/t (alte tossine) e Bologna sui 225-230 €/t, con il sorgo sempre NQ. Oleaginose: la soia nostrana non è offerta e quotata sul pronto. La tendenza generale è ribassista, con le origini estere che scendono per effetto combinato mercato e cambi di un 10 €/ per un prezzo arrivo sui 450-460 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: i progressi di raccolta dell’orzo in Francia (oltre il 65%) danno segnali contrastanti, con evidente calo delle rese/ha (meno15%) e del peso specifico, molto varabile da area da area. I teneri ad uso zootecnico restano depressi dalla difficoltà comunitaria ad aggiudicarsi le aste dei paesi importatori. Attività di scambio nella media del periodo. Oleaginose: in ripresa la colza per le basse rese/ha in Francia, le incertezze sulla produzione tedesca e un panorama produttivo internazionale (soia) più complesso. Su Euronext Parigi la colza posizione di agosto vale 489 €/t (più 13), con il Fob Rouen sui 475 €/t; in ripresa anche il girasole “oleico” reso S. Nazaire a 470 €/t (più 10).
Mondo
Cereali foraggeri: i prezzi all’esportazione sono stati messi sotto pressione dall’arrivo dei nuovi raccolti nell’Emisfero Nord e dallo scarso interesse all’acquisto dei principali paesi importatori che sperano in ulteriori ribassi. Grani e orzo al ribasso con volatilità sulle piazze a termine. Semine che procedono spedite in Sudamerica e Australia. Prezzi dettati dall’offerta dal Mar Nero. Orzo Fob Mar Nero a 174 $/t, l’Australiano a 241 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 213 $/t e l’Ucraino 199 $/t. Oleaginose: la soia cede un 4% toccando i minimi degli ultimi anni sotto la pressione di una supply-demand rassicurante in tutti i suoi componenti ed un andamento climatico favorevole in Usa. In Sudamerica, fonti brasiliane confermano un raccolto di soia 2023 sui 147 mio/t, con prospettive di aumento per il 2024/25 a 170 mio/t. Scambi soia a rilento con riflessi depressivi sulle quotazioni. La colza Canadese quota al ribasso a seguito della conferma degli ottimi progressi vegetativi. Prezzi Fob: la soia Usa a 433 $/t, la brasiliana a 422 $/t e l’argentina a 417; la colza canadese Fob Vancouver a 482 $/t.