Grano duro, prevale la stabilità sui mercati
Italia
Scenario di mercato che si stabilizza, seppur in presenza di un raccolto 2024 inferiore allo storico, ma con buone caratteristiche. Il panorama globale resta al momento incerto, ma potenzialmente adeguato a soddisfare la richiesta dei nostri operatori che si mantengono cauti nel prendere posizione. Borse merci italiane del Nord che quotano invariato, mentre al Centro-Sud si registrano rincari, con Macerata che sale di 3 €/t per la voce 1 (migliore qualità) e Foggia di 5 €/t a riallineare i prezzi con le altre origini nazionali. Scambi a rilento, con offerta limitata, in attesa che si chiarisca il panorama internazionale. Il duro nazionale tipo “Fino” vale un 320 €/t arrivo, con i mercantili che scontano un 10 €/t per il buono mercantile e 30 €/t per il mercantile.
Europa
Le ultime settimane confermano le quotazioni di inizio mese con disponibilità alla vendita, ma operatori attendisti dopo che si è rilevato un irrigidimento dei mercati nordamericani, a causa dei recenti lievi rincari sulle principali piazze comunitarie. Qualità dell'offerta variabile, dall’ottimo spagnolo al buon greco, fino al francese. L’export verso il basso Mediterraneo è ostacolato da prezzi poco competitivi rispetto all’asse turco-russo e all'“any origin”. L’origine Spagna quota il duro “gruppo 1” sui 278 €/t origine, con la Francia che conferma per la qualità “milling” un prezzo di poco superiore ai 300 €/t per merce resa Fob porto del Mediterraneo.
Mondo
In Usa e Canada la trebbiatura è oltre l’ 85% con buone rese/ha, che confermano per il 2024/25 una supply-demand adeguata a coprire gli utilizzi mondiali e a ripristinare un minimo di scorte di fine campagna (che comunque resterebbero ai minimi). La qualità “media” riscontrata in Usa-Canada vedrebbe pesi specifici del grano in calo di 1 kg/hl sul 2023 e proteina in calo di un 0,5-1,0%. Produzione globale sempre stimata attorno ai 35 mln/t, ma restano fenomeni di ritenzione alla vendita per quotazioni che, in presenza di noli ben tenuti e di limitata offerta turco-russa, vedrebbe il grano “durum milling” del Nord America reso porto Mediterraneo sui 380 $/t, o un 340 euro/ton.
Grano tenero, la domanda incontra un'adeguata offerta
Italia
Sulle Borse si confermano le quotazioni per le classi superiori, con ancora qualche riflesso rialzista per le classi inferiori a sottolineare un’ampia disponibilità di grani panificabili superiori e di forza nazionali (anche se con variabilità delle specifiche tra aree di origine) e più pressione per i panificabili e i biscottieri soprattutto nel nord Italia. Scambi nella media, con che comunque vedono al momento offerta adeguata ai fabbisogni. Qualche limitazione dalla logistica su ruota. Su Bologna e Milano il grano “tipo Bologna” si conferma sui 310 €/t partenza, con un differenziale negativo di circa 40-45 €/t per la classe 2 e di 70-80 €/t per i “misti”; più tenuti i biscottieri. Le alternative comunitarie “panificabili” al rialzo di un 5 €/t, con la conferma in prezzo dei grani di forza austriaci e degli “spring” Usa-Canada.
Europa
Sui mercati si è respirata aria di consolidamento al rialzo per l’effetto domino delle informazioni sui problemi di semina in Eurasia, ma i riflessi rialzisti si scontrano con la deludente performance all’export del Vecchio Continente sulle destinazioni tradizionali del Mediterraneo e verso il Medioriente. Sarà da verificare l’odierna prevalenza di offerta rispetto alla richiesta degli operatori, che potrebbe indebolire le quotazioni se prevarrà l’effetto depressivo della scarsa richiesta dai porti rispetto a un livello di scambi nella media a livello locale. Il forte calo della produzione 2024 al momento è surrogato dall’offerta dall’estero. Su Parigi il “future milling” di Dicembre sale a 221 €/t (più 6), con il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 218 €/t (più 2).
Mondo
Sulle piazze si sovrappone l’arrivo dei raccolti “primaverili” di Usa e Canada a compensare l’effetto rialzista di una produzione deludente in Europa e di problemi di siccità durante le semine in Russia e Ucraina, dove non si esclude una riduzione delle superfici di grano invernale. L’export di Mosca continua a ritmo sostenuto e prezzi competitivi, nonostante il raccolto 2024 sia stato inferiore del 15% rispetto al 2023. Prezzi in salita per le origini nordamericane primaverili, a causa di una minore qualità media del raccolto e a una rigida domanda interna di grani con elevato tenore proteico (a fronte di una riduzione di uno 0,5% rispetto alla media dell’annata scorsa). Cbot in apprezzamento e Mgex molto volatile.
Mais, la partita si gioca sulla qualità
Italia
Non si arresta l’allargamento della forbice di pezzo tra il mais con caratteristiche (in costante rincaro) e quello “generico”, con fattore discriminate il livello tossinico (aflatossine) che in alcune aree ne preclude l’utilizzo per le vacche da latte. Rientra in parte la pressione depressiva pandemica, mentre peggiora la disponibilità logistica su ruota che, assieme alla qualità, sono i driver di mercato. Scambi senza acuti, con temporanea pressione sui porti a compensare la richiesta di mais “zero tossine”. Mais che continuerà ad arrivare principalmente dal Mar Nero. Sul fronte dei prezzi, il mais “con caratteristiche” vale tra i 242 €/t (Ager – più 7 €/t) e i 245 €/t (Granaria – più 3 €/t); il “generico” si quota a sconto di un 10 €/t; comunitari ed esteri ben tenuti e al rialzo di ulteriori 5 €/t, con quotazioni superiori al mais locale con caratteristiche.
Europa
Mercato che ha registrato un lieve aumento dei prezzi a seguito della concomitanza del risveglio della domanda locale e della richiesta intra-Ue ed estera. Il settore zootecnico del centro Europa è richiedente, alla pari della Penisola iberica, e questo sostiene le quotazioni anche a ridosso della raccolta, che in Francia in volume dà risultati oltre le aspettative (resa/ha medio-alte). Raccolto 2024 confermato sui 58 mln/t e prezzi in ripresa sulla piazza a termine di Parigi Euronext, con la posizione Novembre, nuovo raccolto, che sale a 206 €/t (più 4), e il franco porto di Bordeaux sui 205 €/t (più 1).
Mondo
Lo scenario globale evolve ma non muta nella sostanza, con il mercato 2024/25 caratterizzato da ampia offerta. L’evoluzione del raccolto Usa indica un 65% di campi in ottime condizioni e anche in Brasile l’arrivo delle piogge ha migliorato le prospettive per il primo raccolto. Solo in Argentina si attende un calo di superfici seminate, dovuto al rischio di La Niña e di una forte pressione dei patogeni del mais (eredità della corrente campagna). Quotazioni che restano sostenute sia per problemi logistici in Brasile che ritardano il caricamento delle navi, sia per un incremento della domanda da Europa e Turchia.
Sorgo bianco e grano foraggero in rialzo, gli orzi si confermano
Italia
Cereali foraggeri: sulle Borse restano sostenuti nei prezzi il sorgo bianco e il grano a uso “feed”, con gli orzi stabili sui recenti valori. Ampia offerta “any origin”, ma anche una residua apprensione per i risultati produttivi che mostrano qualità e salubrità differenti da zona a zona. In regime di costante supporto dalla salita del mais, l’orzo vale arrivo un 210 €/t, il grano sui 230 €/t e il sorgo bianco un 223 €/t. Oleaginose: la soia nazionale resta Non Quotata, in attesa di capire meglio le prospettive, con l’origine estera a fare tendenza sul mercato; l’origine “Americhe” vale 445 €/t su Bologna (+10) e 443 €/t su Milano (+ 5); il girasole alto oleico su Ager sale di 10 €/t e vale destino 435-440 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: ampia disponibilità, ma anche ritorno della domanda locale e internazionale, a dare tono e sostegno ai mercati comunitari, che altrimenti sarebbero depressi. Scambi vivaci a livello locale e verso clienti medio-piccoli; differente per i principali utilizzatori che operano alla bisogna dando pochi riferimenti ai mercati. Quotazioni in rafforzamento. Oleaginose: la colza beneficia del supporto in prezzo dal “palma” e dalla canola canadese, con fenomeni di ritenzione da parte di produttori e stoccatori in previsione di ulteriori rincari. Su Parigi la colza a Novembre è quotata a 475 €/t (più 7), con il Fob Rouen nuovo raccolto a 479 €/t (più 13). Il girasole “alto oleico” si rafforza a 490 €/t (più 10) reso S. Nazaire (Francia).
Mondo
Cereali foraggeri: è accaduto poco o nulla a modificare una campagna che vede produzioni e scorte iniziali adeguate rispetto a una crescente domanda. Quotazioni che si mantengono poco influenzate dalle piogge che ostacolano la raccolta in Canada e dalle stime di semina 2024 in Sudamerica simili ai valori del 2023; torna a salire l’import asiatico e mediorientale di orzo. Oleaginose: la combinazione tra il “palma” in aumento e la crescente domanda internazionale si connette con una dinamica attività di scambio della soia in uscita dal Brasile e dal Nord America. La “canola” canadese mantiene la posizione sostenuta dalla notizia del rallentamento delle operazioni di raccolta.