Caseari
La settimana in analisi non ha evidenziato, rispetto alla precedente seduta, variazioni di rilievo per i formaggi, con prezzi per lo più invariati sulle principali piazze di quotazione. Novità invece, per i formaggi grana a denominazione, dove i corsi del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano hanno evidenziato andamenti differenti. Infatti, mentre per il primo formaggio le dinamiche mercuriali mostrano una totale tenuta dei corsi, per il Padano, in quest’ultima ottava, il mercato ha lasciato qualche spiraglio positivo. Nel dettaglio Cremona, Mantova e Milano hanno registrato scambi più attivi soprattutto per le tipologie più stagionate, recuperando dai 3 ai 5 centesimi per la stagionatura 12/15 mesi e la 16/24, mentre il prodotto più giovane mantiene invariati i listini. Per l’altra Dop, il Reggiano, la settimana in analisi non rileva nessuna particolare novità sul fronte degli scambi, che rimangono comunque nella norma mantenendo una totale stabilità nelle quotazioni. Settimana riflessiva per tutte le tipologie di burro con i listini inchiodati sui medesimi valori oramai da molte settimane. Gli scambi si mantengono nella norma. Si mostra in ripresa, invece la crema di latte, che dopo settimane di costanti flessioni riesce a recuperare 6 centesimi al chilo su Milano, toccando così una quotazione di 1,70 euro al chilo (-19,05% variazione tendenziale).
Avicunicoli
Questa settimana la ripresa dei prezzi del pollo è caratterizzata da una maggiore intensità, facendo registrare un incremento di prezzo del +1,78% rispetto ai precedenti valori. A determinare tale andamento sono le piazze di Padova, Treviso e Verona, che influenzano la media nazionale in modo da ottenere tale risultato, nonostante i cali registrati ad Arezzo, Cuneo e Forlì. Non si può dire altrettanto bene degli altri prodotti del comparto avicunicolo: infatti il coniglio cede terreno a causa di una domanda contenuta e la notevole presenza di prodotto importato a prezzi inferiori, determinando di fatto un calo nelle quotazioni del 3,72%. I tacchini (-2,76% congiunturale) subiscono ancora la concorrenza del pollo che ha solo ora ripreso la salita, da quotazioni di partenza molto basse. Le faraone (-2,14% congiunturale) risentono del calo fisiologico della domanda rispetto ai tradizionali consumi sostenuti che si verificano durante le festività natalizie. Restano stabili invece i piccioni.
Bovini
I prodotti bovini mostrano una generale stabilità dei prezzi su base congiunturale, fatte salve alcune categorie. Infatti la scottona mostra un buon andamento rispetto alla scorsa settimana (+1,59%), e in misura minore riprendono terreno anche i vitelloni da macello recuperando un +0,03% sostenuti dal recupero sulla piazza di Padova. I vitelli da macello restano stabili su tutto il territorio nazionale, tranne che sulla piazza di Montichiari (Brescia), dove la frisona o pezzata nera registrano un calo del -3,6% rispetto alla scorsa settimana. Vediamo però come il 2020 mostri già dei risultati positivi se confrontato con lo scorso anno, infatti su base tendenziale guadagnano terreno le vacche (+1,04%) la scottona (+3,35%) i vitelli (+3,42%) e i vitelloni (+0,94%). Anche le carni bovine nel complesso manifestano la stessa tendenza positiva (+3,14%).
Suini
Il mercato dei suini da allevamento anche nel corso dell’ultima ottava rilevata si mostra a due velocità. La tendenza dei suinetti nel corso della settimana mostra forti rialzi soprattutto per i lattonzoli leggeri di 7 chili determinati da un’offerta ridotta da parte degli allevamenti, che di fatto non riesce a soddisfare le richieste. Alla stessa stregua le altre categorie di peso dai 15 ai 65 chili dove l’aumento della domanda ha generato recuperi nei valori dai 5 ai 10 centesimi al chilo. Si contrappone, invece il mercato delle categorie pesanti degli 80 e i 100 chili in costante regressione dei prezzi, generato da una domanda non interessata. Sul fronte dei suini da macello le rilevazioni mettono in risalto scambi lenti e ulteriori erosioni nei corsi per tutte le categorie sia del circuito tutelato, che non tutelato, pari a 0,038 millesimi rispetto alla scorsa settimana.
Vino
La settimana appena trascorsa ha evidenziato un lieve ribasso -3% tra i vini comuni sia bianchi che rossi. Per i primi a subire una flessione è stato principalmente il prodotto laziale che evidenzia richieste costanti, ma subisce l’offerta concorrenziale extraregionale. Per i rossi in evidenza negativa le piazze al nord della Puglia, che rileva una domanda poca attiva su queste produzioni. Sostanzialmente stabili i listini dei prodotti ad indicazione geografica ad eccezione di un calo riscontrato per il bianco Lazio Igp. In alcune aree delle regioni centrali si è nella fase della potatura delle vigne e in qualche caso si sta procedendo alla concimazione.
Olio
Ancora in calo i listini medi dell’olio extravergine di oliva. La competizione estera, che più che mai introduce prezzi al ribasso, fa sentire il suo peso sul mercato nazionale. Dall’inizio del nuovo anno la flessione complessiva si attesta questa settimana al -6%. Ad accusare i maggiori ribassi degli ultimi sette giorni sono le piazze siciliane e Foggia. Stabili i prezzi medi di olio vergine e lampante. Sostanzialmente fermi sulle ultime quotazioni rilevate gli olii raffinati di oliva e di sansa, anche se si percepisce una tendenza flessiva. In aumento i listini del rettificato di arachide, mais e girasole a causa di mancanza di prodotto in circolazione al momento sul mercato.
I prezzi dei prodotti agricoli del 20 gennaio
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