Grano tenero, le posizioni tra le classi qualitative si consolidano
Italia
Settimana di ulteriore consolidamento dei mercati al nord, che mantengono su Milano e Bologna marcate posizioni di prezzo tra le classi Ager 1 e 2 (grani di forza e superiori) e le meno qualitative classi 4 e 5, con al centro la classe 3 (grani “misti”). Scambi senza particolari tensioni, con adeguata offerta per i grani più generici e domanda selettiva (base qualità reale) per i grani superiori e di forza. Per le semine 2023 si percepisce, in regime di minore disponibilità di semente, maggiore interesse da parte dei produttori per i più remunerativi grani di qualità. Sulle Borse il “tipo Bologna 14 proteina” invariato sui 325 €/t arrivo, con i “superiori” (classe 2) sui 275-280 €/t e i panificabili “misti” (classe 3) stabili sui 235-250 €/t; le voci 4 e 5 valgono un 225 ed un 210 €/t arrivo, Comunitari invariati e “spring” Canadesi in tendenziale calo.
Europa
Con una produzione a 125 mio/t simile al 2022 ma con maggiori consumi “feed” (a causa della minore qualità raccolta in molte aree comunitarie) e un export che comunque procede, le stime di stock a fine campagna sono al ribasso di 0,8 mio/t, per rapporto stock/utilizzi sotto il 10%. Le quotazioni nell'Ue (Francia, Germania) hanno avuto un tono più rialzista anche per i segnali contrastanti che arrivano dalla regione del Mar Nero. Comunque, la concorrenza da quelle origini ostacola l’export comunitario. Scambi intra-Ue senza particolari tensioni, con molini e venditori in attesa di possibili novità. Su Euronext Parigi Euronext la posizione Dicembre scivola verso i 230 €/t (meno 4 €/t) con il “panificabile” reso Fob Rouen a 235 €/t.
Mondo
Le continue preoccupazioni per il clima sfavorevole per i raccolti dell’emisfero meridionale, in Argentina, Brasile e Australia, hanno sostenuto i prezzi alla pari delle voci di condizioni di semina in siccità in Russia e Ucraina. Per contro, al termine della raccolta nelle pianure nordamericane, si evidenzia una qualità media con buone caratteristiche merceologiche e molitorie. In Usa le quotazioni dei biscottieri (SRW) e dei grani di forza (NS/DNS) restano sostenuti, mentre per i grani panificabili (HRW) la concorrenza in prezzo della Russia e le buone prospettive di raccolto dell’Ucraina portano ad un calo dei prezzi. Le aste di acquisto del Nord Africa (pre-conflitto in Medioriente) sono state appannaggio dei venditori da Est Europa e Mar Nero. L’Argentino a 295 $/t, l’Australiano Soft White a 300 $/t, il Dns a 311 $/t, il “milling” Russo a 230 $/t.
Grano duro, si avverte ancora l'onda lunga dell'arrivo di prodotto turco
Italia
Al centro nord si mantengono le quotazioni della scorsa settimana, per un minore influsso depressivo da parte degli arrivi da Turchia/Mar Nero. Al sud l’equilibrio è più labile, con gli esteri nordamericani che cedono per carenza di domanda sul breve-medio termine dopo i recenti massivi arrivi di prodotto turco/russo/kazako e prospettive di ulteriori arrivi nel prosieguo di campagna. Scambi di prodotto nazionale legati alla qualità proposta e all’utilizzo in miscela (a migliorare il peso specifico e ridurre la penalizzazione dai “difetti” delle granella). Il tipo “Fino” vale un 395 €/t arrivo molino, con i mercantili che mantengono lo sconto di 40-100 €/t al centro-nord e un 10-50 €/t al sud.
Europa
Gli effetti dell’inatteso export turco e dal Mar Nero si riflettono anche sulle piazze di Spagna e Portogallo, stabilizzando le quotazioni in un contesto di ampia copertura (da mesi) dei molini locali e spingendo a un ulteriore calo l’origine francese, che perde interesse a livello di scambi nave intra-Ue. Si mantengono meglio le posizioni sugli scambi intra-Ue nelle aree centrali del continente. Semine 2023 che restano ancora un’incognita a livello di superfici, soprattutto dove i produttori hanno alternative. L’origine francese “tipo fino” resa Fob Mediterraneo quota sui 390 €/t.
Mondo
Terminata la raccolta in Usa, il responso qualitativo parla di un peso specifico medio sotto gli 80 kg/hl (meno 1,5 sul 2022) e di una vitrosità sull'80% (meno 10% sul 2022); per contro, il tenore proteico è mediamente oltre il 16% sulla sostanza secca. Per il Canada si attendono i dati ufficiali, ma certamente il peso specifico sarà inferiore all’annata scorsa e alla media storica. Prosegue il dibattito sulla reale produzione 2023, stimabile sui 4,3-4,5 mio/t. La Turchia potrebbe esportare oltre 1,5 mio/t e questo dato, di fatto, riequilibra la supply-demand e la minore offerta dal nord America. Il duro “any origin” reso porto Mediterraneo resta sui 425 $/t, con il Canadese che riduce il premio a 45-55 $/t.
Mais: i consumi mangimistici non decollano e gli scambi rimangono ridotti
Italia
Non muta nulla, in assenza di novità nei fondamentali nell’area comunitaria e dell’Eurasia, con adeguata offerta di origine nazionale con buone specifiche e basso livello tossinico. Rimane sempre l’incognita pandemica suina. I consumi mangimistici restano sotto la media, con ovvi riflessi su mais e non solo. Su Milano si riduce lo spread min-max delle voci comunitario ed estero, mentre su Bologna è tutto invariato con prezzi del mais “con caratteristiche” che si collocano a 222-224 €/t arrivo, con il “generico” a sconto di un 4-5 €/t; comunitari ed esteri su valori tra i 225 €/t ed i 240 €/t base origine.
Europa
L’arrivo del nuovo raccolto comincia a fare pressione in un contesto comunitario che vede la conferma di buone rese/ha in Francia e una tendenza dei prezzi al ribasso sia per la concorrenza dal Mar Nero sia per l'effetto depressivo del cambio euro/dollaro. Scambi a rilento per l'atteggiamento attendista dei compratori, soprattutto nel centro Europa, con più interesse dalla Spagna nonostante la carenza di logistica su ruota. Preoccupa il basso livello dei fiumi navigabili. Su Parigi Euronext la posizione Novembre sulla piazza di Parigi vale 200 €/t (-5 €/t), con il Marzo sui 207 €/t e lo “spot” reso porto di Bordeaux a 207 €/t (inv.).
Mondo
Settimana che sulle piazze d’oltreoceano termina al lieve ribasso, per l’arrivo del raccolto Usa, dopo un inizio più tenuto causa una sensibile ripresa dell’export statunitense. La raccolta procede a rilento nel “corn belt” per condizioni piovose, che però danno sollievo alla navigazione fluviale del Mississippi. In Brasile le semine del primo raccolto sono al 30%, con stima di un calo delle superfici del 5%, simile a quanto atteso per il secondo raccolto. La produzione 2023/24 dovrebbe essere sui 120 mio/t, con un calo del 9% sul 2022/23. In Argentina si semina in un contesto di scarse piogge, che potrebbero suggerire di ridurre le aree a favore della soia. Dall’Ucraina riprendono gli imbarchi, anche in assenza di accordo con la Russia, con noli più alti dello storico, come riflesso del rischio - sicurezza. Prezzi Fob: l’Usa a 227 $/t, l’Ucraino NQ, l’Argentino 253 $/t, il Brasiliano a 219 $/t.
Cereali foraggeri, prospettive di ulteriori ribassi
Italia
Cereali foraggeri: prospettive di ulteriori ribassi in prezzo. Le latenti incognite epidemiologiche rallentano la domanda di grani zootecnici e di riflesso le principali piazze confermano quotazioni in linea con scorsa settimana. Solo il sorgo cede un 2 €/t su Milano, mantenendosi come prezzo su 200-205 €/t reso nord. I teneri e gli orzi prezzano tra i 201 e i 225 €/t base qualità contrattuale scambiata. Oleaginose: la soia nazionale su Milano si consolida sui 405 €/t arrivo e su Bologna a 405 €/t partenza, con le origini estere che cedono un 5 €/t, per effetto combinato del mercato globale e cambio euro/dollaro, quotando tra i 420 e i 475 €/t. Il girasole su Ager Bologna stabile a 370 €/t arrivo.
Europa
Cereali foraggeri: La domanda dai porti per gli orzi limita il calo dovuto alla minore competitività nelle miscele zootecniche rispetto al mais. I teneri soffrono la concorrenza russo-ucraina (anche indirettamente dal mais) sia a livello di domanda intra-comunitaria sia dagli esportatori. Oleaginose: la colza ha vissuto una settimana all’insegna del ribasso, sia per i riflessi di un mercato mondiale della soia e degli “olii” più calmo, sia per il calo delle quotazioni della canola canadese. Si registra uniformità di prezzi per la colza all’interno del territorio comunitario. Per il girasole continua il momento depressivo in un mercato sempre più calmo. La colza Euronext posizione Novembre vale 415 €/t (meno 10 €/t), con il Fob Rouen sui 434 €/t; il girasole “oleico” reso S. Nazaire a 410 €/t (-5 €/t).
Mondo
Cereali foraggeri: I prezzi dell’orzo hanno mostrato volatilità anche in assenza di nuovi fatti o mutamento dei fondamentali di mercato; la Russia continua a vendere a valori sensibilmente inferiori al resto del mondo. In Australia è iniziata la raccolta degli orzi con riflessi ribassisti sulle quotazioni, oggi in discesa. I grani mantengono a fatica le posizioni, stante l'ampia disponibilità in tutti i continenti e la ripresa (senza accordo) dell’export dal Mar Nero. Orzo Fob Mar Nero a 173 $/t, l’Australiano a 260 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 246 $/t e l’Ucraino NQ. Oleaginose: il livello dei prezzi della soia ha spinto a maggiori scambi, con anche il petrolio a supporto e in contrapposizione all’effetto depressivo dall’arrivo del nuovo raccolto Usa (trebbiatura al 45%) e dalla pressione dell’offerta brasiliana. Prezzi Fob: la soia Usa a 495 $/t, la Brasiliana a 478 $/t e l’Argentina a 507 $/t; la colza Canadese Fob a 556 $/t.