Caseari stabili
La settimana di apertura del mese di aprile non mostra particolari differenze rispetto alla precedente. Per i due formaggi grana a denominazione le dinamiche evidenziate mostrano relativamente a quei pochi centri di scambi in quotazione una situazione di totale stabilità. Per il Reggiano 12 mesi il prezzo medio all’origine non mostra scostamenti nelle quotazioni su tutti i principali centri di scambio, anche per il Padano 4-12 mesi i valori non subiscono rettifiche da parte delle varie borse merci. Per entrambi rimane comunque negativo il differenziale su base annua. Gli operatori segnalano gli scambi sostanzialmente in linea, per ora, con il periodo anche se permangono tutte le preoccupazioni riguardanti l’impatto che sta subendo tutto il settore per la chiusura del canale Ho.re.ca.
Le materie grasse e i burri, nel corso della settimana accusano flessioni pari a 5 centesimi su tutte le piazze. I listini dello zangolato sulle piazze di Reggio Emilia e Parma toccano 1 euro al chilo, perdendo in termini di valore 65 centesimi rispetto ai listini di un anno fa. Anche per gli altri prodotti freschi come la ricotta ovina si registrano rallentamenti negli scambi soprattutto nel sud del paese, con i listini di Foggia in calo dell’8,1% rispetto alla scorsa settimana (3,95 euro al chilo).
Suini ancora in calo
La tendenza delle rilevazioni si conferma per i suini da macello ancora in flessione. Tutte le categorie cedono 5 centesimi rispetto ai valori di una settimana fa. Nello specifico risultano pari a 1,40 euro/kg peso vivo i suini da 160 a 176 kg (-3,4% rispetto alla settimana precedente, ma ancora +13,8% rispetto a un anno fa). Relativamente ai suinetti dopo la mancata formulazione del prezzo di due settimane fa, nel corso dell’ultima ottava si presentano le prime flessioni per tutti i pesi. Nello specifico i suinetti di 15 chili perdono 30 centesimi, passando da 5,53 a 5,23 euro al chilo (-5,4% variazione congiunturale; +18,6% variazione tendenziale).
Anche le scrofe rettificano al ribasso i valori, mantenendo comunque più che positivo il differenziale su base annua. Le quotazioni delle cosce fresche destinate a produzioni Dop sono scese a 3,67 euro al chilo per quella pesante (-3,9%). In calo anche i prezzi delle cosce fresche per crudi non tipici, con il prodotto pesante che ha fatto registrare un valore di 3,10 euro al chilo (-4,6% rispetto al precedente). Per quanto riguarda le carni suine da consumo risultano in rialzo entrambe le tipologie di lombo.
Bovini, salgono i vitelli da ristallo
Proseguono le mancate quotazioni sulle principali borse merci a seguito della sospensione delle attività per emergenza Covid 19. Sulla piazza di Padova, i vitelli da ristallo segnano un recupero per le razze Charolaise e Limousine. La prima razza segna un incremento dai 2,5–3,0 ai 2,59-3,03 euro al chilo peso vivo. La seconda recupera limitatamente al valore minimo 5 centesimi al chilo.
Le tre categorie principali di vacche da macello (di prima qualità, di seconda e da industria) sempre su Padova, tendono ora a stabilizzarsi, salvo per il passaggio della categoria da industria in recupero di 1 centesimo rispetto la scorsa settimana. Gli animali da macello sulla piazza di Milano mostrano stabilità per le principali categorie di Manze, vacche, vitelli e vitelloni. Lo stesso si può dire, per gli animali vivi da macello scambiati all’origine, per le piazze di Cremona e di Vicenza. Le carni bovine all’ingrosso mostrano stabilità sulla piazza di Milano.
Avicunicoli, giù galline e faraone
Sulla piazza di Padova si registra questa settimana stabilità per i prezzi di prodotti di più ampio consumo domestico, come polli e tacchini, mentre un calo nei valori si nota per faraone e galline, che passano rispettivamente da 2,35-2,40 a 2,25-2,30 euro al chilo peso vivo e da 0,3-0,32 a 0,26-0,28 euro al chilo. Una situazione analoga si manifesta sulla piazza di Verona, dove polli e tacchini restano stabili mentre galline e faraone segnano una contrazione nei corsi. Speculari le dinamiche mostrate dalla piazza di Forlì. Su quest’ultima restano tuttavia stabili le faraone.
Le uova evidenziano un netto recupero, grazie anche all’avvicinarsi del periodo pasquale e sulla piazza di Padova incrementano i corsi di quaranta centesimi su tutte le categorie dalla S alla XL. Sulla piazza di Verona la situazione è similare, ma con un recupero di ben cinquanta centesimi, parimenti distribuito su tutte le categorie. Alla stessa stregua anche la piazza di Forlì rettifica al rialzo i listini della medesima entità. Si contrappone il mercato dei cunicoli che fanno registrare una netta contrazione dei prezzi negli ultimi sette giorni. (-8,8% variazione congiunturale). Tale contrazione è frutto del contributo di tutte le piazze italiane che mostrano variazioni comprese tra il -3,7% di Macerata sul pesante e il -8,9% sul leggero a Treviso.
Vino, calma piatta per lo stop alla ristorazione
Nessuna novità nella prima settimana del mese di aprile nel comparto vitivinicolo nazionale. La stasi delle trattative prosegue in maniera più accentuata per le regioni del nord della penisola.
A risentire maggiormente del fermo del canale dell’Ho.Re.Ca. sono le produzioni ad indicazione geografica e a denominazione di origine che lì hanno il loro sbocco principale a livello nazionale per molti di questi, infatti non si registrano prezzi nel mese di marzo e resta indicativo l’ultimo prezzo rilevato nel mese di febbraio.
Olio, si apprezza il lampante
Non si registrano variazioni nel comparto olivicolo in questa prima settimana di aprile. Un lieve rialzo si è verificato per l’olio lampante di oliva sulle piazze calabresi a fronte di una diminuzione per il prodotto vergine, entrambi entro l’1%, relativi ai pochissimi scambi effettuati. Resta evidente la stasi del mercato, e in particolare, il blocco del canale dell’Ho.Re.Ca. fa sentire il suo peso per i prodotti a denominazione di origine.
Immobili anche le quotazioni dei raffinati di oliva e di sansa di oliva e tutti gli olii di semi rilevati. Anche sui principali mercati esteri si evidenzia un andamento analogo, si è assistito ad un calo delle quotazioni medie dell’extravergine nelle ultime quattro settimane che si attesta comunque poco sopra all’1,5%.
I prezzi dei prodotti agricoli del 6 aprile
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