Caseari, tengono i grandi duri
La settimana a ridosso della Pasqua per i due formaggi grana a denominazione ha messo in evidenza una situazione di sostanziale tenuta dei listini con un livello di scambi definito nella norma dagli operatori e una discreta collocazione di entrambi presso la grande distribuzione. Nel corso della settimana la maggior parte dei centri di contrattazione hanno ripreso le attività, ad eccezione della Borsa Merci di Modena che proroga la sospensione dell’attività per emergenza Covid-19.
A risentire maggiormente delle restrizioni sanitarie e della chiusura dell’Horeca è il segmento delle materie grasse e i burri, per i quali nel corso della settimana si acutizzano le perdite dai 10 fino ai 40 centesimi al chilo a seconda della tipologia su tutte le piazze monitorate. I corsi dello zangolato si collocano al di sotto dell’euro sia a Reggio Emilia che Parma (0,90 euro al chilo) registrando su base annua il -45,5% e in termini di valore i listini più bassi dal 2016. Sul fronte della materia situazione appare meno critica rispetto alle scorse settimane, con i listini del latte spot in tenuta sulla piazza di Lodi (30,25 euro/100 kg) e in recupero su Verona (31,50 euro/100 Kg).
Ovini, in crescita i valori degli agnelli
Nel corso della settimana precedente la festività pasquali il settore degli agnelli da macello ha mostrato un andamento delle macellazioni in aumento, con prezzi in crescita sui principali areali. Gli allevamenti hanno avuto da parte dei macellatori una maggiore richiesta di prodotto soprattutto locale, determinato da un aumento dei consumi domestici presso la Gdo. I maggiori recuperi sono stati registrati principalmente in Sardegna con i listini a Cagliari e Sassari che hanno toccato rispettivamente i 3,50 e i 3,10 euro al chilo. Anche nell’areale pugliese l’incremento della domanda ha determinato un recupero dei listini sia Foggia che Noci.
Meno incisiva la campagna pasquale nel centro Italia, dove sembra aver maggiormente pesato la chiusura del canale Horeca, determinando di fatto il segno invariato su tutte le principali piazze. Nel complesso, comunque nonostante si siano verificate tutte quelle peculiarità tipiche del periodo con gli incrementi suddetti, i livelli di prezzo raggiunti risultano inferiori rispetto ai valori medi degli anni precedenti. Sul fronte delle importazioni, non si registrano arrivi di agnelli dall’estero.
Bovini, quotazioni stabili
Per quanto riguarda le attività di ristallo le esportazioni francesi sono tornate a essere nella norma. Il fattore limitante resta la disponibilità ridotta di capi di qualità adatta al mercato italiano. Le macellazioni pasquali sono state su volumi sostanzialmente bassi in linea con le due settimane precedenti. Come previsto, il confinamento a casa degli italiani e l’impossibilità di trovarsi con familiari o amici ha limitato i possibili spunti positivi del mercato in questa fase.
Il mercato dei prossimi giorni sarà condizionato innanzitutto dalla competizione che eserciterà la carne estera, francese e irlandese per prime i cui mercati sono decisamente pesanti. Al momento i mercuriali per i bovini in fase origine sono stabili per la quarta settimana consecutiva. Il livello dei prezzi è superiore a quello dei due precedenti anni per il vitellone mentre è ad un livello inferiore per le vacche, nella fase ingrosso le carni di vitellone sulla piazza di Milano hanno segnato in questa settimana un discreto recupero (+2% rispetto scorsa settimana +6% su base annua).
Avicunicoli, conigli in difficoltà
Il settore avicunicolo continua a essere trainato dal buon andamento della domanda per polli e uova. Il mercato dei polli nel corso della scorsa settimana ha registrato, in linea con la seconda parte della settimana antecedente, un buon andamento della domanda con picchi importanti soprattutto in prossimità della Pasqua.
In relazione ai tagli la domanda sembrava più interessata alle cosce che ai petti. Analogamente alla carne di pollo, il tacchino ha registrato una domanda discreta nel corso della settimana appena conclusasi in linea con la domanda sostenuta della seconda parte della settimana antecedente. Tale dinamica dovrebbe aver assorbito gli eccessi di offerta della settimana precedente a quella pasquale e, quindi, permettere che le quotazioni restino invariate almeno per la settimana corrente. Per il futuro si dovranno analizzare anche i volumi che l’offerta presenterà sul mercato.
Per le uova le richieste restano molto vivaci, pertanto le quotazioni segnano anche questa settimana dei rialzi (+34% su base annua, +1,4% su base congiunturale per le grammature medie). Situazione più difficile per i conigli: infatti neppure la Pasqua e la prospettiva di un aumento dei consumi per la settimana entrante hanno consentito ai produttori di coniglio di mantenere ferme le quotazioni sulle posizioni precedentemente raggiunte; del resto la concomitanza di un rallentamento della richiesta registrato nel corso della settimana appena conclusasi, di una produzione domestica leggermente più abbondante e di un numero di conigli provenienti dall’estero a prezzi bassi, hanno accentuato la debolezza sul fronte dei prezzi.
Vino, senza scossoni
Nessuna novità di rilievo sul mercato nazionale dei vini. Le quotazioni permangono stabili, le contrattazioni si fanno sempre più esigue e gli operatori si muovono con la massima prudenza. Complici le festività Pasquali si nota un aumento di piazze che non hanno riportato quotazioni.
Olio, situazione invariata
Il mercato dell’olio nazionale, in questa nuova settimana di incertezze, è rimasto sostanzialmente stazionario. Il periodo continua ad essere caratterizzato da pochi contratti, anche se, negli ultimi sette giorni, qualche richiesta leggermente più alta da parte dei produttori, per l’extravergine di oliva, in particolare del nord della Puglia, è stata accettata dai compratori determinando un lieve rialzo dei valori medi.
Bisognerà attendere per capire se ciò è dovuto unicamente alla contingenza del periodo di emergenza. Lievi flessioni si sono evidenziate per i listini medi dell’olio lampante, mentre prosegue stabile il cammino del vergine. Come detto, in particolare per le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine, il fermo del canale Horeca influisce negativamente sulle vendite. Stabili anche i valori degli olii raffinati di oliva e di sansa e tutti gli olii di semi rilevati.
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