In Italia sono quasi 210 mila gli ettari su cui vengono prodotti sementi ufficialmente certificate e 33mila quelli destinati alle sementi orticole, per un fatturato complessivo di un miliardo di euro. Mentre gli agricoltori coinvolti nella moltiplicazione delle sementi sono 19mila.
Quello sementiero, dunque, è un comparto importante che svolge un ruolo fondamentale per l’agricoltura in termini di sicurezza alimentare, qualità delle produzioni e sostenibilità ambientale.
Questi dati sono emersi nel corso dell’evento “Assosementi: 100 anni di innovazione per un futuro sostenibile” con cui l’associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane ha celebrato a Bologna il suo secolo di vita.
«Cento anni di attività rappresentano un grande traguardo e sappiamo bene che il settore sementiero può continuare a garantire un valido supporto allo sviluppo e alla qualificazione del sistema agroalimentare italiano» ha detto il presidente Giuseppe Carli.
Rese sempre più alte
Carli ha ricordato che l’attività del settore sementiero ha portato a incrementare notevolmente le rese di tutte le colture e, per esempio, a decuplicare quelle del mais, passato da una produzione di 13 quintali per ettaro del 1921 a quella di 130 quintali di oggi. «Questi grandi risultati – ha detto con orgoglio Carli - sono il frutto della capacità di innovazione delle nostre aziende. Ed è questo il punto di partenza per il futuro: tra trent’anni saremo 10 miliardi sul pianeta e l’agricoltura sarà chiamata a produrre di più, senza aumentare le superfici e al tempo stesso riducendo gli input naturali e chimici. Il settore sementiero è pronto a garantire risposte concrete per affrontare e vincere queste sfide».
A tal proposito, come ha ricordato il Ministro Patuanelli nella sua lettera di auguri all’Associazione «è importante, che sia garantito, sia a livello europeo che nazionale, un quadro normativo aggiornato e più specifico, che tenga conto del progresso tecnologico registrato negli ultimi anni».
Normativa da adeguare
In un videomessaggio Paolo De Castro ha auspicato che la Commissione Europea possa elaborare al più presto una nuova regolamentazione che distingua nettamente tra transgenesi e mutagenesi. «L’innovazione in campo sementiero deve essere resa fluida - ha detto De Castro -, per dare vita a nuove varietà che siano davvero capaci di combattere le malattie delle piante per via genetica e non chimica».
Dal canto suo Bruno Caio Faraglia, della Direzione generale dello sviluppo rurale del Mipaaf presso l’ufficio V, Servizio fitosanitario centrale, produzioni vegetali ha ricordato che abbiamo a che fare con una evoluzione tecnico-scientifica molto rapida che si scontra con le lentezze della burocrazia e della normativa. «Per le Tea – ha ricordato Faraglia -, in presenza di un quadro normativo non definito, al momento non é possibile ancora una ricerca in pieno campo ma questa va limitata ad ambienti protetti in attesa di una modifica del quadro legislativo».
Un volume commemorativo
Nel corso della commemorazione dei 100 anni di Assosementi è stato presentato il volume Cenni storici sulla Associazione Italiana Sementi “Assosementi” curato da Marco Nardi, già segretario di Assosementi, premiato per la sua carriera all’interno dell’associazione insieme a Francesco Bavicchi, decano del settore orticolo, e a Elisabetta Cava, responsabile amministrativa della segreteria. È stato poi ricordato con un premio alla memoria Niccolò Morelli, figura di rilievo anche in ambito internazionale.