Girasole: tanti motivi per coltivarlo, pure al Nord

    girasole
    Domanda in crescita, prezzi interessanti, migliora la fertilità del suolo e oggi le condizioni climatiche sono favorevoli anche in Pianura Padana

    Il girasole si inserisce bene nelle rotazioni colturali. Permette di praticare l’agricoltura conservativa. Svolge un’importante funzione di rigenerazione del terreno a tutto vantaggio delle colture successive. Si coltiva senza necessità di troppa acqua. Compete bene con le infestanti. Contribuisce alla conservazione della biodiversità e degli insetti pronubi, oltre ad abbellire il paesaggio. La domanda dell’industria alimentare e della zootecnia è in aumento e la produzione nazionale, oggi "confinata" in 100-120mila ettari, copre meno del 15% della domanda. C'è ampio spazio di crescita quindi, considerando che il fabbisogno complessivo di olio di girasole per il mercato nazionale è di circa 700/750mila tonnellate. È una fonte di reddito alternativa e una valida opzione per diversificare l’attività aziendale permettendo di ridurre i rischi economici.

    Entrando in filiera, c’è la garanzia del ritiro del prodotto a un prezzo in grado di assicurare un’adeguata remunerazione agli imprenditori agricoli. Sono questi i principali motivi per scegliere di coltivare il girasole alto oleico non solo nelle zone tipiche dell’Italia centrale ma anche più a nord, nell’areale padano, inserendolo nei piani di coltivazione insieme a mais, soia, pomodoro da industria, frumento. Territori dove raggiungere rese di 4 – 4,5 tonnellate a ettaro è possibile per la disponibilità di ibridi molto performanti e a patto di affidarsi ai consigli di tecnici specializzati.

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    Scendere in campo preparati

    Guai a pensare che il girasole sia una coltura rustica, “facile” e poco bisognosa delle giuste attenzioni agronomiche. Il ciclo colturale primaverile-estivo è breve (da 120 a 180 giorni), e lo rende particolarmente adatto alle rotazioni, senza controindicazioni per le successioni. Le semine tra febbraio e marzo agevolano la preparazione dei terreni per la coltura che segue e la qualità dei suoi residui colturali, con ridotta resistenza meccanica e buon coefficiente isoumico, consente buoni risultati anche se si ricorre alla minima lavorazione o semina su sodo della coltura successiva. Per la posa del seme, però, valutare sempre le condizioni del terreno (temperatura e umidità) e non basarsi solo sul calendario.

    L’apparato radicale fittonante profondo (fino a tre metri) permette di sfruttare al meglio le riserve idriche. Ma è importante assicurare la disponibilità di acqua in alcuni periodi critici che vanno dalla formazione del bottone fiorale fino all’allegagione. Il fabbisogno idrico per l’intero ciclo è di circa 600 mm d’acqua. L’apporto ideale è di un terzo in prefioritura, un terzo poco prima della fioritura e il resto all’ingrossamento dei semi.

    Quanto alla nutrizione, la proteoleaginosa si avvantaggia dei terreni ben dotati, ma è utile intervenire con una concimazione organica in presemina. L’azoto viene assorbito principalmente tra la fase di levata e quella di fioritura. È importante quindi frazionarlo. Fosforo e potassio sono essenziali per aumentare la resistenza meccanica della pianta e ottimizzare la qualità delle produzioni. La somministrazione dipende dalle caratteristiche del terreno, ma in linea di massima tra 100 e 120 kg a ettaro. La raccolta avviene tra fine di agosto e i primi giorni di settembre, quando gli acheni tendono a staccarsi naturalmente dalla calatide.

    L’importanza di lavorare in filiera

    Negli ultimi 15 anni il consumo di oli nel mondo è aumentato di oltre il 50% raggiungendo valori ormai superiori ai 200 milioni di tonnellate e le produzioni stentano a soddisfare la domanda crescente. L’olio di girasole vale ormai il 10% del mercato dei principali oli ed è considerato tra i più di pregiati in virtù delle sue caratteristiche, in particolar modo nella versione alto oleico per usi essenzialmente alimentari.

    Anche per questo Cereal Docks, una delle principali aziende di prima trasformazione agroalimentare, ha deciso di promuovere la coltivazione del girasole anche in areali dove è poco diffuso. L’azienda con sede a Camisano Vicentino (VI) e otto stabilimenti tra Veneto ed Emilia-Romagna, mette a disposizione di tutti gli agricoltori il proprio dipartimento agronomico per consigli e suggerimenti utili. Inoltre, è partner degli imprenditori agricoli per la creazione di filiere nazionali di semi oleosi, proponendo piani di coltivazione e contratti di ritiro del prodotto.

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    Girasole: tanti motivi per coltivarlo, pure al Nord - Ultima modifica: 2022-12-19T07:49:17+01:00 da Simone Martarello

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