Sostenere la redditività delle coltivazioni cerealicole e in particolare del grano duro, aumentando rese e qualità della granella utilizzando nuove varietà resistenti agli stress climatici, adottando le scelte agronomiche più adatte ai diversi areali, applicando l’agricoltura di precisione e limitando gli effetti negativi della volatilità dei mercati grazie a contratti di filiera e future che permettono alle aziende agricole di avere un flusso di cassa stabile e quindi di pianificare acquisti e investimenti.
Questo il piano d’azione di Cai – Consorzi agrari d’Italia – illustrato durante una delle “Giornate in campo 2024” svoltasi a San Lazzaro di Savena (Bologna), nei terreni della Sis – Società italiana sementi.
Grano duro, annata negativa
Con una produzione attesa inferiore a 3,5 milioni di tonnellate, il 2024 si avvia a essere una delle peggiori annate per il grano duro. Colpa della severa siccità che ha flagellato le regioni più vocate del Sud: Puglia e Sicilia, e del calo dell’11% delle superfici coltivate rispetto al 2023 motivato in gran parte dalla perdita di appeal di una coltura che ormai ha una redditività negativa, anche a causa dell’incremento delle importazioni che deprimono le quotazioni.
Tra le tante parcelle con diverse varietà di grani duri e teneri, orzi, triticali, segali e farri in prova che i cerealicoltori hanno potuto osservare accompagnati dai tecnici di Sis, c’è n’è una che può ridare loro la fiducia perduta: è quella del grano duro “Superbo” la varietà studiata dall'azienda sementiera che sarà lanciata a partire dalla stagione 2024-2025, si è dimostrata particolarmente resistente agli stress idrici.
Avanti tutta con i contratti di filiera
«Il primo obiettivo di Cai è valorizzare il prodotto – ha spiegato l'amministatore delegato di Cai Gianluca Lelli – noi abbiamo messo in campo tutto quello che è possibile, in primis la filiera. Noi operiamo su 12 prodotti con i contratti di filiera: tutti i tipi di frumento quindi duro e tenero. Sul duro quasi la metà del nostro conferito viene venduto tramite contratti di filiera con le principali industrie italiane – ha sottolineato Lelli – e dà una risposta importante perché il produttore viene premiato sa già a che prezzo potrà andare a prendere quindi viene facilitato e dobbiamo crescere in questo».