Mais, i consigli per ottenere il massimo da un’annata partita col piede giusto

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    Le abbondanti piogge e nevicate di febbraio e marzo, oltre a quelle della terza settimana di aprile hanno ristabilito le riserve idriche. Questo potrebbe favorire la reddititività della coltura

    Il mais è la principale coltura irrigua nazionale e quella che impiega i maggiori volumi d’acqua. Rappresenta quindi una notizia tutt’altro che irrilevante la prospettiva di avere incontrato una primavera piovosa, anticipata da una seconda metà dell’inverno anch’essa piovosa e nevosa sui rilievi. Nell’areale padano, dall’inizio dell’anno alla prima decade di aprile, si sono infatti registrate precipitazioni comprese tra 300 e 400 mm, non lontani dalla somma complessiva delle precipitazioni cumulate in tutto il “terribile” 2022.

    Le falde, almeno quelle meno profonde, si trovano quindi quasi completamente ricaricate, così come i grandi bacini lacustri, i quali potranno, inoltre, contare sugli ingenti depositi nevosi, in grado di soddisfare le esigenze irrigue della prima parte dell’estate (periodo sicuramente più critico per lo sviluppo del mais).

    Semine a rilento

    Tuttavia, in un sistema complesso com'è quello dei sistemi colturali, ogni condizione metereologica, ancorché nel complesso favorevole, potrebbe presentare numerose ripercussioni. In questo caso il primo risvolto negativo di una primavera caratterizzata da frequenti e importanti eventi piovosi come quella in corso, sta nei ritardi e nei rallentamenti delle operazioni di semina: in pochissimi areali si è proceduto con le semine anticipate a marzo, se non in rari casi di terreni particolarmente sciolti, e nella maggior parte dei casi, soprattutto a nord del Po, le semine si sono concentrate nella seconda decade di aprile. In alcuni areali si dovrà attendere ancora, e la terza decade sarà probabilmente quella che completerà la superficie destinata ai primi raccolti.

    Trattamenti mirati

    I riflessi però non si esauriscono con i ritardi delle semine; la seconda conseguenza è che, in molti casi, l’affinamento del terreno non è stato soddisfacente; spesso si sono lavorati i suoli in condizioni di eccessiva umidità e il compattamento durante le operazioni di semina è stato talvolta elevato. Le temperature mediamente elevate porteranno a una pronta emergenza, ma il rischio di incontrare colture disomogenee e con densità irregolari è concreto. Sono queste le condizioni per le quali i trattamenti ad effetto starter, basati sulla concimazione fosfo-azotata localizzata, così come i trattamenti biostimolanti alla semente, potranno apportare vantaggi significativi, riducendo le irregolarità nei primi e più delicati stadi del ciclo colturale.

    Attenzione alle malerbe

    Infine, come ulteriore riflesso delle primavere più piovose, si ricorda la maggiore aggressività delle malerbe, poiché il terreno umido, associato alle temperature elevate che stanno caratterizzando queste settimane, facilita una veloce germinazione e una maggiore densità della flora infestante. Va inoltre considerato che, se da un lato il terreno più fresco garantisce una migliore attivazione delle sostanze attive diserbanti ad azione antigerminello, dall'altro, nel caso di ulteriori eventi piovosi su terreni già ricchi di riserve, questi potrebbero rallentare la tempestività dei trattamenti in post-emergenza precoce, in post-emergenza tradizionale e alla sarchiatura.

    Per quest’ultima, la possibilità di intervenire tempestivamente tra la quarta e la quinta foglia potrebbe essere ancora più opportuna in considerazione della possibile maggiore infestazione. Non ultimo possono giocare un ruolo decisivo l’uscita o i limiti di applicazione di alcune storiche sostanze attive diserbanti. Sul mercato sono già disponibili valide alternative, ma queste spesso richiedono una nuova esperienza per trovare le modalità migliori di applicazione.

    La variabile clima

    Al momento non si è in grado di prevedere l’andamento preciso delle temperature, né durante la seconda parte della primavera, né, tantomeno, nel periodo estivo. Tuttavia, se nel caso delle precipitazioni le serie climatiche non individuano un andamento evolutivo chiaro, nel caso delle temperature il quadro è, all’opposto, ben individuabile e il cambiamento climatico in atto ben riconoscibile. La somma termica, espressione che coglie meglio l’impatto dell’andamento stagionale delle temperature sulla coltura, è in evidente e costante crescita. Anche negli areali più freschi, negli ultimi anni si sono raccolti i cicli più tardivi entro fine settembre con umidità della granella “contenuta”.

    Questo fatto però non deve condurre a privilegiare cicli troppo lunghi per tre motivi. Il primo è legato a una comunque notevole incertezza dell’andamento termico stagionale, per cui non possiamo escludere un’estate più fresca di quelle recentemente sperimentate. Il secondo è l’ormai consolidata maggiore regolarità produttiva di granella degli ibridi con ciclo compreso tra 125 e 130 giorni. Infine, come terzo motivo, la sanità della granella è più frequentemente critica nei cicli più tardivi, in quanto più soggetti a stress biotici e abiotici.

    Soprattutto per le colture destinate all’alimentazione della vacca da latte, le alte temperature frequentemente incontrate nelle ultime campagne favoriscono la presenza di aflatossine, con il rischio elevato di incorrere in concentrazioni alte di aflatossina M1 nel latte. La possibilità di impiegare prodotti di controllo dell’aspergillo con ceppi antagonisti e non tossigeni è quindi sempre da prendere in attenta considerazione. Una nota positiva a riguardo è però da segnalare: la presenza dell’aspergillo e la sintesi di aflatossina nella granella è favorita dallo stress idrico, soprattutto durante la fioritura. La notevole dotazione attuale di riserve idriche nel terreno, soprattutto in quelli più fini e profondi, concorre a ridurre lo stress durante quello stadio cruciale e porre questa muffa in una condizione di nuocere in misura minore.

    Per la produzione di granella per la filiera alimentare (mais food), occorre ricordare l’opportunità di attuare il controllo della piralide seguendo le indicazioni sul miglior momento di intervento ormai diffuse e mirate per i diversi areali. Un’infestazione importante di questo insetto comporta il rischio di incorrere in elevate concentrazioni di fumonisine, che rimangono di gran lunga le micotossine più diffuse nelle nostre produzioni e quelle che più possono vincolare l’impiego della granella nel settore alimentare.

    Strategia flessibile

    In conclusione, se si prospetta coraggiosamente (o forse temerariamente) una campagna maidicola con un decorso primaverile più “normale”, occorre comunque restare attenti per rispondere adeguatamente alle condizioni che si presentano, ricordando che una strategia agronomica flessibile è sempre necessaria e opportuna e che sia la genetica (con la nuova generazione di ibridi), sia le nuove soluzioni fertilizzanti o biostimolanti, che la difesa possono contribuire a sostenere la coltura e dare origine a una migliore redditività.

    Mais, i consigli per ottenere il massimo da un’annata partita col piede giusto - Ultima modifica: 2024-04-22T12:30:27+02:00 da Roberta Ponci

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