Pomodoro da industria, è partita la raccolta nel Foggiano

    pomodoro industria foggiano
    Pomodoro da industria pronto per essere raccolto nel Foggiano
    In Basilicata, nel Vulture-Melfese, è prossima. Ma in entrambe le regioni gli agricoltori gli agricoltori hanno dovuto fare o stanno facendo i conti con la scarsità o mancanza di acqua irrigua, pagandone tutte le conseguenze

    È la scarsità di acqua irrigua l’autentica protagonista dell’annata del pomodoro da industria nel Foggiano e nel Vulture-Melfese. Una scarsità che spesso è sinonimo di mancanza di acqua, sia per l’assenza di piogge da mesi e le elevate temperature che accompagnano la siccità sia per la bassa disponibilità o, addirittura, l’indisponibilità di acqua negli invasi delle due regioni. Con questo problema, a raccolta iniziata da giorni in Puglia e ormai prossima in Basilicata, gli agricoltori hanno dovuto fare o stanno facendo i conti, pagandone tutte le conseguenze.

    La situazione del pomodoro da industria nel Foggiano

    Michele Tridentino
    Michele Tridentino

    È un’annata davvero difficile per il pomodoro da industria nel Foggiano, segnata dalla mancanza di disponibilità idrica per scopi irrigui, solitamente garantita dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata.

    La principale area produttiva del Mezzogiorno, infatti, quest’anno non può contare sulle risorse idriche del Consorzio, poiché gli invasi da esso gestiti sono, dallo scorso inverno, semivuoti e destinati esclusivamente agli usi civili.

    Di conseguenza, l’area storica di produzione del pomodoro da industria in Capitanata ha registrato un calo della superficie coltivata.

    rese
    Nonostante tutto nel Foggiano le rese attualmente appaiono buone e di buona qualità, stimate intorno alle 80-100 t/ha

    I numeri restano incerti, visto che i trapianti sono proseguiti anche a luglio, ma secondo Michele Tridentino, tecnico consulente di campo attivo nel Foggiano, il calo potrebbe aggirarsi attorno al 20-25% rispetto alla superficie normalmente investita.

    «Il Consorzio permetteva di irrigare circa metà della superficie coltivata a pomodoro in Capitanata. Per questo motivo sono numerosi i produttori che hanno rinunciato a coltivarlo. Hanno trapiantato solo coloro che pensavano di poter contare sui propri pozzi aziendali o su invasi di accumulo, ma anche fra questi agricoltori cresce l’incertezza: a causa delle alte temperature e dell’assoluta mancanza di piogge, molti stanno già abbandonando parte dei propri campi. Sono evidenti l’abbassamento delle falde e il conseguente innalzamento del cuneo salino».

    Nei campi precoci delle zone di Lesina e Manfredonia sono evidenti segni di scottature delle bacche in assenza di un’adeguata protezione

    Gli effetti della scarsa disponibilità idrica e delle altissime temperature si osservano sia nei campi trapiantati tra giugno e luglio, dove si registrano rischi di marciumi apicali e ridotta allegagione, sia in quelli precoci delle zone di Lesina e Manfredonia, che presentano evidenti segni di scottature in assenza di un’adeguata protezione.

    «A fronte di ciò, le rese attualmente appaiono buone e di buona qualità, stimate intorno alle 80-100 t/ha. Permane tuttavia l’incertezza sulla reale produzione ottenibile dai campi tardivi, a causa delle problematiche sopra menzionate (disponibilità idrica e temperature elevate), generando preoccupazione anche tra le industrie di trasformazione».

    La situazione nel Vulture-Melfese

    Mario Cardone
    Mario Cardone

    Se in Puglia la raccolta del pomodoro da industria è già iniziata, in Basilicata è prossima, afferma Mario Cardone, agronomo di Lavello (Pz).

    «Il Foggiano è un areale più caldo e quindi più precoce, tanto è vero che nei territori di Lesina e Manfredonia si avviano i trapianti già ai primi di aprile. Invece nel Vulture-Melfese, cioè negli agri di Melfi, Lavello e Gaudiano, iniziano a fine aprile e durano sino a metà giugno.

    La raccolta inizierà comunque a giorni, a fine luglio, e continuerà fino alla metà di settembre, perché i trapianti sono molto scalari».

    diga di Conza
    Nel Vulture-Melfese la scarsità di risorse idriche è legata da un lato alla indisponibilità dell’invaso del Rendina , dall'altro alla necessità di attingere dalla diga di Conza (nella foto), che però finora ha erogato pochissima acqua e non ha ancora reso noto quanta acqua può fornire e fino a quando

    Anche nel Vulture-Melfese la scarsità di acqua irrigua disponibile ha condizionato l’annata.

    «Quest’anno la superficie destinata a pomodoro a industria è pari a poco più della metà di quella investita nel 2024! Il Consorzio di bonifica della Basilicata ha comunicato agli agricoltori, all’inizio della primavera, che accettava domande di acqua irrigua per una superficie pari alla metà di quella per la quale aveva concesso acqua nel 2024 e che comunque garantiva una disponibilità non superiore ai 4000 m³/ha. Un doppio colpo per gli agricoltori, se, peraltro, si considera che un ettaro di pomodoro da industria richiede almeno 5000-6000 m³ di acqua, ma anche di più a seconda dell’andamento meteorologico. La scarsità di risorse idriche del consorzio è legata da un lato alla indisponibilità dell’invaso del Rendina, dismesso da 20 anni e in attesa dei lavori di ripristino d’uso, tanto che l’acqua in esso raccolta va perduta, dall’altro alla necessità di attingere dalla diga di Conza (Av), che però finora ha erogato pochissima acqua e non ha ancora reso noto quanta acqua può fornire e fino a quando».

    Il ricorso a trapianti medi e tardivi e un andamento meteorologico piuttosto fresco hanno aiutato i produttori lucani a tirare avanti senza grandi necessità irrigue. Ma, nota Cardone, da metà luglio le temperature si sono alzate notevolmente e le piante stanno soffrendo.

    «Probabilmente i campi più o meno prossimi alla raccolta subiranno un calo di rese, quelli adesso in fiore patiranno aborti fiorali. Adesso i produttori sono in una situazione di emergenza, anche perché da noi i pozzi aziendali sono pochissimi e con portate limitate. Problemi derivano anche dalla presenza notevole di orobanche, soprattutto nei trapianti tardivi, e dagli attacchi di ragnetto rosso ed eriofide rugginoso. Insomma, per diversi fattori, non ci aspettiamo grosse rese».

    Pomodoro da industria, è partita la raccolta nel Foggiano - Ultima modifica: 2025-07-23T10:45:42+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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