Riso “amaro”, la stagione 2020 tradisce le aspettative

    Mietitrebbia cingolata su riso
    La raccolta del riso è terminata (quasi ovunque). Dopo un inizio col vento in poppa, piogge e maltempo hanno frenato gli entusiasmi. Qualità inferiore alla media e produzioni altalenanti. Le infestanti imperversano. Mancano alcune varietà

    Le aspettative di una campagna riso “eccezionali” non sono state confermate.
    Quasi tutti gli appezzamenti sono stati raccolti e iniziano a delinearsi le prime concrete impressioni. I granelli che parevano in anticipo facevano propendere per un inizio raccolta ai primi di settembre, mentre il vero e proprio inizio è avvenuto a metà del mese, con umidità leggermente superiori rispetto a quanto previsto.

    Buoni segnali dalla Sardegna

    La produzione non è stata così elevata come quella attesa, sia nelle provincie risicole piemontesi che in quelle lombarde. Discorso a parte va fatto per la Sardegna, dove tra una perturbazione e l’altra i risicoltori sono riusciti a portare in azienda un buon quantitativo di produzione e con buone rese alla lavorazione.

    Al nord Italia anche le rese sono leggermente inferiori a quelle misurate ad inizio campagna. Va ovviamente tenuto in considerazione che il maltempo e il perdurare in campo delle piante non ha aiutato la qualità portata nei sili.

    Rese tendenzialmente in calo

    Ezio Milano di Crescentino (Vc) conferma questo andamento. «Le rese del Centauro erano solitamente su 63, quest’anno siamo a 60. Analogamente Cammeo da 61 è passato a 58 e Terra CL da 67 a 61».

    L’agricoltore imputa questa riduzione in parte alla grandinata avvenuta a metà agosto, con il chicco in maturazione latteo-cerosa. «Questo evento - continua Milano - ha causato diversa mezza grana, chicchi gessati e grana verde perché la pianta non ha più portato a compimento il suo ciclo regolarmente».

    Le malerbe non danno tregua

    Oltre al maltempo che ha reso non raccoglibili alcune zone finite sott’acqua e ridotto la qualità dei campi che sono sgrondati in tempo per la raccolta, le malerbe si sono ancora una volta dimostrate centrali nella gestione della risaia. È stato ridotto il problema dell’alisma (i cucchiai) grazie alle nuove molecole erbicide messe in commercio, ma va segnalato il problema delle specie di Heteranthera, che senza il principio attivo di pre-emergenza solitamente impiegato per il loro controllo in semina in acqua, tornano a fare paura. Le soluzioni alternative si sono affacciate sul mercato, ma il timore è che per rendere più agevole e sicuro il loro contenimento continui la tendenza all’aumento della semina in acqua a discapito di quella in asciutta, con pesanti ripercussioni sul sistema irriguo e sotto l’aspetto ambientale.

    Bene in Baraggia

    Irene Musso e Luca Massara, due giovani agricoltori e tecnici risicoli della Baraggia, hanno raccolto i dati produttivi della loro zona, in particolare per i risi di tipo lungo A da interno. «Il Carnaroli – informano – è stato variabile mediamente tra 4 e 4,5 t/ha con rese di 55-60, Sant’Andrea da 5,5 a 7 t/ha con qualità tra 55 e 62, Arborio 5-5,5 t/ha con 50-58 di resa e Cammeo 5-7 t/ha con 52-60 punti di resa».

    Nuovi indirizzi di semina

    erbicidaContinua la tensione per la mancanza del riso lungo B locale, stimata in circa 10-12mila ha, che fanno segnare prezzi superiori rispetto ai precedenti inizi di campagna commerciale per questa tipologia di risi.

    Negli anni scorsi le maggiori quotazioni per la tipologia tondo e lungo A hanno indirizzato gli agricoltori verso le semine di questa classe merceologica. Seppur al 20 ottobre le borse merci segnavano 300-320 €/t per i tondi generici, va ricordato che alcune varietà di questa tipologia godevano già di maggiore apprezzamento (Selenio 400 e Centauro 350 € / t).

    A campagna quasi conclusa i risicoltori constatano un calo del numero di aziende con sistema biologico, e la conseguente preoccupazione è soprattutto rivolta alle importazioni di merce certificata bio e proveniente dal sud-est asiatico.

    E i danni del maltempo?

    Fortunatamente le opere di ripristino del sistema irriguo sono iniziate, soprattutto per far defluire le acque in eccesso dalle zone di cantiere. Il consorzio di bonifica Est Sesia lavora al Canale Cavour per permettere l’inizio della prossima campagna irrigua nel miglior modo possibile.

    Riso “amaro”, la stagione 2020 tradisce le aspettative - Ultima modifica: 2020-10-26T11:48:27+01:00 da Alessandro Maresca

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