Le colture protette rappresentano un sistema di coltivazione intensivo e tecnologico ove è possibile modificare gran parte dei fattori produttivi, in modo da realizzare il microclima più idoneo per le specie coltivate.
Tra i fattori ambientali, la radiazione solare (distinta in radiazione ultravioletta, radiazione fotosinteticamente attiva e radiazione infrarossa) è quello più importante per la crescita e per la produttività delle piante.
Numerose sono le risposte di queste ultime nei confronti della qualità della luce. Diversi studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che la qualità della luce rilevata dai recettori, come il fitocromo, influenza la crescita delle piante e relativa morfogenesi. I fitocromi che percepiscono la luce influenzano processi quali la germinazione dei semi, l’espansione della superficie e la morfologia della foglia, l’allungamento dello stelo e la sintesi dei composti fenolici indotti.
Per incrementare la resa
Tra i mezzi colturali di più semplice ed economica realizzazione in grado di manipolare la qualità della radiazione solare, all’interno degli apprestamenti di protezione, troviamo i materiali di copertura. A tal riguardo, l’impiego dei film plastici fotoselettivi gioca un ruolo fondamentale nella modificazione dei rapporti energetici delle bande comprese tra l’ultravioletto e l’infrarosso. Tali materiali, attraverso le modifiche spettrali della luce, influenzano qualità e quantità della radiazione solare incidente e agiscono sulla crescita e sulla produzione delle piante.
La dottoressa Carla Cassaniti, PhD in Produttività delle piante coltivate ottenuto presso l’Università degli Studi di Catania, spiega « Inizialmente l’attività di ricerca sull’impiego dei film fotoselettivi era rivolta alla valutazione della possibilità di incrementare la resa delle colture attraverso la realizzazione di condizioni microclimatiche più adatte all’esaltazione quantitativa delle produzioni».
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