Coda alla cassa del supermercato. Molti non resistono alla tentazione di comprare qualcosa di buono e gratificante, strategicamente esposto in quel luogo d’attesa, magari attratti da un messaggio ben soppesato e invitante. Ma i cosiddetti snack spazzatura non trovano più spazio in quello scaltro posizionamento nella grande distribuzione di diversi Paesi europei. In nome della salute vengono sostituiti da altri meno calorici e soprattutto freschi. Scelta non ancora operata dalla gdo italiana anche se ci sono segnali positivi in questa direzione. Agribologna (il Consorzio che associa 135 aziende agricole che controllano tutta la filiera, fino al consumatore finale) ha avviato contatti in questo senso con qualche canale della gdo (ancora rigorosamente top secret).
«Sul tema snack salutistici, in particolare per la frutta di IV gamma, ci sono accenni di interesse, tiepidi e da parte di pochi, ma ci sono – racconta Paolo Mariani, responsabile marketing di Agribologna –. Evidentemente l’ipotesi non è stata scartata del tutto e questo non ci può che far piacere, non solo per un fatto commerciale ma anche perché crediamo che l’abitudine a consumare prodotti salutari come la frutta, e non solo quella, in una logica di consumo come lo snack, aiuti il nostro fisico, ma crei anche una spinta positiva a reinterpretare il momento dello spuntino giornaliero per noi e soprattutto per i nostri figli. Gratificante e salutare».
Quale dovrebbe essere la strategia per invogliare i consumatori, mentre sono in coda alle casse, a comprare la frutta fresca?
«Come sappiamo le casse sono un punto strategico per il posizionamento di un prodotto in quanto il cliente può “subire” alcuni momenti di sosta forzata e pertanto può essere attratto da un prodotto. Credo che si debba procedere con una proposta unica e ben strutturata (ad esempio solo frutta) in mini frigoriferi dedicati con un messaggio preciso e rilevante. Anche l’assortimento (dalle classiche bustine di mele a fette o altri mix, oppure frutta in stick facile da mangiare) e il prezzo devono fare la loro parte. Su questi punti Fresco Senso (il marchio di Agribologna per specialità di IV gamma, ndr) è già pronto».
La IV gamma frutta continua ad essere un prodotto di nicchia in Italia? Come stanno andando le vendite? È possibile fare un confronto con i consumi di altri Paesi europei?
«Quest’anno abbiamo rilevato con soddisfazione che tutto il comparto delle IV gamme (anche la frutta) ha ripreso quote soddisfacenti generando dei segni positivi sugli anni precedenti, sia a volume sia a valore. Una nostra recente ricerca di mercato focalizzata nelle aree Nielsen 1/2/3 ha evidenziato, inoltre, che gli intervistati hanno espresso pareri favorevoli al consumo di frutta già pronta e il numero di consumatori con uno o più figli adolescenti era rilevante. Il confronto con i mercati europei è sempre difficile. Soprattutto nei Paesi anglosassoni, che sono leader nei consumi di frutta di IV gamma, la popolazione ha un approccio culturale completamente diverso, in particolare proprio rispetto alla di IV gamma: infatti, le componenti “stagione e territorio” sono molto meno influenti di quanto lo siano per il consumatore mediterraneo. Inoltre, visto l’alto indice di rotazione a scaffale, in quei Paesi possono permettersi un prodotto con pochissimi giorni di scadenza: 2-3. Noi siamo a 5-6 giorni».
Avete introdotto novità per il marchio Fresco Senso (packaging, nuovi mix di frutta e nuova linea con frutta Igp). E il progetto take away per le verdure a che punto è?
«Il tema verdure sarà per Fresco Senso un argomento molto importante che si svilupperà nel prossimo anno. Ad oggi non posso dirle altro».