Olivi ornamentali, il mercato tira ancora

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Gli appassionati li richiedono soprattutto come semplice pianta da vaso

Chi pensava che quella dell’olivo coltivato per bellezza fosse una moda passeggera si deve ricredere: ormai sono passati più di 10 anni dalle prime apparizioni di mini-olivi in vaso (non bonsai, che richiedono ben altre cure e hanno prezzi ben diversi), destinati al grande pubblico, e il settore tiene ancora molto bene.

L’ha confermato il recente MyPlant & Garden, la nuova manifestazione internazionale di florovivaismo, alla seconda edizione, che si è tenuta a Milano nel febbraio scorso: tutti i vivai con sede da Firenze in giù li mantengono in produzione, perché gli appassionati di giardinaggio in tutta Italia li chiedono ancora, senza cenni di cedimento. Si conferma invece stazionaria tendente al basso la domanda di esemplari secolari per la piena terra.

 

Tipologie in contenitore

Sono soprattutto le piante di taglia piccola e media a tenere banco: dai 20 agli 80 cm, allevati ad alberello, con la chioma lasciata al naturale (sono pressoché spariti i soggetti topiati “a palla” come i bossi) tra le cui fronde a volte s’intravvedono alcune drupe.

Sono completamente scomparse anche le piante elaborate, con tronco intrecciato, a spalliera, su traliccio ecc. Il motivo è semplice: sono lavorazioni costose, che richiedono tempo e che, per forza di cose, devono poi essere proposte al mercato con prezzi decisamente più alti rispetto a un soggetto non lavorato. E negli ultimi anni il mercato ha smesso di rispondere positivamente a queste elaborazioni: le maggiori cure che richiedono queste piante per mantenerle in forma anche dopo l’acquisto hanno scoraggiato gli appassionati, che se ne sono disamorati; parallelamente la crisi ha ristretto i cordoni della borsa, sfavorendo l’acquisto di soggetti molto più costosi di una piantina naturale, non lavorata.

Significativa è apparsa piuttosto la cura per il contenitore che, per esigenze produttive, è quasi sempre in plastica, anche di fascia alta (vaso lavorato con decori o festoni in rilievo). Soprattutto per le piante più piccole viene preferita la conca, che dà maggiore grazia all’insieme, rendendo il soggetto idoneo anche per un regalo. Il colore classico è il terracotta, ma non mancano proposte di vasi colorati in tinte fluo (arancione, giallo, verde). I soggetti intermedi (altezza 50 cm) vengono proposti anche nel tradizionale contenitore di coccio.

Resistono, ma solo per il mercato estero, gli olivi di taglia piccola (entro i 30 cm) con, legata a un ramo con una cordellina, una bottiglietta d’olio da 25 cc. E questo è l’unico caso in cui è sempre presente il cartellino della specie coltivata (“Olivo”), proprio perché l’insieme è destinato a prendere la via d’oltreconfine.

Infatti, brilla ancora per l’assenza, nella quasi totalità dei casi presenti in fiera, il cartellino che riporti non solo la specie, ma anche la varietà d’olivo coltivata: quello con la specie è appunto presente solo sulle piante per l’estero; quello con la varietà non esiste proprio. Anche se può essere lecito supporre che si tratti, quasi sempre, di Frantoio o Leccino, le cultivar più adattabili e versatili… Ciononostante, un minimo d’informazione in più per il consumatore sarebbe decisamente auspicabile!

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 17/2016 L’Edicola di Terra e Vita

Olivi ornamentali, il mercato tira ancora - Ultima modifica: 2016-05-04T08:00:29+02:00 da Sandra Osti

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