Da alcuni anni si verificano con sempre maggiore frequenza gravi infezioni di peronospora anche in molti areali viticoli del centro Italia ove, fatta salva qualche rara eccezione, la malattia era sempre stata considerata di più facile controllo. A dimostrazione di ciò vengono riportati nella tabella gli indici di infezioni rilevati a fine giugno nel periodo 2008-2014 su viti testimoni della cv. Verdicchio coltivate in un areale marchigiano. Nei mesi di maggio e giugno di ciascun anno, in concomitanza delle fasi fenologiche della vite particolarmente suscettibili a contrarre l’infezione, le frequenti piogge e la prolungata bagnatura della vegetazione, associate in alcuni casi a un andamento climatico particolarmente mite registrato durante la stagione invernale, hanno rappresentato altrettanti fattori predisponenti lo sviluppo epidemico della peronospora, manifestatasi in forma particolarmente grave soprattutto su grappolo all’inizio della stagione estiva.
La gestione della difesa nelle prime fasi della ripresa vegetativa è stata complicata dal susseguirsi di infezioni primarie soprattutto a spese degli organi fiorali, imputabili agli anomali andamenti climatici che da tempo si stanno verificando anche in aree poco esposte, per ragioni pedoclimatiche, ad attacchi precoci.
Il variabile comportamento del patogeno nelle diverse aree viticole rappresenta tuttora un limite per la razionalizzazione della difesa antiperonosporica della vite nelle fasi iniziali, tuttavia, l’ormai lunga esperienza consolidata attorno all’applicazione della “regola dei tre dieci”, insieme all’acquisizione di più approfondite conoscenze sulla biologia ed epidemiologia di Plasmopara viticola, costituiscono una base sufficiente per la corretta programmazione degli interventi fitoiatrici. Se a ciò si aggiunge l’ampia e diversificata disponibilità di fungicidi con più o meno spiccate capacità penetranti e di traslocazione, variamente associati a livello formulativo con prodotti di copertura, si può affermare che oggi la difesa antiperonosporica della vite consente di raggiungere livelli più che mai soddisfacenti sul piano della sicurezza protettiva.
Strategia in tre punti
Allo scopo di ottenere la massima efficacia, attenersi alle seguenti indicazioni:
- adottare strategie di difesa che prevedono l’alternanza di prodotti caratterizzati da diverso meccanismo di azione per limitare il rischio resistenza;
- non utilizzare intenzionalmente i prodotti in modo curativo e privilegiare pertanto le applicazioni preventive avvalendosi anche delle previsioni meteo allo scopo di anticipare eventuali episodi infettanti;
- nei programmi di difesa su base cadenzata di 10-12 giorni, in previsione dell’arrivo di una perturbazione è consigliabile anticipare il trattamento, specialmente nelle situazioni di maggiore rischio, in modo da evitare l’impiego di prodotti endoterapici.