Pressati da un andamento climatico molto incostante e complesso e condizionati da quotazioni di mercato deprimenti, i produttori foggiani di grano duro trovano obiettive difficoltà a individuare valide prospettive nel futuro della coltura. La necessità di sopportare costi elevati per ricavare reddito dal grano duro, e a volte l’obbligo di sostenerne altri per fronteggiare emergenze climatiche, come quelli per i trattamenti anticrittogamici, cozzano con prezzi di mercato che a stento consentono di recuperarli. Di tali preoccupazioni si fa interprete Marcello Martino, produttore (20 ha a grano duro tra Foggia e Manfredonia) e agronomo responsabile della conduzione in Capitanata di diverse aziende cerealicole, anche di notevoli dimensioni, per una superficie totale di alcune migliaia di ettari.
«Quanto accaduto finora nella campagna 2015/16 dimostra in modo esemplare quali siano le difficoltà di gestione del grano duro. Il ciclo colturale è partito bene con le piogge di ottobre e novembre, che hanno favorito una buona preparazione dei terreni e una semina regolare. Dopo le piogge iniziali, tuttavia, abbiamo dovuto sopportare oltre due mesi di siccità, che si è protratta dai primi di dicembre alla metà di febbraio, quando si sono verificate altre piogge degne di essere chiamate tali, che poi sono continuate in modo insistente anche nel mese di marzo. Dalla paura di un’altra annata siccitosa come quella 2014/15, che è stata caratterizzata da una produzione media più bassa degli anni precedenti, siamo passati a dover fronteggiare un decorso climatico piuttosto piovoso. Così, se nelle fasi iniziali del ciclo colturale abbiamo preferito limitare gli investimenti di mezzi tecnici per mantenere bassi i costi colturali, essendo inutile o addirittura pericoloso somministrare azoto in condizioni di siccità, sia durante sia dopo le piogge abbiamo speso consistenti somme di denaro per effettuare tutte le più opportune operazioni colturali, in termini di concimazione di copertura e diserbo chimico».
Sviluppo di patologie
Dopo le piogge è tornato il sole, ma il rialzo delle temperature ha favorito la formazione di nebbie, che sono perdurate a tratti per diversi giorni di seguito.
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