La nocicoltura specializzata per la produzione del frutto è una realtà economica che vede nel Veneto la regione con le uniche due Op nazionali quali Nogalba e Il Noceto. Queste sono state le prime due realtà produttive ad importare in Italia il modello di coltivazione californiano detto “a siepe” (Hedgerow planting of lateral-bearing walnut cultivars) che prevede l’impiego di varietà specializzate da frutto a fioritura laterale. Tale modello è stato adattato alle esigenze ambientali e gestionali del nostro Paese. Per questo, le due OP possono essere considerate a pieno titolo pionieri della moderna nocicoltura mantenendo un continuo progresso tecnologico da quando nel 1991 è stato messo a dimora il primo impianto specializzato (foto 1).
Attualmente la superficie di Noceti specializzati in Veneto è di circa 700 ha. Le aziende agricole coinvolte nelle Op hanno un volume d’acquisto per mezzi tecnici e attrezzature di circa 2,4 milioni di euro e un fatturano complessivo di circa 7 milioni di €/anno. La quantità complessiva di noci vendute dalle Op dal 2000 al 2013 è stata di circa 17.500 t. Questi risultati raggiunti, proprio in periodi critici, fanno sì che la coltura del noce da frutto rappresenti un valido sbocco per gli operatori agricoli che intendano rivolgersi ad una specie frutticola fortemente deficitaria nel nostro Paese e in Europa. Infatti l’Italia importa circa l’80% delle noci di qualità.
La situazione in Italia
Negli anni ‘60 l’Italia era al 2° posto per la produzione di noci con una gestione degli impianti di tipo tradizionale, spesso a duplice attitudine (legno, frutto). Nei decenni successivi la produzione è precipitata con una flessione del 47% dagli anni novanta arrivando, più recentemente, ad occupare il 4° posto in Europa, dopo Romania, Francia, Spagna. Di converso, la nocicoltura in altre parti del mondo si è andata progressivamente specializzando. In particolare in California la nocicoltura tradizionale è stata soppiantata da una frutticoltura intensiva meccanizzata con l’impiego di varietà a fioritura laterale in grado di anticipare la produzione e reagire bene alla potatura meccanica. Questo modello è stato adottato da alcuni imprenditori del Veneto che sono andati in California per attingere direttamente alla fonte delle informazioni e che, successivamente, si sono confrontati anche con le conoscenze disponibili in Francia e in Spagna. Pertanto, i noceti impiantati dalla aziende appartenenti alle Op, sono stati pianificati considerando un aumento del numero di piante/ha (sino a 408 anziché le 50-60 tradizionali), l’utilizzo di piante innestate e cultivar nuove (es. ‘Lara, Chandler, Tulare) a fioritura laterale, disponibilità d’acqua per l’irrigazione e drenaggio, meccanizzazione totale dell’impianto dalla potatura alla raccolta e soprattutto l’inclusione della fase di post-raccolta (foto 1).
1 Nogalba, Consorzio Produttori di Noce
2 Il Noceto, Società Consortile
3 Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria- Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale (Cra-Pav)
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